Inclusione, l’importanza di partire dal linguaggio: secondo Chiocca (CIIS) non è bene parlare di “alunno di sostegno”
L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità o con una condizione particolare, come abbiamo più volte sottolineato, passa dal linguaggio che viene usato nei loro confronti. Come abbiamo scritto di recente Evelina Chiocca, presidente del CIIS, ha fatto un ampio elenco di espressioni da non utilizzare.
Ad esempio, secondo Chiocca, non è il caso di parlare di “alunno di sostegno”: “l’alunno è alunno e basta, è una persona senza aggettivazioni e, in quanto tale, va chiamato ‘per nome’, come facciamo con chiunque”. VAI AL CORSO
La scuola, a qualsiasi livello, ha la finalità di promuovere la crescita integrale della personalità di ogni studente. L’apprendimento significativo si sostanzia attraverso la relazione e il riconoscimento che tale apprendimento ha valore oltre la scuola.
Perché questo accada l’ambiente in cui l’apprendimento avviene è fondamentale. L’ambiente è inteso come luogo fisico, ma anche e soprattutto come luogo relazionale. Per apprendere lo studente si deve sentire abbastanza
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