Stipendi a picco, in due anni -15%: per docenti e Ata col nuovo contratto solo +4%. Gli economisti chiedono il salario minimo indicizzato all’inflazione

Gli stipendi dei lavoratori italiani risultano sempre più irrisori: i redditi reali hanno perso la bellezza del 15% del potere d’acquisto in due anni. Anche nella scuola le cose non vanno bene, se si pensa che nello stesso periodo l’aumento è stato di poco superiore al 4 per cento e l’indennità di vacanza contrattuale, in attesa del nuovo Ccnl, è di appena l’1,5 per cento. Ma l’aspetto forse più preoccupante è che le politiche monetarie e fiscali sono state orientate in senso restrittivo per la lotta all’inflazione. A lanciare l’allarme sui compensi sempre più indietro rispetto al costo della vita è stato il presidente della Società Italiana di Economia Mario Pianta, professore alla Scuola Normale Superiore: quella che si sta adottando a livello nazionale e internazionale è “una risposta profondamente sbagliata che apre una prospettiva di recessione“, ha detto l’economista in apertura del convegno ‘Inflazione e salari:

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