Roald Dahl e la censura dei classici della narrativa per ragazzi, via le parole ritenute “offensive” e “non inclusive”
Ha fatto molto discutere sulla stampa dei giorni scorsi il revisionismo linguistico che si è abbattuto anche sulla narrativa per ragazzi dello scrittore inglese Roald Dahl, morto nel 1990, autore di libri venduti in tutto il mondo. La casa editrice inglese, che dal 2021 appartiene alla società statunitense Netflix, in accordo con gli eredi, è intervenuta sul testo di vari romanzi eliminando parole o frasi ritenute offensive o non inclusive rispetto ai canoni del mondo attuale, o meglio rispetto ai presupposti di quella “cancel culture” che da anni ormai si è imposta specialmente nei paesi anglosassoni, arrivando al boicottaggio culturale di chi si esprime in modo ritenuto non corretto, non conforme.
Qualche esempio. La parola “grasso”, affibbiata a un personaggio, è ritenuta offensiva perché potrebbero risentirsi tutti coloro che hanno il problema di essere grassi e spesso sono presi in giro per questo motivo. Così uno dei