DSA: interpretare una diagnosi per un PDP efficace
All’interno delle classi il numero di studenti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento è sempre più elevato, ciò però non è dovuto a quello che sembrerebbe un reale aumento degli alunni con
questo disturbo, quanto ad un aumento delle certificazioni, testimonianza di una maggiore attenzione al fenomeno dovuto anche e soprattutto ad una tempestiva
individuazione, da parte di famiglie e insegnanti, delle difficoltà di bambini e ragazzi.
Questo aumento delle certificazioni rappresenta un traguardo significativo e prezioso, poiché mette gli insegnanti nella posizione di poter garantire a tutti gli alunni il
diritto di realizzare a pieno il proprio potenziale, sia durante il percorso scolastico che, adottando un’ottica più ampia, in quello che sarà il progetto di vita dei ragazzi
stessi.
Per far sì che ciò accada e si realizzi davvero però è necessario capire, poiché ogni studente con disturbo specifico dell’apprendimento è diverso dall’altro, il suo
profilo di funzionamento e strutturare in tal senso un progetto didattico ad hoc, che sia in grado di ridurre quanto più possibile le frustrazioni vissute dall’alunno,
dovute magari a richieste non idonee a lui, e allo stesso tempo di valorizzare quelli che sono i suoi punti di forza, andando in questo modo sia ad aumentare il suo senso di autoefficacia e la
sua autostima, sia a compensare in maniera funzionale le prestazioni deficitarie.
A tale proposito, oltre ad un’attenta osservazione dell’alunno reale in classe, risulta essere di cruciale importanza un’attenta lettura della diagnosi, perché proprio attraverso
questo documento, è possibile vedere, nero su bianco e con grande chiarezza, quali sono i punti di forza e di debolezza del soggetto e come il disturbo impatta sul versante degli
apprendimenti e delle prestazioni scolastiche.
In questa fase diventa necessario anche il confronto costante con le figure che ruotano intorno allo studente, come terapisti, tutor e terapeuti, perché è con loro che si trova
la sinergia giusta per fare un lavoro completo ed efficace con gli studenti. I docenti devono trovare il modo di comunicare con efficacia tra loro e con le famiglie, devono riuscire a vincere le resistenze al cambiamento dei colleghi e dei
genitori e devono essere in grado di persuadere delle loro decisioni sulla base di un’attenta analisi delle reali necessità di ogni studente.
Tutto ciò permetterebbe agli insegnanti, ribadendo un concetto già espresso sopra, di creare un piano didattico che sia davvero personalizzato per l’alunno DSA, che in tal modo
si sentirebbe più sereno e nella posizione di vivere la scuola come un ambiente in cui sentirsi compreso e crescere, sviluppando e anche scoprendo quelle che sono le sue
potenzialità, limitando il più possibile vissuti di ansia e frustrazione che rischiano di allontanare gli alunni dal contesto scolastico, privando poi l’intera società di quello che un giorno
potrebbe diventare un professionista competente, perché è importante, nonché doveroso, ricordare che quando parliamo di DSA stiamo parlando di soggetti intelligenti che, nel rispetto di quelli
che sono i propri interessi e le proprie unicità, può dare un contributo significativo alla nostra società, alla pari di tutti gli altri.
Articolo di Alessandra Petrella
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