Abilitazione Scuola 2023/24, percorso a numero chiuso
Abilitazioni scolastiche 2023/24, numero chiuso o aperto? Un numero sempre maggiore di docenti ci contatta per porci tale domanda.
Effettivamente, è tanta la confusione in merito, soprattutto dovuta al fatto che non è stato ancora emanato il DPCM che regolerà il percorso universitario e accademico di formazione iniziale, il quale concederà l’abilitazione, propedeutica all’accesso al concorso.
Tuttavia, a ben vedere, è possibile trovare la risposta all’interno della Gazzetta Ufficiale del 29 giugno 2022, n. 79, che contiene la riforma del reclutamento docenti.
Abilitazione a numero chiuso
Il Ministero dell’istruzione stima e comunica al Ministero dell’università e della ricerca il fabbisogno di docenti per il sistema nazionale di istruzione, ivi compresi le scuole paritarie e i percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni nonché le scuole italiane all’estero, nel triennio successivo, per tipologia di posto e per classe di concorso, affinché il sistema di formazione iniziale dei docenti generi, in maniera tendenzialmente omogenea tra le varie regioni, un numero di abilitati sufficiente a garantire la selettività delle procedure concorsuali senza che, in generale o su specifiche classi di concorso, si determini una consistenza numerica di abilitati tale che il sistema nazionale di istruzione non sia in grado di assorbirla.
Questo è quanto si legge in Gazzetta Ufficiale. Traducendo in parole più semplici: il numero di coloro che accederanno al percorso universitario e accademico di formazione iniziale, il quale concederà l’abilitazione, dovrà essere sufficiente per garantire la selettività al successivo concorso, dunque, ci saranno più posti a disposizione per l’abilitazione rispetto a quelli banditi nel concorso; al contempo, tale percorso non può creare un numero di abilitati tale che il sistema nazionale di istruzione non possa assorbire, dunque l’accesso sarà a numero chiuso.
Non è realistico pensare che centinaia o migliaia di candidati possano frequentare liberamente il percorso universitario e accademico di formazione iniziale, per poi concedere l’abilitazione, a fine percorso, solamente a coloro che realizzino i migliori punteggi nella prova finale, articolata in prova scritta più lezione simulata.
Anche il numero di posti sarà stimato e comunicato al Ministero dell’Università e della Ricerca per tipologia di posto e classi di concorso, in modo tale da coprire il fabbisogno triennale di docenti.
Riserva posti
Per i primi tre cicli dei percorsi universitari e accademici di formazione iniziale, i titolari di contratti di docenza presso una scuola statale o paritaria o nell’ambito di percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni potranno accedere ai percorsi di abilitazione relativi alla classe di concorso interessata nei limiti di una riserva di posti indicati dal DPCM che, come scrivevamo a inizio articolo, deve ancora essere emanato.
Tempistiche
Il primo percorso universitario e accademico di formazione iniziale sarà nell’anno accademico 2023/24, come scrivevamo in questo articolo.
Infatti, il piano iniziale dell’allora ministro dell’istruzione Bianchi era quello di avviare i percorsi nell’anno accademico 2022/23, in modo tale da immettere in ruolo i futuri docenti vincitori di concorso nel 2024. In questo modo, si sarebbe potuto rispettare l’impegno presente nel PNRR di assumere migliaia di docenti entro il 2024.
Tuttavia, una serie di motivi ha fatto sì che si accumulassero ritardi, che l’avvio dei percorsi slittasse all’anno accademico successivo e che i primi vincitori venissero immessi in cattedra nel 2025. La Commissione europea dovrebbe concedere una proroga all’Italia di un anno, visti i ritardi finora accumulati. Ulteriori dilazioni non sembrano affatto ipotizzabili.
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