I Cpia piemontesi senza organi collegiali. Dov’è la democrazia?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo dal professore torinese Ennio Avanzi il seguente contributo.

Nel 1973, la FLM imponeva nel contratto dei metalmeccanici le “150 ore”. Le lavoratrici e i lavoratori entravano da protagonisti nella scuola portando in modo dialettico la loro cultura e il loro punto di vista. Nello stesso anno veniva pubblicato in Italia “L’educazione come pratica della libertà” di Paulo Freire. Il pedagogista brasiliano affermava: “La mia visione dell’alfabetizzazione va oltre ba, be, bi, bo, bu. Perché implica una comprensione critica della realtà sociale, politica ed economica …”.

Sono passati cinquanta anni. Sono state recise quelle radici nei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti del Piemonte?

I CPIA, sono scuole frequentate da donne e uomini, italiani e migranti. Adulti che studiano per conseguire un titolo di studio e/o per imparare l’italiano.

Sono “autonomie scolastiche”: come tutte le scuole di Stato hanno l’obbligo di avere il Consiglio

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