Dove sono finite le felicità di imparare e di insegnare?

Un mio collega, persona di grande esperienza e di altrettanta gande simpatia, mi ripete, direi quasi ogni mattina, alla prima ora di lezione, vicino ad un calorifero faticosamente da noi conquistato nell’aula professori del nostro liceo: “la scuola versa in una crisi epocale e nessuno fa nulla”.

Sappiamo che la percezione di una disfatta del sistema scolastico italiano aleggia in ogni dove, dalle pagine culturali di giornali e riviste alle trasmissioni televisive più frivole, con ricette più disparate per la soluzione di quelli che sono visti come i grandi mali della scuola.

Con una sapiente alternanza, che dipende spesso dall’ultimo fatto di cronaca alla ribalta, sul tavolo degli imputati compaiono la società, i genitori, i nuovi adolescenti, con il loro corredo emotivo apatico, i programmi lontani dalla realtà del mondo contemporaneo, l’incapacità di adeguarsi alle concrete necessità professionali, i fondi insufficienti, ma più spesso, mi pare di

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