TikTok, madre contro i prof: fate schifo. Poi le scuse

Quando i social diventano arma di offesa e anche abbastanza forte, come è avvenuto su TikTok attraverso l’invettiva di una madre contro i prof, mentre scorreva un video con il figlio piagnucolante intento a fare i compiti: fate schifo. Non si assegnano tanti compiti ai ragazzi. 

Parole pesanti che hanno alla fine consigliato alla donna, dopo che il video è diventato virale, di scusarsi via social, un campo in cui è molto attiva avendo molti follower e creando giornalmente molti contenuti. 

    “L’ultima battuta è stata veramente eccessiva – dice nel nuovo video la donna che vive a Palermo- Chiedo scusa alla categoria per avere utilizzato la parola schifo. Il mio è stato un semplice sfogo di una donna stanca che vede il figlio che non ce la fa. Quello che provo io lo provano quotidianamente tante persone. In realtà raramente ho avuto problemi con i compiti e i

Continua la lettura su: https://www.tecnicadellascuola.it/tiktok-madre-contro-i-prof-fate-schifo-poi-le-scuse Autore del post: Tecnica della Scuola Fonte:

Articoli Correlati

Come aumentare i follower su Instagram: i migliori consigli che funzionano

Instagram, una piattaforma di social media incentrata sulle immagini, è diventata uno strumento fondamentale per i marchi, gli influencer e gli individui. Con oltre un miliardo di utenti attivi mensili, non c’è da stupirsi se molti desiderano aumentare i propri follower e sfruttare questa piattaforma per la crescita personale e aziendale. Sia che tu parta da zero o che voglia incrementare il tuo attuale numero di follower, le seguenti strategie ti guideranno nell’ottenere follower autentici e coinvolti.

Definisci la tua nicchia

Capire e definire la tua nicchia è un passo fondamentale per qualsiasi strategia Instagram di successo. La tua nicchia è essenzialmente l’argomento, il settore o l’interesse specifico su cui ti concentrerai nei tuoi post. Ecco perché è così importante:

Contenuti mirati: Quando hai definito la tua nicchia, diventa più facile creare contenuti che abbiano una risonanza con un particolare gruppo di persone.

Attirare i seguaci giusti: Concentrandoti su una nicchia specifica, avrai maggiori probabilità di attrarre follower realmente interessati ai tuoi contenuti.

Diventa autorevole: Con il tempo, pubblicando contenuti coerenti e di valore nella tua nicchia, puoi diventare un’autorità in quel settore.

Acquista Follower Instagram da Fonti Affidabili

Comprare follower su Instagram è una strategia sempre più popolare e ogni giorno nascono nuovi siti che li vendono. Tuttavia, sebbene acquistare follower Instagramsia incredibilmente efficace, la scelta del sito giusto è fondamentale e, purtroppo, non è sempre semplice capire la differenza tra un provider serio e affidabile e una piattaforma improvvisata. In virtù di questo, abbiamo testato un po’ di siti e abbiamo compilato una sorta di classifica che potrebbe tornarvi utile.

Quali sono i migliori siti su cui comprare follower Instagram italiani

Il numero uno: Folllowerius. Questo è il portale più conosciuto e rispettato. Acquistare follower su Instagram da loro è una garanzia.

La scelta dei professionisti: SocialBoss. Le aziende e i professionisti del web marketing si rivolgono a loro grazie alla loro eccellente qualità e flessibilità.

Sempre in crescita: Viralgrowing. Questo sito è sempre al passo con le ultime tendenze ed è in continua ascesa.

Il favorito dei giovani: Liketron. Molto popolare tra i millennial e le giovani imprese.

Qualità a costi vantaggiosi: Popularity box. L’equilibrio tra ciò che offrono e il prezzo è veramente accattivante.

Followerius

Followerius è riconosciuto come uno dei portali di primo piano quando si parla di pacchetti Instagram di qualità elevata. La sua proposta differisce significativamente da quelle di altri siti che offrono palesemente follower non autentici. Si è distinto non solo per Instagram, ma offre servizi anche per i principali social network e per alcune piattaforme emergenti, considerate alla moda e con un trend di crescita notevole.

Un elemento distintivo di Followerius è l’efficienza e la preparazione del suo servizio clienti, rinomato per la sua disponibilità e competenza. In termini di privacy e sicurezza, optare per Followerius è una scelta sicura e protetta. I prezzi proposti sono concorrenziali, e l’acquisto di un pacchetto è accompagnato da una garanzia di rimborso o reintegro valida 30 giorni.

SocialBoss

Social Boss emerge come uno dei portali di eccellenza nel panorama dei provider di follower Instagram, in particolare per il pubblico italiano. Questa piattaforma è particolarmente apprezzata dai professionisti nel settore dell’ADV, consolidando la sua reputazione come un punto di riferimento affidabile.

Un punto di forza di Social Boss è la capacità di fornire pacchetti flessibili e modulari, concepiti per adattarsi alle specifiche esigenze di diverse realtà, sia che si tratti di aziende o di individui.

La sicurezza e la tutela della privacy sono pilastri fondamentali per Social Boss, che assicura entrambe al 100%. Il servizio clienti è altamente qualificato, garantendo un’assistenza di primissimo livello.

 LikeTron

Liketron si posiziona nel settore come un fornitore affidabile e di alta qualità. Ciò che lo contraddistingue sono i prezzi vantaggiosi, che rappresentano una proposta competitiva sul mercato. Un ulteriore punto di forza di Liketron è la sua versatilità in termini di opzioni di pagamento; non solo accetta metodi tradizionali, ma sta anche introducendo la possibilità di effettuare transazioni tramite criptovalute.

Oltre a queste caratteristiche, Liketron presenta una particolarità: offre pacchetti combinati, permettendo agli utenti di diversificare i servizi acquistati. Ciò sottolinea la sua propensione all’innovazione, particolarmente apprezzata dalla generazione più giovane e dalle startup emergenti, che vedono in Liketron un partner ideale per le loro esigenze di marketing.

 ViralGrowing

ViralGrowing si è distinto come fornitore di prim’ordine nel panorama dei servizi per i social media, consolidando una reputazione invidiabile basata sulla sua eccellenza operativa. L’ampia gamma di servizi offerti si caratterizza per la loro completezza, modularità e flessibilità. Questo, abbinato a prezzi già di per sé competitivi che vengono ulteriormente valorizzati da frequenti promozioni e offerte speciali, rende ViralGrowing una scelta prediletta dai professionisti nell’ambito del social selling.

La sicurezza dell’utente è al centro dell’esperienza di acquisto su ViralGrowing. Il sito si avvale di protocolli di sicurezza avanzati per proteggere le transazioni e garantire la massima riservatezza dei dati. La piattaforma si impegna a offrire un’assistenza clienti impeccabile, fornendo garanzie solide e risposte tempestive alle esigenze dei clienti.

 PopularityBox

PopularityBox ha recentemente fatto il suo debutto sul mercato italiano. Abbiamo avuto l’opportunità di essere tra i primi a sperimentare i loro servizi, in particolare l’acquisto di follower per Instagram, ma anche like e pacchetti dedicati ad altri social network. Sebbene l’offerta non sia vasta come quella di altre piattaforme di punta che abbiamo recensito, la qualità del servizio ha soddisfatto le nostre aspettative.

Uno degli aspetti positivi è l’attenzione dedicata alla sicurezza, soprattutto per quanto riguarda i metodi di pagamento – una considerazione che, purtroppo, non può essere data per scontata in tutti i servizi analoghi.

H2: Ottimizza il Tuo Profilo

Nella dinamica era digitale, Instagram è una delle piattaforme più influenti sia per i privati che per le aziende. Con oltre un miliardo di utenti attivi, è fondamentale assicurarsi che il tuo profilo si distingua e attiri un flusso costante di follower. Un profilo ben ottimizzato non solo migliora l’immagine del tuo marchio, ma aumenta anche la visibilità, il coinvolgimento e la crescita. Ecco alcuni trucchi chiave per ottimizzare il tuo profilo Instagram in modo professionale:

·           L’immagine del tuo profilo deve essere immediatamente riconoscibile e rappresentare efficacemente il tuo marchio o la tua persona. Per le aziende, il logo della società è spesso la scelta migliore. Il tuo nome utente (@handle) deve essere coerente con le altre piattaforme di social media, in modo da rendere più facile per gli utenti trovarti.

·           Con un limite di 150 caratteri, la tua biografia deve essere concisa ma d’impatto. Deve racchiudere l’essenza, la missione o la personalità del tuo marchio. Considera l’utilizzo di emoji per enfatizzare l’aspetto visivo e di interruzioni di riga per migliorare la leggibilità.

Come aumentare i follower su Instagram con Post Regolari

Il ritmo e la coerenza con cui condividi i contenuti possono influenzare in modo significativo la crescita e la visibilità del tuo marchio su piattaforme come Instagram. Postare regolarmente non solo ti assicura di rimanere impresso nella mente dei tuoi follower esistenti, ma aumenta anche le possibilità di attirarne di nuovi.

Instagram, come molte altre piattaforme social, funziona con un sofisticato algoritmo che dà priorità ai contenuti in base all’interazione con gli utenti. I post degli account che pubblicano contenuti con costanza tendono a essere favoriti da questo algoritmo, garantendo loro una maggiore visibilità nei feed dei follower e nella pagina Esplora.

 Strategie per una pubblicazione regolare:

·           Calendario dei contenuti:

Sviluppa un calendario dei contenuti per pianificare e programmare i post in anticipo. Questo non solo garantisce la coerenza, ma permette anche di creare una strategia di contenuti coesiva che si allinei con gli obiettivi e gli eventi del marchio.

·           Creazione di batch:

Crea contenuti in batch. Questo significa designare giorni specifici per la creazione di contenuti, assicurandoti di avere sempre post di qualità pronti per essere condivisi.

·           Usa le analisi:

Utilizza Instagram Insights o strumenti di analisi di terze parti per determinare quando il tuo pubblico è più attivo. Adatta il tuo programma di pubblicazione a questi momenti di punta per ottenere il massimo coinvolgimento.

·           Coinvolgi i tuoi follower:

Postare regolarmente non significa solo condividere, ma anche coinvolgere. Rispondi ai commenti, fai domande nei tuoi post e incoraggia i contenuti generati dagli utenti.

 Contenuti di Alta Qualità

Il regno digitale di Instagram vive di contenuti. Tuttavia, come aumentare i follower su Instagram se i post non sono di qualità? I contenuti di alta qualità sono diventati la pietra miliare di ogni strategia Instagram di successo, con l’obiettivo di far crescere i follower in modo organico e duraturo.

Strategie per offrire contenuti di alta qualità:

·           Anche se gli smartphone sono molto avanzati, investire in attrezzature professionali, che si tratti di fotocamere, illuminazione o software di editing, può migliorare notevolmente la qualità dei tuoi post.

·           Crea una narrazione intorno ai tuoi post. Che si tratti del viaggio di un prodotto, di scorci dietro le quinte o di testimonianze di utenti, le storie catturano il pubblico e rendono più umano il tuo marchio.

·           Il panorama digitale è in continua evoluzione. Per mantenere la rilevanza dei contenuti, tieniti al passo con gli argomenti, le estetiche e i formati di tendenza.

Usa gli Hashtag

Instagram si è trasformato in un potente spazio digitale per marchi, influencer e singoli individui. Tra la pletora di strumenti e trucchi disponibili per amplificare la propria presenza, gli hashtag rimangono uno dei più potenti. Se utilizzati con criterio, gli hashtag possono aumentare in modo significativo la portata di un profilo e, di conseguenza, il numero di seguaci.

Consigli per un uso efficace degli hashtag:

·           Prima di inserire gli hashtag, intraprendi un processo di ricerca completo. Individua quali sono i tag che risuonano con il tuo pubblico di riferimento, quali sono di tendenza e quali possono incapsulare al meglio l’essenza del tuo contenuto.

·           Sebbene Instagram consenta un massimo di 30 hashtag per post, inondare i tuoi contenuti di tag può apparire come un’azione di spam. Un approccio equilibrato, che mescoli tag molto popolari con altri specifici di una nicchia, dà spesso i risultati migliori.

·           Creare hashtag unici specifici per il tuo marchio o per le tue campagne può favorire il coinvolgimento della comunità. Questi tag non solo classificano tutti i contenuti sotto un unico ombrello, ma incoraggiano anche i follower a usarli, migliorando ulteriormente la visibilità del marchio.

·           Il regno digitale è dinamico. Monitora costantemente le performance degli hashtag che hai scelto e sii pronto ad adattarti. Ciò che è di tendenza oggi potrebbe non essere più rilevante domani.

 Coinvolgimento Attivo

Nel vivace ecosistema di Instagram, dove i contenuti abbondano, la vera distinzione sta nel promuovere il coinvolgimento attivo. Coltivare interazioni genuine con il tuo pubblico non è solo una strategia di coinvolgimento, ma un metodo comprovato per aumentare i follower e consolidare la fedeltà al marchio.

Il coinvolgimento attivo trasforma gli spettatori passivi in partecipanti impegnati. Più gli utenti sono coinvolti, maggiore è la probabilità che condividano i contenuti, ampliando così la loro portata e attirando potenziali follower.

 Condividi Storie

Le Storie di Instagram, una funzione che consente agli utenti di pubblicare foto e video che scompaiono dopo 24 ore, sono diventate rapidamente uno strumento essenziale per le persone e i marchi che vogliono aumentare i propri follower. Sfruttare questo strumento in modo strategico può migliorare in modo significativo la visibilità del profilo, il coinvolgimento e, di conseguenza, il numero di follower.

Le storie appaiono spesso in cima ai feed degli utenti, garantendo ai brand un’ottima visibilità. Pubblicando con costanza, mantieni il tuo marchio in cima alla lista degli utenti, assicurandoti che sia i follower esistenti che quelli potenziali siano regolarmente esposti ai tuoi contenuti.

Inoltre, offrono una serie di funzioni interattive, tra cui sondaggi, domande e conti alla rovescia. L’utilizzo di questi strumenti coinvolge attivamente il tuo pubblico, favorendo una connessione più profonda e incoraggiando gli utenti a condividere i tuoi contenuti, cosa che invariabilmente attira nuovi follower.

I teaser o le anteprime dei contenuti principali del tuo feed possono essere condivisi sulle Storie per suscitare interesse. Questo può portare traffico ai tuoi post principali, con i benefici che ne conseguono, come aumentare i follower Instagram.

 Come aumentare i follower su Instagram con le Collaborazioni

Nell’attuale panorama dei social media, la crescita del numero di seguaci può rappresentare una sfida. Tuttavia, una delle strategie più efficaci per aumentare i follower su Instagram è attraverso le collaborazioni. Questo metodo non solo eleva la visibilità del tuo profilo, ma offre anche un modo autentico per condividere contenuti di qualità con un pubblico più ampio.

Le collaborazioni possono variare dai semplici scambi di post con altri utenti di Instagram a campagne di marketing ben pianificate con brand di risonanza. Questa interazione reciproca non solo presenta il tuo profilo a nuovi seguaci, ma mostra anche il tuo impegno nel fornire contenuti freschi e variati.

Utilizzare i Reel in collaborazione con altri può essere un trucco efficace. Questo strumento, combinato con l’uso strategico di hashtag pertinenti, può aumentare la probabilità che il tuo post raggiunga un vasto numero di utenti.

 Organizza Giveaway

Organizzare giveaway è una delle strategie più efficaci per aumentare i follower su Instagram. Il motivo? Gli utenti amano le opportunità di vincere premi, e spesso, per partecipare, devono seguire il tuo profilo, mettere like ai post e taggare altri utenti, garantendo così una crescita organica e immediata dei tuoi seguaci.

Guida su organizzare un giveaway di successo:

Obiettivo: Definisci l’obiettivo del tuo giveaway. Vuoi promuovere un nuovo prodotto? Aumentare l’engagement? O semplicemente crescere i tuoi follower su Instagram?

Premi: Scegli premi attraenti e in linea con il tuo brand o azienda. Le foto di questi premi devono essere di alta qualità per attirare l’attenzione.

Regole: Rendi le regole chiare. Un trucco comune è chiedere agli utenti di seguire il profilo, mettere like al post del giveaway e taggare almeno un amico.

Promozione: Usa hashtag pertinenti, crea Reels o storie in diretta per promuovere il giveaway e aumentare la visibilità.

Risultati: Una volta concluso, annuncia i vincitori e analizza i dati per valutare l’efficacia della campagna.

 Condividi Contenuti Generati dagli Utenti

Condividere contenuti generati dagli utenti (User Generated Content, UGC) è una strategia potente per aumentare i follower su Instagram. L’UGC offre una visione autentica e genuina del tuo brand, creando un legame più profondo tra l’azienda e i suoi seguaci.

Incorporando l’UGC nella tua strategia di marketing, non solo avrai l’opportunità di crescere su Instagram, ma rafforzerai anche la fiducia e la lealtà del tuo pubblico, creando una community attiva e coinvolta.

 Contenuti Educativi

Condividere contenuti educativi su Instagram è una strategia potente non solo per aumentare la credibilità del tuo profilo, ma anche per incrementare notevolmente i follower. Nell’era digitale di oggi, gli utenti cercano incessantemente contenuti informativi e di valore che li mettano in grado di acquisire conoscenze.

In primo luogo, i contenuti educativi ti rendono un’autorità nella tua nicchia. Condividendo costantemente consigli, tutorial o fatti interessanti, ti differenzierai dai profili che condividono solo contenuti promozionali. Questo aiuta a creare fiducia tra i tuoi follower.

Infografiche, caroselli di post e tutorial sono formati efficaci per i contenuti educativi. Essi suddividono informazioni complesse in segmenti digeribili e visivamente accattivanti. Inoltre, l’utilizzo della funzione “Guide” ti permette di raccogliere i tuoi post educativi, migliorando ulteriormente l’esperienza dell’utente.

 Utilizza Didascalie Coinvolgenti

Sfruttare il potere delle didascalie coinvolgenti è una tattica spesso sottovalutata, ma essenziale, per aumentare il coinvolgimento e di conseguenza i follower su Instagram. Una didascalia ben fatta può accentuare il messaggio del tuo contenuto visivo, invitare a interagire con gli utenti e favorire una connessione più profonda con il tuo pubblico.

Di conseguenza, i profili che padroneggiano l’arte delle didascalie convincenti spesso registrano tassi di crescita più veloci, in quanto attirano e mantengono un pubblico altamente coinvolto.

 Instagram Live

Instagram Live è uno strumento formidabile all’interno della suite di funzioni di Instagram, che offre a marchi e individui una connessione diretta e in tempo reale con il proprio pubblico. Utilizzare Instagram Live al meglio può aumentare in modo significativo il numero dei tuoi follower e il coinvolgimento generale.

Quando vai in diretta su Instagram, i tuoi follower ricevono una notifica che attira immediatamente l’attenzione sul tuo profilo. Questa interazione immediata favorisce un senso di autenticità e intimità, qualità che gli utenti apprezzano e cercano nel mondo saturo dei social media. Inoltre, le sessioni live possono essere utilizzate per varie attività coinvolgenti come sessioni di domande e risposte, retroscena, lanci di prodotti o collaborazioni con influencer e colleghi.

Infine, Instagram Live aiuta la visibilità algoritmica. La partecipazione attiva e il conseguente coinvolgimento durante una sessione live segnalano a Instagram che i tuoi contenuti sono di valore, spingendo i tuoi post più in alto nei feed dei follower.

Promozione Incrociata sui social network

La promozione incrociata è un approccio strategico per aumentare i tuoi follower su Instagram sfruttando la tua presenza su altre piattaforme. Condividendo i tuoi contenuti di Instagram su Facebook, Twitter, LinkedIn o altre piattaforme di social media, puoi attingere al pubblico esistente e indirizzarlo verso il tuo profilo Instagram. In questo modo non solo diversifichi la portata dei tuoi contenuti, ma fai conoscere la tua pagina Instagram a potenziali follower che potrebbero non conoscerla. Integrando e menzionando costantemente il tuo profilo Instagram su altri canali, rafforzi la presenza del tuo marchio, favorendo la crescita organica e il coinvolgimento. È una dimostrazione del potere degli ecosistemi digitali interconnessi e dell’importanza di una strategia di brand online coesa.

 Strategia di Follow-Unfollow

La strategia Follow-Unfollow su Instagram consiste nel seguire numerosi account con la speranza che ricambino, per poi successivamente unfollowarli per mantenere un rapporto favorevole tra follower e following. Sebbene questo metodo possa portare a un picco iniziale di follower, è spesso considerato poco autentico, molti utenti sono a conoscenza di questa strategia e potrebbero essere scoraggiati se percepiscono che viene utilizzata.

 Branding Coerente

Un branding coerente è fondamentale per favorire il riconoscimento e la fiducia dei tuoi follower su Instagram. L’obiettivo è mantenere l’uniformità degli elementi visivi del canale, del tono e della messaggistica in tutti i post. Dalle palette di colori allo stile delle immagini e persino alla voce nelle didascalie, la coerenza assicura che i follower si identifichino e risuonino immediatamente con i tuoi contenuti. Inoltre, un feed ben curato mostra professionalità, intenzionalità e affidabilità, caratteristiche apprezzate dai potenziali follower. Assicurando un branding coerente, le aziende e i privati possono creare un’impressione memorabile, aumentando le probabilità di attrarre e mantenere una base di follower più ampia su Instagram.

 Conclusione

Aumentare i follower su Instagram non è solo una ricerca di metriche di vanità: è una mossa strategica che può portare un importante guadagno. Un numero consistente di follower aumenta la credibilità del brand, posizionando il tuo profilo come una voce autorevole e affidabile nella tua nicchia. Amplifica la portata, assicurando che i contenuti risuonino con un seguito più ampio, portando potenzialmente a un aumento del coinvolgimento e dei tassi di conversione. Inoltre, una base consistente di follower attira partnership, sponsorizzazioni e opportunità commerciali, testimoniando la tua influenza nel mondo digitale.

 

Virgilio, ci manchi!

Virgilio, ci manchi!

di Antonietta Cataldi

     Voglio dare voce a tutti i genitori che, dinanzi alla crisi in cui sembrano irrimediabilmente immersi tanti giovani oggi, vengono accusati di immaturità, di giovanilismo, di disattenzione, di incompetenza. Ebbene sì, è colpa nostra ma non è vero che non li guardiamo, che non ci occupiamo di loro. Il fatto è che, quando cerchiamo di parlare, veniamo subito respinti. Non siamo stimati, non siamo visti come interlocutori utili o credibili. Per questo motivo preferiscono vivere all’interno di un gruppo di loro pari o fissi davanti a uno schermo popolato di anonimi guaritori. Abbiamo provato a chiedere aiuto, a consultarci con i nostri vecchi, con esperti, con persone che, fino ad alcuni anni fa, i ragazzi avevano stimato e anche amato. Inutilmente.  Non sappiamo più cosa fare. Vediamo che sono infelici, che la loro vita è un buco nero dal quale non siamo in grado di farli uscire, di salvarli. E mi viene in mente Virgilio.  Anche loro, come Dante nella Divina Commedia, sono in una selva oscura popolata di mostri che non consentono loro una via d’uscita. Ecco, forse, un tentativo da fare sarebbe che noi genitori, possibilmente padre e madre insieme, trovassimo una persona disposta a porsi accanto a nostro figlio o a nostra figlia con autorità ma senza pretese. In fondo, è ciò che viene raccontato nel secondo canto dell’Inferno. Certo, ciò non fu possibile ai nostri progenitori, che sperimentarono subito la difficoltà di crescere figli.

     Il problema, per Adamo ed Eva, fu che erano i soli adulti sulla terra quando si trovarono a gestire Caino e la sua rivalità con Abele. Non sappiamo se abbiano commesso errori, giacché ogni figlio cerca il modo per farsi amare dai genitori, anche a dispetto dei fratelli, e, nel migliore dei casi, lo trova. Dalla Bibbia apprendiamo solo che il problema si pose nel rapporto dei due ragazzi con Dio e nella maggiore devozione rivelata da Abele. Caino si dimostrò irritato dal fatto che la sua offerta non fosse stata gradita e abbattuto per la sconfitta; riconobbe la propria colpa ma si lamentò della condanna all’esilio. Non gli bastò la garanzia di non essere ucciso, con la promessa, da parte di Dio, di infliggere la vendetta sette volte a chi lo avesse fatto. Poca cosa, rispetto alla moltiplicazione della violenza che si generò col tempo nell’animo di quel giovane assassino, a giudicare dalla sua dichiarazione che si sarebbe vendicato settantasette volte contro chi avesse ucciso il suo sesto discendente. Meglio lasciar passare i millenni e pensare, per i peccatori, a interventi paragonabili a quelli proposti nella Divina Commedia. Vediamoli nell’ordine.

      In cielo c’è una donna gentile, la Madonna, immagine di maternità universale, che prova dolore per la condizione in cui si trova Dante e intercede in suo favore presso Dio. Chiede aiuto a Santa Lucia con parole che qualunque madre userebbe rivolgendosi a persona che sa essere sempre stata cara al proprio figlio: “Or ha bisogno il tuo fedele di te, e io te lo raccomando”[1]. Lucia subito si muove, va da Beatrice e, con tono quasi di rimprovero, la interroga: “ché non soccorri quei che t’amò tanto?”[2],  non senti l’angoscia della sua sofferenza? Questo basta per farla andare subito da Virgilio e affidare quell’uomo in pericolo di perdizione a colui che è stato il suo grande maestro di poesia.

     Immaginiamo questo iter nella nostra realtà.  Un genitore che capisce che c’è un problema ma non sa o non può affrontarlo direttamente, ne parla con una persona amica, la quale può ritenere utile l’intervento di chi il giovane ha amato da adolescente. Costui o costei suggerisce come figura idonea quella di una persona molto stimata ai tempi della scuola. Con o senza i vari passaggi, il prescelto potrebbe essere un giovane adulto, un amico fuori dal giro, un fratello maggiore ormai psicologicamente autonomo, un cugino o anche uno zio, un nonno o un estraneo, un sacerdote, un insegnante, purché non ingombrante, disposto ad essere semplicemente una presenza, un’ombra che non intende comandare o giudicare ma solo pronta ad aiutare quando le paure si ingigantiscono. I giovani, di paure, ne hanno tante, paralizzanti, e gli adulti, quando vengono percepiti come meritevoli di rispetto, sanno fare prodigi. Ho in mente i casi, vissuti da testimone a distanza di molti anni, di due professoresse che si sono trovate a correggere elaborati sconcertanti: uno con la descrizione viva, bruciante, di uno stupro subìto; l’altro con la definizione del proprio “inferno”. In entrambi i casi le famiglie non avevano capito niente, non avevano colto il mare di sofferenza. Ecco perché un estraneo sensibile, competente, a volte può riuscire dove tanti sembrano fallire. L’amore non basta, anche perché spesso è cieco.

     Salvare un giovane è un compito difficile, è quello al quale è stato chiamato Virgilio, che compare come una figura evanescente. Dante non sa chi sia ma è disperato e gli chiede aiuto. Quando poi apprende la sua identità, ne riconosce l’autorevolezza e, chiamandolo sempre “Maestro”, a lui si affida. Gli chiede di essere difeso dalla belva che lo minaccia ma Virgilio gli spiega che deve seguire un altro percorso. La salvezza si raggiunge conoscendo e riconoscendo gli effetti del male ma non lo si può fare da soli: c’è bisogno di una guida. Così, mano nella mano, con volto sorridente, gli spiega la realtà di quel mondo e cosa vuol dire perdere “il ben de l’intelletto”[3]. Poi, quando Dante piange nel sentire i forti lamenti delle anime immerse nel dolore, lo rassicura e, all’ultima richiesta di spiegazioni, con gentilezza lo chiama “Figliuol mio“[4].  È la prima volta che il suo tono diventa familiare, prima del terremoto che spaventa il suo protetto al punto da farlo svenire.

     Si preparano a scendere nell’inferno, Virgilio per primo, ma Dante si accorge che il maestro è “tutto smorto“[5]. Interpretando il suo aspetto come segno di timore, gli chiede come possa seguirlo se ha paura anche lui che di solito gli funge da sostegno. Non ha capito che il pallore è solo manifestazione della pietà che prova per le anime del Limbo, alle quali egli stesso appartiene. È l’angoscia di chi, non per colpe commesse ma per non essere stato battezzato, si trova escluso in eterno dalla visione di Dio. Il dolore di questa condizione, propria dei bambini morti privi di battesimo ma legata anche, come nel caso di Virgilio, all’essere vissuti “nel tempo de li dei falsi e bugiardi”[6], cioè prima di Cristo, avvicina Dante all’interlocutore, al quale si rivolge con tono più accorato: “Dimmi, maestro mio, dimmi segnore”[7]. Non esiste nessuno immune dal dolore: è un progresso sul piano emotivo. Dante ha potuto cogliere l’umanità di Virgilio e ne trae conferma dalle parole di Francesca da Rimini: “Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; e ciò sa ‘l tuo dottore.”[8]

     Il rapporto tra i due diventa sempre più intenso: a Dante risulta spontaneo riferirsi a Virgilio come al “mar di tutto il senno”, alla “virtù somma”, a “lo savio mio”, al “savio gentil”, al “maestro mio”, al “buon maestro”, a “‘l savio mio maestro”, ma soprattutto come a “‘l mio buon duca”, “lo duca mio”, la mia guida. Vuol dire riconoscere il suo ruolo e il proprio bisogno. Dal canto suo, Virgilio sempre più spesso lo chiama “figlio” e “figliolo mio”, dando al proprio compito una dimensione genitoriale che non esclude il rimprovero, anche duro, all’occorrenza. È quanto accade quando Dante piange nel vedere il corpo stravolto dei maghi e degli indovini[9] e quando si sofferma ad ascoltare un litigio tra falsari[10].

     Occasione di fermezza è anche il desiderio di conoscenza di Dante il quale, come capita agli alunni curiosi e impazienti, talvolta non si pone limiti, col rischio di risultare molesto. Rendendosene conto, decide: “Allor con gli occhi vergognosi e bassi, temendo no ‘l mio dir li fosse grave, infino al fiume del parlar mi trassi”[11]. Quando poi, più avanti, Virgilio lo rassicura che non solo riceverà risposta alla domanda che gli pone ma anche che sarà soddisfatto il desiderio che gli nasconde, Dante si giustifica: “Buon duca, non tegno riposto a te mio cuor se non per dicer poco, e tu m’hai non pur mo a ciò disposto”[12], gli nasconde ciò che prova solo per parlare poco ed è ciò che anche adesso la sua guida gli ha chiesto di fare. Ha trovato la misura: “Tanto m’è bel, quanto a te piace: tu se’ segnore, e sai ch’i’ non mi parto dal tuo volere, e sai quel che si tace”[13],  mi è gradito tutto quello che piace a te: tu decidi e sai che non mi allontano dal tuo volere, e conosci ciò che non viene detto.

     Il rispetto e l’obbedienza diventano sintonia, così che arrivano le lodi. Pensiamo a quella, esaltante, plateale, che conclude il contrasto con Filippo Argenti. Dante, che in precedenza si è lasciato inopportunamente turbare dal dolore dei dannati, rimane del tutto indifferente dinanzi a questo “spirito maladetto” e Virgilio prima impedisce che l’arrogante con ira rovesci la loro barca e dopo manifesta tutta la propria soddisfazione al discepolo, che racconta: “Lo collo poi con le braccia mi cinse; basciommi ‘l volto e disse: «Alma sdegnosa, benedetta colei che ‘n te s’incinse!»”[14]. Non ci può essere riconoscimento maggiore: Anima capace di sdegnarsi, benedetta colei che fu incinta di te!  Analoga esaltazione il maestro manifesta per la tremenda invettiva di Dante contro i papi simoniaci che si sono fatti “dio d’oro e d’argento”. Racconta: “I’ credo ben ch’al mio duca piacesse, con sì contenta labbia sempre attese lo suon de le parole vere espresse. Però con ambo le braccia mi prese; e poi che tutto su mi s’ebbe al petto, rimontò per la via onde discese. Né si stancò d’avermi a sé distretto”[15], credo proprio che alla mia guida piacesse, dato che seguì sempre con aria felice il suono delle parole di verità che esprimevo. Perciò mi prese con tutte e due le braccia e, dopo avermi sollevato fino al petto, ripercorse la strada da cui era disceso e non si stancò mai di tenermi stretto a sé.

     Gli slanci e le manifestazioni di consenso, espressi con una fisicità sconosciuta tra adulti con ruoli diversi, ci devono far riflettere sul bisogno di affetto che non si riduce con l’età e che contribuisce a dare conforto e sicurezza. Tra Virgilio e Dante ormai non c’è solo obbedienza, c’è comune sentire. Ne è un esempio l’atteggiamento nei confronti dei sodomiti, gli omosessuali, l’incontro coi quali occupa due canti. Virgilio non solo presta attenzione alle loro grida ma dice a Dante: “Or aspetta, a costor si vuole esser cortese.”[16] L’esortazione alla sosta e al dovere della cortesia nei confronti di quelle anime è superflua perché Dante, se non fosse per la paura del fuoco, si getterebbe ad abbracciarle, a cominciare da quella di Brunetto Latini, suo antico maestro. Infatti, fermo restando il loro destino, che in un caso sembrerebbe addirittura legato al danno prodotto dalla presenza di una “fiera moglie”[17], cioè di una moglie scontrosa, c’è rispetto e stima per le loro persone, per la loro statura di letterati e guerrieri, per le loro virtù civili e la loro nobiltà  d’animo.

     È il contrario di quanto accade con un’altra categoria di dannati, ai quali pure sono dedicati due canti ma dai quali Virgilio invita Dante ad allontanarsi. Si tratta dei barattieri, cioè dei truffatori che, attraverso inganni e raggiri, hanno mirato sempre e soltanto al proprio beneficio. Sono numerosi nella terra in cui “del no, per li denar, vi si fa ita”[18], lì dove, per denaro, qualunque no diventa sì. Forse, ancora oggi, ne sappiamo qualcosa. Il rapporto tra i due è divenuto via via più stretto, così che Dante, quando ha paura, si stringe a Virgilio, mentre costui lo trae a sé, come sempre fa quando vuole proteggerlo. I gesti di entrambi sono di grande tenerezza. Per evitare che rimanga impietrito guardando la Gorgone, lo fa girare e gli copre gli occhi con le proprie mani[19]. Quelle stesse mani, “animose”, cioè in atto di incoraggiamento, lo spingono a parlare con Farinata, accompagnate dall’esortazione: “Le parole tue sien conte”[20], le tue parole siano adeguate.

     Lo prende per mano per accompagnarlo vicino al cespuglio in cui è prigioniero un suicida che inutilmente piange, avendo rifiutato il proprio corpo in vita[21]. Ancora “caramente” lo prende per mano per avvertirlo che gli appariranno, come una strana sequenza di torri, i giganti che, disposti intorno alla parete del pozzo infernale, vedrà sporgere dalla voragine solo fino all’ombelico[22]. Istiga il Minotauro che vuole impedire il loro passaggio in modo da farlo infuriare e, approfittando delle sue smanie, far passare Dante[23].

     Si sente responsabile di questo essere timoroso che Caronte ha definito “anima viva”[24]. Perciò, via via che il loro rapporto diventa più stretto, passa dal tenerlo per mano, come davanti alla porta dell’Inferno, al sostenerlo con le braccia quando il percorso è difficile, tant’è che Dante riferisce che, appena salì in groppa a Gerione, il maestro “con le braccia m’avvinse e mi sostenne”[25].

     Quando ci sono da affrontare difficoltà particolari, il maestro ha un attimo di forte turbamento ma trova subito la soluzione. Dante racconta: “con quel piglio dolce ch’io vidi prima a piè del monte, le braccia aperse” e mi afferrò. Segue una similitudine: “E come quei ch’adopera ed estima, che sempre par che ‘nnanzi si proveggia”, come chi agisce e valuta, così che mostra sempre di provvedere in anticipo, mentre lo spinge verso la cima di una sporgenza, ne osserva un’altra e gli dice: “Sovra quella poi t’aggrappa, ma tenta pria s’è tal ch’ella ti reggia”[26], poi aggrappati a quella, ma prima prova se è tale da poterti reggere.

     Virgilio è una guida perfetta, seria, prudente, ma, quando il discepolo, giunto in cima, si sente esausto e si siede, non esita a cambiare tono “Omai convien che tu così ti spoltre”, ormai è il caso che tu ti scuota di dosso la pigrizia, perché, sedendo sulle piume, non si arriva alla fama, e nemmeno stando sotto le coperte, perché, chi consuma la propria vita senza fama, lascia di sé sulla terra un ricordo simile al fumo nell’aria e alla schiuma nell’acqua. Perciò alzati e supera la difficoltà di respiro col vigore che vince ogni battaglia se non si lascia abbattere dal peso del suo corpo. A questo invito perentorio, Dante reagisce: “Levàmi allor, mostrandomi fornito meglio di lena ch’i’ non mi sentia”, allora mi alzai, mostrandomi provvisto di una lena maggiore rispetto a quella che mi sentivo e dissi: “Va, ch’i’ son forte e ardito”. L’esortazione genera una nuova dimensione nel loro rapporto, sicché il discorso tra i due si conclude semplicemente con un invito all’allievo ad agire: “Altra risposta”, disse, “non ti rendo se non lo far; ché la dimanda onesta si de’ seguir con l’opera tacendo”[27], non ti do altra risposta che agire, perché la domanda legittima deve essere seguita dall’azione senza parole.

     E’ una lezione di vita. Egli stesso ne è un esempio perché, nel momento più difficile, tocca a lui la parte più faticosa, quella dell’uscita dall’inferno.

     Se veniamo un attimo ai nostri giorni, ci rendiamo conto che, per un giovane che ha perso il senso dell’esistenza, abbandonare la realtà, umana o virtuale, che comunque sembrava offrirgli un rifugio, deve essere drammatico. Ecco perché, a questo punto, è la guida a doversi assumere tutto il peso e la responsabilità del passaggio.

     Tornando alla Divina Commedia, pensiamo che l’anima di Dante è salva in quanto sta sfuggendo alla condanna eterna ma ha ancora tanto da capire, tanto da imparare prima di poter procedere da sola. Ancora una volta, dovrà essere la guida a prendere tutte le decisioni. E’ allora, quando sono giunti nel fondo dell’inferno, costituito da un lago ghiacciato, dopo che Dante ha visto Lucifero con le sue tre facce, le gigantesche ali di pipistrello e il corpo peloso, è quello il momento di ripartire. E’ un momento quasi cinematografico: l’uscita  avviene attraverso la discesa lungo il corpo de “lo ‘mperador del doloroso regno”[28]. Dante riferisce che Virgilio aveva stabilito tutto nei dettagli: “Com’a lui piacque, il collo li avvinghiai”, il discepolo si avvinghiò al suo collo mentre lui, la guida, quando furono ben aperte le ali di quello che era stato l’angelo più bello del Signore prima di precipitare orribilmente, “appigliò sé a le vellute coste” si aggrappò ai fianchi pelosi e, “di vello in vello”, da un ciuffo di pelo all’altro, giù discese fino al punto in cui la coscia si articola e s’ingrossa l’anca. Erano al centro della terra e, per salire nell’emisfero australe, dove s’innalza la montagna del Purgatorio, dovevano capovolgersi e girare la testa in direzione delle gambe del mostruoso gigante, aggrappandosi al pelo “com’om che sale”. Tutto questo Virgilio fece “con fatica e con angoscia”, infine “ansando com’uom lasso”[29], ansimando come un uomo sfinito.

Ci vuole tanto amore per agire così, un amore che Virgilio ha già dimostrato quando Dante era atterrito al sopraggiungere dei diavoli: “Lo duca mio di sùbito mi prese, come la madre ch’al romore è desta e vede presso a sé le fiamme accese, che prende il figlio e fugge e non s’arresta, avendo più di lui che di sé cura”. Il maestro si era lasciato andare supino lungo la parete scoscesa “portandosene me sovra ‘l suo petto, come suo figlio, non come compagno”[30].

     Trovo stupenda la similitudine col gesto protettivo della madre che fugge per portare il figlio in salvo dall’incendio, sia perché l’amore non è una questione di genere, sia perché, come vedremo, anche nell’aldilà, non sempre risponde ai canoni. Sappiamo solo che, quando c’è, può dare fiducia, speranza, salvezza.

     Vediamo ora cosa accade nel Purgatorio, dove Virgilio viene definito “dolcissimo patre”[31] e – come abbiamo visto –  tale è  stato per Dante, che a lui si è affidato per la salvezza e tale continua ad essere nel regno in cui le anime espiano le proprie colpe in vista del Paradiso. Nell’Antipurgatorio, seguendo le istruzioni di Catone, pone “soavemente” tutte e due le mani aperte sull’erba tenera, ancora bagnata di rugiada, e gli lava le guance segnate dalle lacrime per renderne visibile il colore offuscato dall’inferno[32]. Soddisfa i suoi bisogni senza che nemmeno gli vengano manifestati, come quando, nella cornice degli iracondi, avvolta da un denso fumo, quale “scorta saputa e fida”[33], come guida esperta e fedele, gli si avvicina, gli offre l’appoggio della propria spalla e lo esorta a non separarsi da lui.

     Non che non sappia svolgere il proprio ruolo quando si tratta di incoraggiarlo a fare qualcosa che teme, ma lo fa sempre da “dolce padre”[34]. Insieme a Stazio, sono nella settima cornice; l’angelo della castità li esorta ad attraversare il muro di fuoco purificatore che permetterà loro di accedere all’ultima scalinata del monte ma Dante, pallido come un cadavere, non si muove. Quando – come vedremo – riesce a convincerlo, entra nel fuoco per primo, si fa seguire da lui e chiede a Stazio di stargli dietro, affinché la sua posizione sia la più sicura. Poi, superata la barriera di fiamme e saliti i primi gradini della scala, quando si devono fermare per la notte, ciascuno si distende su un gradino. Dante precisa: “io come capra, ed ei come pastori”[35]. Infatti Virgilio e Stazio fanno la guardia a lui come i pastori al gregge.

     Soffermiamoci un momento su come Virgilio ha indotto Dante ad affrontare la prova.  Dapprima gli ha spiegato che la fiamma non lo avrebbe potuto privare nemmeno di un capello; poi, turbato nel vederlo irremovibile, gli ha fatto notare: “Or vedi, figlio: tra Beatrice e te è questo muro”[36]. Così il “savio duca” ha saputo vincere la sua ostinazione. Per questo ha sorriso “come al fanciul si fa ch’è vinto al pome”[37], come si fa col fanciullo che si lascia convincere da una ricompensa. E ancora di Beatrice gli ha parlato continuamente mentre erano dentro il fuoco, sostenendo: “Li occhi suoi già veder parmi”[38].

     Dopo tante aspettative, nel Paradiso terrestre infine Beatrice appare “dentro una nuvola di fiori”[39]. Dante è scosso dalla grande potenza del sentimentoche  –  rievoca  –  “m’avea trafitto prima ch’io fuor di puerizia fosse”[40], lo aveva colpito prima che fosse uscito dall’infanzia.  Si volta, “col respitto col quale il fantolin corre a la mamma quando ha paura o quando elli è afflitto”, con la fiducia di un bambino impaurito o sofferente, per dire a Virgilio: “Men che dramma di sangue m’è rimaso che non tremi”, non mi è rimasta nemmeno una goccia di sangue che non tremi, ma lui “n’avea lasciati scemi di sé”[41], ci aveva lasciati privi di sé. E piange, rievocando la tenerezza con cui gli aveva pulito le guance con le mani bagnate di rugiada.  Piange tanto da essere persino compatito dagli angeli, anche perché, in contrasto con la premura paterna di Virgilio, Beatrice si comporta con lui come la madre che “al figlio par superba”[42] perché gli si rivolge con tono aspro. Questo gli fa sentire come amaro il sapore del suo affetto. Eppure la donna ha pianto per lui. Glielo fa sapere lo stesso Virgilio nel suo ultimo discorso, quando ne ricorda “li occhi belli che, lagrimando, a te venir mi fenno”[43].

     Allora era disperata perché, dopo la morte, notando che Dante aveva preso una strada sbagliata, aveva tentato in ogni modo, attraverso ispirazioni divine, di richiamarlo alla fede. Inutilmente. L’unica possibilità rimasta era fargli vedere le condizioni dei dannati. Per questo era scesa all’inferno e aveva implorato l’aiuto di Virgilio. Ma ora che costui ha svolto la propria funzione, occorre che Dante si penta, che “sia colpa e duol d’una misura”[44], cioè che il suo dolore sia pari alla sua colpa e che il prezzo dell’espiazione sia pagato attraverso un “pentimento che lagrime spanda”[45].

     Da qui la sua severità, sconosciuta a Virgilio, il quale, in cima alla scala che porta al Paradiso terrestre, chiamandolo “figlio”, gli aveva spiegato di avere portato a termine il proprio compito: “Tratto t’ho qui con ingegno e con arte; lo tuo piacere omai prendi per duce”[46], ormai puoi prendere la tua volontà  come guida. Colui che al primo incontro Dante aveva chiamato “lo mio maestro e lo mio autore”[47], gli aveva segnalato il traguardo raggiunto: “Non aspettar mio dir più né mio cenno; libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch’io te sovra te corono e mitrio”[48], non aspettarti più da me parole o gesti; il tuo arbitrio è libero, retto e incorrotto, e sarebbe un errore non seguirlo: perciò io ti proclamo signore e guida di te stesso[49].

      In quel momento Dante non sapeva che sarebbero state le sue ultime parole. Lo ha visto sorridere insieme a Stazio quando hanno sentito richiamare gli antichi poeti[50]; con loro ha assistito alla processione mistica[51] ma poi, quando, all’apparizione di Beatrice,  sbigottito, si è girato verso di lui per comunicargli la propria emozione, non lo ha trovato. Era uscito di scena con la grandezza della sua statura morale.

     Ecco, la sua uscita di scena è ciò su cui più dovremmo riflettere perché è il segno caratterizzante la sua azione: la levità. Tutti i suoi gesti hanno una delicatezza sconosciuta a tanti di noi genitori. Tendiamo ad essere pesanti, ingombranti, quando li affrontiamo, per essere sicuri dell’efficacia dei nostri interventi, dell’effetto delle nostre parole. E quando sembriamo disinteressarci dei nostri figli è per il senso di inadeguatezza che ci pervade. Non sappiamo essere maestri.

     Non è stato così per le generazioni passate, che erano istintive e non si ponevano problemi. Prendiamo il caso di quando avrebbero dovuto lasciar andare i giovani: a parte il richiamo alle armi e l’emigrazione per fame, riuscivano a condizionarli a vita. Un uomo di una certa età mi ha descritto con angoscia una scena, alla quale aveva assistito molti anni prima, in cui la propria madre rincorreva piangendo giù per le scale il figlio minore in partenza per andare a vivere altrove. Mi ha confessato di aver deciso in quel momento che non avrebbe mai causato il ripetersi di quello strazio e di non avere, per questo motivo, colto alcune occasioni che lo avrebbero portato ad abbandonarla.

     Certamente è un caso estremo ma, ancora oggi, sono tante le mamme chiocce e non sono pochi i padri che costruiscono la casa ai figli nel proprio paese e che portano avanti l’impresa che hanno creato con l’intento di lasciarla loro in eredità, sentendosi traditi se questi aspirano a fare altro.

     Non accettiamo di definire quello del genitore un difficilissimo compito a tempo, che potremo considerare assolto quando il figlio avrà capito cosa significa vivere e sarà, come dice Virgilio, signore e guida di sé stesso.

     Dobbiamo chiedere scusa per la nostra inutile invadenza, per la nostra incapacità di far crescere e lasciar crescere i ragazzi, per la presunzione di poterli proteggere e l’arroganza di volerli difendere incondizionatamente, senza mai uscire di scena dalla loro vita.  

     In fondo, tutto dipende dal fatto che siamo viziati: dal XIII secolo avanti Cristo siamo tutelati dalle tavole di Mosè e dal comandamento “Onora il padre e la madre” che – badiamo bene – accosta le due figure genitoriali pur non equiparandole, tant’è che, nel Siracide, uno dei Libri sapienziali della Bibbia, del secondo secolo prima di Cristo, si chiarisce: “Il Signore ha glorificato il padre al di sopra dei figli e ha stabilito il diritto della madre sulla prole”. Non ci possiamo meravigliare del potere che ci sentiamo in diritto di esercitare, anche se, già in quel testo, da alcuni precetti traspare l’onere della loro osservanza: “Chi onora il padre espia i peccati; chi onora sua madre è come chi accumula tesori”[52]. Il discorso si fa addirittura minaccioso, in caso di mancato rispetto della norma da parte di “chi teme il Signore”: “poiché la benedizione del padre consolida le case dei figli, la maledizione della madre ne scalza le fondamenta”[53]. Le indicazioni sono molto più toccanti quando riguardano i genitori in disgrazia: “Non vantarti del disonore di tuo padre, perché il disonore del padre non è gloria per te; la gloria di un uomo dipende dall’onore di suo padre, vergogna per i figli è una madre nel disonore”[54].  Trovo infine commovente l’invito al figlio di un genitore in condizione di fragilità: “Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Sii indulgente, anche se perde il senno, e non disprezzarlo, mentre tu sei nel pieno vigore”[55]. Tutte queste disposizioni sono sbilanciate a favore dei genitori, ai quali si deve rispetto, gratitudine e cura in quanto rappresentano l’autorità di Dio: onorarli significa onorare Dio.

     Passano tanti anni e, nel 60 dopo Cristo, San Paolo assume una posizione di maggiore equilibrio. Comincia: “Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto” ma, due righi dopo, aggiunge: “E voi, padri, non esasperate i vostri figli”[56]. Questi cominciano finalmente ad esistere come persone, non più solo come esecutori della volontà divina. Bisogna tuttavia arrivare all’inizio del XX secolo perché vengano giuridicamente riconosciuti loro dei diritti. Non ci possiamo sorprendere che tanti di noi genitori ancora non li prendano in considerazione e agiscano come se essi non esistessero. I nostri figli, dal canto loro, come tutti gli adolescenti, quando vogliono oltrepassare i confini e opporsi all’autorità, possono invischiarsi in situazioni pericolose rispetto alle quali non sappiamo come agire.

     Forse, tra qualche decennio, quando gli adulti saranno più preparati e consapevoli di quanto siamo noi, i casi da “selva oscura” saranno rari ma oggi, quando noi stessi siamo frutto di un’educazione legata al passato e ci permettiamo di ripetere che “ai nostri tempi …”, in questa fase di transizione, dobbiamo prendere atto dei nostri limiti e accettare di non potercela fare da soli. E’ a questo punto che ci rendiamo conto che … ci manca Virgilio.

[1] Inf III, 98-99.

[2] Inf. III, 104.

[3] Inf III, 18-20.

[4] Inf III, 121.

[5] Inf IV, 14.

[6] Inf I, 72.

[7] Inf IV, 46.

[8] Inf V, 121-3.

[9] Inf XX.

[10] Inf XXX.

[11] Inf III, 79-81.

[12] Inf X, 19-21.

[13] Inf XIX, 37-9.

[14] Inf VIII, 43-5.

[15] Inf XIX, 112 e 121-7.

[16] Inf XVI, 14-5.

[17] Ibidem, 45.

[18] Inf XXI, 42.

[19] Inf IX, 59-60.

[20] Inf X, 37-9.

[21] Inf XIII, 130-1.

[22] Inf XXXI, 28-33.

[23] Inf XII, 22-7.

[24] Inf III, 88.

[25] Inf XVII, 96.

[26] Inf XXIV, 20-30.

[27] Ibidem 16-78.

[28] Inf XXXIV, 28.

[29] Ibidem, 70-83.

[30] Inf XXIII, 37-51.

[31] Purg XXX, 50.

[32] Purg I, 121-9.

[33] Purg XVI, 8-15.

[34] Purg XXVII, 51.

[35] Ibidem, 86.

[36] Ibidem, 35-6.

[37] Ibidem, 45.

[38] Ibidem, 54.

[39] Purg XXX, 28.

[40] Ibidem, 41-2.

[41] Ibidem, 43-9.

[42] Ibidem 79-81.

[43] Purg XXVII, 136-7.

[44] Purg XXX, 108.

[45] Ibidem, 144-5.

[46] Purg XXVII, 130-1.

[47] Inf I, 85.

[48] Purg XXVII, 139-142.

[49] In questa, come in alcune altre occasioni, ho tratto spunto dal commento contenuto nell’edizione SEI del 2021.

[50] Purg XXVIII,144.

[51] Purg XXIX.

[52] Libro del Siracide 3:2-4.

[53] Ibidem 3:9.

[54] Ibidem 3:10-11.

[55] Ibidem 3:12-13.

[56] Lettera agli Efesini 6:1 e 4.

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000