Mobilità 2023, in arrivo l’Ordinanza del Ministero: spunta l’ipotesi di una doppia fase

Mobilità docenti, nell’incontro tenutosi ieri tra il Ministero dell’Istruzione e i sindacati, il dicastero di Viale Trastevere ha comunicato la propria intenzione di pubblicare l’Ordinanza della mobilità nella seconda settimana di febbraio. Si sta facendo largo l’ipotesi di una doppia fase: durante la prima fase andrebbero a presentare domanda i docenti che non sono sottoposti a vincolo mentre alla seconda fase parteciperebbero anche i docenti sottoposti al vincolo. Un’ipotesi che ha trovato i sindacati ampiamente contrari.

Mobilità 2023, il Ministero dell’Istruzione vuole andare dritto verso la pubblicazione dell’Ordinanza

Tutti i docenti di ruolo sottoposti al vincolo, quindi, dovrebbero restare fuori dalla mobilità 2023, almeno per quanto riguarda la prima fase, senza nemmeno poter presentare domanda per assegnazione provvisoria o utilizzazione. Nel caso in cui dovesse esserci una sospensione del vincolo, verrebbe data la possibilità di presentare domanda in un secondo momento.

Ipotesi doppia fase, sindacati contrari

Una direttiva che ha scatenato la reazione dei sindacati. Uil Scuola ha chiesto ‘un altro incontro poiché la contrattazione, riaperta in seguito all’ordinanza del Tar del Lazio, non può certamente ritenersi conclusa’.

Più prudente, invece, la posizione di Anief che ha così commentato quanto emerso dall’incontro di ieri: ‘L’emendamento è stato dichiarato improponibile ma noi dobbiamo aspettare, c’è una chiara incongruenza rispetto al Pnrr.’, ha dichiarato il presidente Marcello Pacifico.

Tra l’altro il tema della mobilità è strettamente legato a quello del reclutamento: ‘Secondo l’Unione Europea – si legge in una nota informativa diffusa dal sindacato – il vincolo di mobilità è cruciale per la continuità didattica e, di conseguenza, per la qualità del sistema scolastico. La Commissione UE sostiene che l’obbligo di restare nella stessa sede è un punto fondamentale del progetto di riforma del reclutamento degli insegnanti. Questa riforma è alimentata dai fondi europei e quindi il blocco triennale dei trasferimenti è parte integrante del pacchetto e non può essere eliminato’.

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