“Crisi del Liceo Classico”: frutto della congiuntura o di trentennali scelte politiche?
Grande lo scalpore suscitato il 1° febbraio dalle parole di Massimo Gramellini sul Corriere della Sera. Il giornalista deplora il calo di iscrizioni al liceo classico: «il prossimo anno lo frequenterà appena il 5,8% degli alunni di terza media che proseguiranno gli studi. Il classico non è nello spirito del tempo, secondo cui la scuola serve solo a trovare lavoro. (…) Il classico è come la cyclette: mentre ci stai sopra, fai fatica e ti sembra che non porti da nessuna parte. Ma quando scendi, scopri che ti ha fornito i muscoli per andare dappertutto».
Gramellini ha ragione. Ma ha torto
Vero: chi ci legge sa che condividiamo. Gramellini però omette di ricordare che quanto sta accadendo è frutto di precise scelte politiche, coerenti per 30 anni, e comuni a tutti i governi susseguitisi. Ultimo episodio, l’invito del ministro Valditara a non iscriversi ai licei (che secondo
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