Miti e Aporie della Matematica

Miti d’origine e aporie fondatrici della matematica, il pdf di una conversazione tenuta con docenti e studenti del primo biennio di un liceo scientifico.

Il titolo, forse altisonante ma decisamente impegnativo, mi era stato suggerito dalle discussioni intorno al proposito, lodevolissimo, del ministro Valditara di voler cambiare l’insegnamento della matematica nelle scuole. Al riguardo infatti mi era parso opportuno proporre una riflessione sulla natura della matematica ed in particolare sulle difficoltà che ne hanno reso sempre problematico l’insegnamento. Difficoltà che sono le stesse che impediscono di fatto una fondazione della matematica e cioè ne impediscono una costruzione edificata su pilastri solidi, con ingressi ben definiti e visibili, scale d’accesso ai piani superiori, corridoi, stanze e solai su cui muoversi con sicurezza. Una tale fondazione, non esiste; se esistesse potrebbe essere presa a modello per una organizzazione didattica della disciplina, sostegno di una linea d’insegnamento universalmente accettata e seguita.

Il file qui pubblicato è solo il pdf delle slide che segnano i vari momenti della conversazione tenuta con studenti e docenti. La mancanza delle parti “a voce” ne potrebbe limitare in  una certa misura la comprensione. A recuperare almeno in parte tali perdite possono concorrere sia i molti riferimenti presenti nel testo ad articoli già pubblicati su Matmedia sia la sintesi offerta dalla prof.ssa Lucia Grossi del Liceo Copernico di Prato.

“[…] Il prof. Ambrisi ci ha accompagnati in un viaggio attraverso i miti di origine della matematica. Ci ha illustrato la bellezza del teorema di Talete che permette di misurare ciò che non è direttamente alla portata umana, come l’altezza di una piramide, ma anche di abbracciare l’infinitamente piccolo della suddivisione di un segmento in segmenti congruenti. Il viaggio si è snodato come il gomitolo del filo di Arianna nel labirinto di Dedalo, un altro dei miti d’origine della matematica. Il labirinto è la metafora di una delle doppie nature di questa disciplina: l’algoritmica, ovvero il passo dopo passo del calcolo, il filo percorribile nei due versi, in entrata e in uscita, e all’opposto la dialettica, l’allontanamento dal filo teso alla ricerca della luce, della terza dimensione, simboleggiato dal volo tentato da Dedalo. Platone, Euclide, Eratostene, Dante, Galilei, Leopardi: tanti i personaggi che ci hanno accompagnato in questo viaggio con riferimenti a Rousseau, a Umberto Eco per riflettere sulla natura della matematica e su cosa sia importante insegnare. Proprio da Umberto Eco il prof. Ambrisi riprende la metafora moderna con la quale può essere descritta la matematica: una rete che non può essere “srotolata”, che non ha centro, non ha periferia, non ha uscita e le cui connessioni sono praticamente infinite. Dove dirigersi e quale percorso scegliere? Questioni ancora aperte ma, citando Edoardo Boncinelli, il prof Ambrisi ci ha indicato una via, quella di insegnare a vedere connessioni e legami significativi tra cose diverse anche molto distanti tra loro, cogliere l’essenza di una situazione reale o immaginaria e vedere tutte le implicazioni”.

Il pdf delle slide.

  • Emilio Ambrisi

    Laureato in matematica, docente e preside e, per un quarto di secolo, ispettore ministeriale. Responsabile, per il settore della matematica e della fisica, della Struttura Tecnica del Ministero dell’Istruzione. Segretario, Vice-Presidente e Presidente Nazionale della Mathesis dal 1980 in poi e dal 2009 al 2019, direttore del Periodico di Matematiche.

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