Figalli: “ChatGPT non ci ruberà il lavoro, ma ci renderà più pigri a scuola. Rimodellare il modo in cui lavorare”

Di redazione

Alessio Figalli, vincitore della medaglia Fields nel 2018, svela la sua visione sull’intelligenza artificiale (IA) in una recente intervista a la Repubblica, sostenendo che l’IA non è un ladro di lavori, ma potrebbe rendere la società più pigra.

Attualmente impegnato nell’insegnamento e nella ricerca a Zurigo, Figalli descrive come l’IA possa ottimizzare i processi di lavoro, riducendo così il livello di energia che gli esseri umani devono dedicare a tali compiti. Questo però, sottolinea, non significa che l’IA porterà via il lavoro, piuttosto potrebbe rimodellare il modo in cui lavoriamo.

Inoltre, Figalli sfata un mito comune, sostenendo che le IA non sono realmente “intelligenti”. Si basano sulle esperienze passate e le riproducono con una potenza di calcolo così avanzata da simulare l’intelligenza. Pur avendo la capacità di combinare elementi in maniera originale, le

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Concorso Dirigenti Scolastici

a cura di Dario Cillo

Pubblicato il Decreto Ministeriale 8 giugno 2023, AOOGABMI. 107, adottato ai sensi dell’art. 5, commi da 11-quinquies a 11-novies del decreto- legge 29 dicembre 2022, n. 198 convertito con modificazioni con la Legge 24 febbraio 2023, n. 14, che definisce la modalità di partecipazione al corso intensivo di formazione e della relativa prova finale. Alla prova di ammissione al corso intensivo di formazione sono ammessi i partecipanti al concorso di cui al DDG 23 novembre 2017, n. 1259, che abbiano sostenuto almeno la prova scritta della predetta procedura concorsuale e, alla data del 28 febbraio 2023, versino in una delle seguenti condizioni:a) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta;b) abbiano superato la prova scritta e la prova orale cui siano stati ammessi in forza di un provvedimento giurisdizionale cautelare, anche se successivamente caducato;c) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova orale.

Decreto Ministeriale 8 giugno 2023, AOOGABMI. 107Modalità di partecipazione al corso intensivo di formazione ed alla relativa prova finale destinata ai partecipanti al concorso di cui al DDG 23 novembre 2017, n. 1259, che abbiano sostenuto almeno la prova scritta della predetta procedura concorsuale (art. 5, commi da 11-quinquies a 11-novies del decreto- legge 29 dicembre 2022, n. 198 convertito con modificazioni con la legge 24 febbraio 2023, n. 14)

Con la Sentenza 12 gennaio 2021, n. 395, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello del Ministero relativo al concorso per dirigenti scolastici bandito nel 2017 e ne ha confermato, dunque, la piena regolarità.Sono oltre 3.000 i vincitori della procedura, di cui oltre 2.500 già assunti fra il 2019 e il 2020.

Il 7 agosto 2020 il Consiglio dei Ministri autorizza il Ministero dell’istruzione ad assumere, a tempo indeterminato, per l’anno scolastico 2020-2021, n. 529 dirigenti scolastici.

Pubblicata con Avviso 30 agosto 2019 l’assegnazione ai ruoli regionali di 61 vincitori a seguito dello scorrimento della graduatoria del concorso per Dirigenti Scolastici.

Avviso 30 agosto 2019Concorso dirigenti scolastici. Ulteriore assegnazione dei vincitori alle regioni a seguito di rinunce all’assunzione

Con Avviso 28 agosto 2019, AOODGPER 38777, il MIUR ivita i candidati collocati dal posto 1985 al posto 2045 della graduatoria approvata con Decreto Dipartimentale 1 agosto 2019, AOODPIT 1205, ad indicare l’ordine di preferenza tra le 17 regioni esclusivamente tramite POLIS a partire dalle ore 15:00 del 28 agosto 2019 e fino alle ore 23:59 del 29 agosto 2019.

Avviso 28 agosto 2019, AOODGPER 38777Concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali (D.D.G. n. 1259, del 23/11/2017). Ulteriori assegnazioni ai ruoli regionali a seguito di rinunce all’assunzione in servizio

L’8 agosto viene pubblicata dal MIUR l’assegnazione ai ruoli regionali dei vincitori del concorso per Dirigenti Scolastici indetto con il D.D.G. 1259 del 23 novembre 2017.I vincitori sono stati assegnati alle Regioni sulla base dell’ordine di graduatoria e delle preferenze espresse, nel limite dei posti vacanti e disponibili in ciascun Ufficio Scolastico Regionale per l’anno scolastico 2019/2020.Dei 1.984 vincitori assegnati, 1.147 sono stati destinati alla prima Regione scelta, 262 alla seconda e 146 alla terza.

Nota 8 agosto 2019, AOODGPER 36621Assegnazione ai ruoli regionali dei vincitori del concorso per dirigenti scolastici indetto con D.D.G. 1259 del 23/11/2019

Il 7 agosto il MIUR, ravvisata la necessità di apportare rettifiche ai punteggi relativi agli errori materiali rilevati nella graduatoria allegata al Decreto Dipartimentale 1 agosto 2019, AOODPIT 1205, pubblica la graduatoria definitiva del concorso per dirigenti scolastici.

Decreto Dipartimentale 7 agosto 2019, AOODPIT 1229Graduatoria del concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici. Rettifica

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 6 agosto 2019, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e del Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, ha approvato un decreto del Presidente della Repubblica che prevedono l’autorizzazione al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ad assumere a tempo indeterminato, per l’anno scolastico 2019/2020, sui posti effettivamente vacanti e disponibili, 2.117 dirigente scolastici.

Pubblicata l’1 agosto la graduatoria del concorso per dirigenti scolastici.

Decreto Dipartimentale 1 agosto 2019, AOODPIT 1205Graduatoria generale nazionale per merito e titoli del concorso per dirigenti scolastici, formata sulla base del punteggio finale conseguito dai candidati ai sensi dell’articolo 10, comma 7 del Bando e, a parità di punteggio complessivo, delle preferenze di cui all’articolo 5, commi 4 e 5, del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487

Il MIUR ha reso noto che:

gli idonei al concorso sono in totale 3.420, dei quali saranno dichiarati vincitori 2.900;

sono state richieste al MEF 2.117 autorizzazioni all’immissione in ruolo, 1.984 delle quali appartengono alla procedura concorsuale in corso; i restanti posti sono relativi: – 39 alla precedente procedura concorsuale in Campania,– 67 a dirigenti trattenuti in servizio,– 1 a riammissione in servizio,– 21 a provvedimenti giurisdizionali riguardanti la Sicilia;

la graduatoria nazionale è pubblicata l’1 agosto 2019;

dalle ore 15.00 del 1^ agosto 2019 alle ore 23.59 del 4 agosto 2019 i candidati utilmente collocati nei primi 1.984 posti della graduatoria possono indicare l’ordine di preferenza tra le 17 regioni disponibili esclusivamente tramite ‘Polis’;

i vincitori saranno assegnati ai ruoli regionali sulla base dell’ordine di graduatoria e delle preferenze espresse, nel limite dei posti vacanti e disponibili in ciascun USR.

Il MIUR ha inoltre reso disponibile una tabella con la distribuzione provvisoria dei posti nelle diverse Regioni (1.986 posti su 1.984 nominati):

Abruzzo 17

Basilicata 10

Calabria 71

Campania 0

Emilia Romagna 212

Friuli Venezia Giulia (lingua italiana) 66

Lazio 107

Liguria 68

Lombardia 359

Marche 80

Molise 13

Piemonte 240

Puglia 117

Sardegna 73

Sicilia 94

Toscana 158

Umbria 37

Veneto 264

TOTALE: 1986

Il MIUR con Nota 17 luglio 2019, AOODGPER 32565, rende noto il punteggio riconosciuto dalle Commissioni esaminatrici ai titoli dei candidati che hanno superato la prova orale del Concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici.

Nota 17 luglio 2019, AOODGPER 32565Concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali (D.D.G. n. 1259, del 23/11/2017). Valutazione dei titoli culturali, di servizio e professionali di cui alla tabella A allegata al D.M. n. 138/2017 e all’errata corrige pubblicata nella G.U. del 21 ottobre 2017, n. 247

Il Consiglio di Stato, Sezione Sesta, con ordinanza 11 luglio 2019, n. 3512, “(…) considerato che – a prescindere dal merito delle questioni devolute in appello e da ogni valutazione sull’effettiva portata invalidante dei vizi dedotti (segnatamente dei vizi riscontrati dal primo giudice) –, sulla base di un bilanciamento di tutti gli interessi in conflitto ed alla luce di una valutazione comparativa degli effetti scaturenti dall’esecuzione dell’appellata sentenza nelle more del giudizio di merito, con particolare riguardo all’incidenza sull’assetto organizzativo dell’amministrazione della scuola in prossimità dell’inizio del nuovo anno scolastico, deve ritenersi preminente l’interesse pubblico alla tempestiva conclusione della procedura concorsuale, anche tenuto conto della tempistica prevista per la procedura di immissione in ruolo dei candidati vincitori e per l’affidamento degli incarichi di dirigenza scolastica con decorrenza dal 1° settembre 2019 (…) accoglie le istanze cautelari proposte nell’ambito dei ricorsi principali (…) e, per l’effetto, sospende l’esecutività della statuizione di accoglimento contenuta nella sentenza impugnata; fissa l’udienza pubblica per la discussione dei ricorsi nel merito al 17 ottobre 2019 (…)“.

Il TAR Lazio, Sezione Terza Bis, con sentenza 2 luglio 2019, n. 8655, accoglie il ricorso 6233/2019 “a seguito della riconosciuta fondatezza della doglianza che ha contestato la legittimità dell’operato della Commissione plenaria nella seduta in cui sono stati fissati i criteri di valutazione, con conseguente annullamento in toto della procedura concorsuale in questione.”

Prova orale concorso

La prova orale consiste in:

un colloquio che accerta la preparazione professionale del candidato nelle materie di esame;

una verifica della capacità di risolvere un caso riguardante la funzione del dirigente scolastico;

una verifica della conoscenza degli strumenti informatici e delle tecnologie della comunicazione normalmente in uso presso le istituzioni scolastiche;

una verifica della conoscenza della lingua prescelta dal candidato tra francese, inglese, tedesco e spagnolo al livello B2 del CEF, attraverso la lettura e traduzione di un testo scelto dalla Commissione e una conversazione nella lingua prescelta.

Punteggio e modalità di svolgimentoAl colloquio sulle materie d’esame, all’accertamento della conoscenza dell’informatica e all’accertamento della conoscenza della lingua straniera prescelta dal candidato, nell’ambito della prova orale, la Commissione del concorso attribuisce un punteggio nel limite massimo rispettivamente di 82, 6 e 12. Il punteggio complessivo della prova orale è dato dalla somma dei punteggi ottenuti al colloquio e nell’accertamento della conoscenza dell’informatica e della lingua. La prova orale è superata dai candidati che ottengono un punteggio complessivo pari o superiore a 70 punti.La Commissione e le Sottocommissioni esaminatrici, prima dell’inizio della prova orale, determinano i quesiti da porre ai singoli candidati per ciascuna delle materie di esame. Tali quesiti sono proposti a ciascun candidato previa estrazione a sorte.

La lettera estratta per l’inizio della prova orale è la lettera “M”.

Pubblicati il 10 maggio 2019, ai sensi dell’art. 9, comma 5, del Bando, i quadri di riferimento della prova orale del concorso nazionale per dirigenti scolastici

Pubblicati dal 29 aprile 2019 i calendari della prova orale del concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici

Rettifiche calendari prova orale

Come previsto dall’Avviso 19 aprile 2019, AOODGPER 18824(Prova scritta del concorso per l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica – D.D.G. n. 1259 del 23.11.2017 – riscontro plurime istanze di accesso presentate dai candidati) a partire dall’ 8 maggio 2019 i candidati che hanno sostenuto la prova scritta possono prendere visione del proprio elaborato, della scheda di valutazione e del verbale relativo alla correzione del proprio compito, accedendo con le proprie credenziali all’area ‘Altri servizi’ di Polis.

Decreto Dipartimentale 19 aprile 2019, AOODPIT 580Concorso dirigenti scolastici. Nominati i componenti aggregati delle commissioni esaminatrici

Decreto Dipartimentale 19 aprile 2019, AOODPIT 579Concorso dirigenti scolastici. Sostituzione componenti sottocommissioni esaminatrici

Nota 2 aprile 2019, AOODGPER 13277Concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali (D.D.G. n. 1259, del 23/11/2017). Dichiarazione dei titoli culturali, di servizio, professionali e di preferenza a parità di merito e di titoli

Pubblicato il Decreto Dipartimentale 27 marzo 2019, AOODPIT 395 contenente l’elenco degli ammessi alla prova orale del Concorso per il reclutamento di Dirigenti Scolastici da immettere nei ruoli regionali presso le istituzioni scolastiche statali, inclusi i centri provinciali per l’istruzione degli adulti: solo 3.795 candidati ,dei 9.376 partecipanti alla prova (circa 600 dei quali ammessi con riserva), hanno superato lo scritto.

Con nota 22 marzo 2019, AOODGPER 11180, il MIUR ha comunicato che il 25 e 26 marzo 2019 si procederà allo scioglimento dell’anonimato e che successivamente sarà pubblicato il decreto con il nominativo degli ammessi alla prova orale.La stessa nota indica i criteri con i quali i candidati ammessi alla prova orale verranno abbinati ad una delle 38 commissioni/sottocommissioni esaminatrici.Entro aprile saranno individuati i membri aggregati (informatica e lingua) delle commissioni di concorso ciascuna formata da 9 membri, compreso il segretario, per un totale di 342 commissari. Previsto per i primi giorni di maggio l’inizio delle prove orali con conclusione entro la data di avvio degli Esami di Stato per arrivare, a fine giugno, alla pubblicazione della graduatoria e, il 1° settembre 2019, all’immissione in ruolo.

Decreto Dipartimentale 31 dicembre 2018, AOODPIT 2080Corso concorso dirigenti scolastici. Costituzione delle sottocommissioni esaminatrici

Corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali (D.D.G. n. 1259 del 23/11/2017). Prova scritta a Roma del 13 dicembre 2018 per i candidati muniti di ordinanze o decreti cautelari

Il 13 dicembre 2018, i candidati di regioni diverse dalla Sardegna muniti di provvedimenti giurisdizionali a loro favorevoli, non riformati dal Consiglio di Stato, con cui è stata disposta l’ammissione con riserva alla procedura concorsuale, potranno sostenere la prova scritta nelle sedi appositamente individuate dall’Ufficio scolastico regionale per il Lazio e che saranno pubblicate sul sito internet del predetto U.S.R. e del Ministero.

I suddetti candidati destinatari di provvedimenti favorevoli dovranno presentarsi presso l’aula indicata muniti del provvedimento giurisdizionale che contenga l’espressa previsione del loro nominativo, di un documento di riconoscimento in corso di validità e del codice fiscale.

Ogni ulteriore informazione e documentazione relativa   alla prova scritta è disponibile nell’apposito   spazio «Il corso-concorso dirigenti scolastici» sull’home page del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca www.miur.gov.it.

Diario 9 novembre 2018Rinvio del diario della prova scritta del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, per i soli candidati della Regione Sardegna

La prova scritta del corso-concorso nazionale per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali si svolge, limitatamente ai candidati precedentemente assegnati alle sedi di esame della Regione Sardegna, in data 13 dicembre 2018, alle ore 10,00.
L’elenco delle sedi della prova scritta, con la loro esatta ubicazione e con l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti, nella Regione Sardegna, in ordine alfabetico, viene comunicato entro il 27 novembre 2018 tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero.
In tali sedi potranno sostenere la prova eventuali candidati, residenti in Sardegna, muniti di provvedimenti giurisdizionali a loro favorevoli, non riformati dal Consiglio di Stato, con cui è stata disposta l’ammissione con riserva alla procedura concorsuale.

Avviso prova scritta regione Sardegna. Corso – concorso nazionale per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali (Decreto Direttoriale protocollo 1259 del 23 novembre 2017)
(Martedì, 30 ottobre 2018) A seguito del rinvio dell’espletamento, nella regione Sardegna, della prova scritta del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici, disposto a seguito dell’ordinanza del Sindaco del Comune di Cagliari n. 62 del 17/10/2018, si comunica che il giorno e l’ora di svolgimento della suddetta prova, limitatamente ai candidati precedentemente assegnati alle sedi di esame della regione Sardegna, sarà reso noto con avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 4a Serie speciale, Concorsi ed esami, del 9 novembre 2018.

Prova scritta del corso – concorso nazionale per dirigenti scolastici
La prova scritta del corso-concorso nazionale per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, unica su tutto il territorio nazionale, si svolge in data 18 ottobre 2018, alle ore 10,00 nelle sedi individuate dagli USR.   Lo svolgimento della prova scritta è computerizzato.
Articolazione e durataLa prova scritta consiste in cinque quesiti a risposta aperta sulle materie indicate nel bando e due quesiti in lingua straniera. Ciascuno dei due quesiti in lingua straniera è articolato in cinque domande a risposta chiusa, volte a verificare la comprensione di un testo nella lingua straniera prescelta dal candidato tra inglese, francese, tedesco e spagnolo. La prova ha la durata di 150 minuti.
Punteggio e ammissione alla prova oraleA ciascuno dei cinque quesiti della prova scritta non espressi in lingua straniera, la Commissione del concorso attribuisce un punteggio nel limite massimo di 16 punti. A ciascuno dei quesiti in lingua straniera la Commissione attribuisce un punteggio nel limite massimo di 10 punti, 2 per ciascuna risposta corretta. Il punteggio complessivo della prova scritta è dato dalla somma dei punteggi ottenuti in ciascuno dei sette quesiti.I candidati che ottengono un punteggio complessivo pari o superiore a 70 punti superano la prova scritta e sono ammessi a quella orale.
Il 31 ottobre 2018 sono pubblicati i quesiti oggetto della prova scritta del corso-concorso per dirigenti scolastici, che si è tenuta in data 18 ottobre 2018. Si comunica che tra le tre prove predisposte è stata estratta la prova “B”. Le opzioni di risposta ai quesiti in lingua straniera sono disposte in ordine casuale. Sono altresì pubblicate le prove non estratte (A e C ).

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L’elenco delle sedi della prova scritta, con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti, analogamente alla prova preselettiva, nella regione di residenza in ordine alfabetico, e le ulteriori istruzioni operative, viene comunicato entro il 3 ottobre 2018 tramite avviso pubblicato sul sito internet del MIUR.
“Per consultare gli elenchi relativi agli abbinamenti candidati/aule selezionare l’Ufficio scolastico della propria regione di residenza. I candidati residenti all’estero, o ivi stabilmente domiciliati, sosterranno la prova nella regione Lazio. I candidati residenti nelle province di Trento e Bolzano sosterranno la prova nella regione Veneto”

Diario 14 settembre 2018Prova scritta del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali

In allegato al Decreto Dipartimentale 24 luglio 2018, AOODPIT 1134, è pubblicato l’elenco dei candidati ammessi alla prova scritta del concorso per dirigenti scolastici. Si tratta di coloro che hanno superato la prova preselettiva, svoltasi il 23 luglio 2018 in tutta Italia, che ha dato ufficialmente il via alla selezione di 2.425 nuovi capi d’Istituto.
Alla prova hanno partecipato 24.082 candidati effettivi sui 34.580 iscritti: 17.279 donne e 6.803 uomini. Gli ammessi allo scritto sono 8.736: gli 8.700 previsti da bando, più 36 candidati che risultano a pari merito con un punteggio di 71,7.

La prova preselettiva del corso-concorso nazionale per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, si è svolta il 23 luglio 2018 alle ore 10:00 nelle sedi individuate dagli Uffici scolastici regionali e pubblicate sul sito internet del Ministero entro il 6 luglio 2018.I partecipanti sono stati 24.082 su 34.580 candidati iscritti.

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“Per consultare gli elenchi relativi agli abbinamenti candidati/aule selezionare l’Ufficio scolastico della propria regione di residenza. I candidati residenti all’estero, o ivi stabilmente domiciliati, sosterranno la prova nella regione Lazio. I candidati residenti nelle province di Trento e Bolzano sosterranno la prova nella regione Veneto”

Concorso dirigenti scolastici al via domani con la prova preselettiva. I candidati sono oltre 34mila
(Domenica, 22 luglio 2018) Prenderà il via domani mattina, alle ore 10, la prova preselettiva del concorso per il reclutamento di 2.425 dirigenti scolastici, di cui 9 destinati alle scuole di lingua slovena o bilingue presenti in Friuli Venezia Giulia. I candidati sono 34.580. Il 71% dei partecipanti alla prova è donna (24.477 candidate). L’età media è di 49 anni. I candidati, distribuiti in 1.984 aule, avranno a disposizione 100 minuti per rispondere a 100 domande a risposta multipla, estratte da un archivio di 4.000 quesiti.
Si tratta del primo concorso per l’assunzione di dirigenti scolastici dopo sette anni: l’ultimo risale al 2011. L’obiettivo è la copertura dei posti vacanti e disponibili per il prossimo triennio, il 2018-2021, e il superamento del fenomeno delle reggenze. Attualmente sono 6.792 i dirigenti in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali.
“Questo nuovo concorso, che prenderà il via domani – sottolinea il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti – oltre ad essere un’occasione di sviluppo di carriera per i docenti interessati a svolgere un nuovo ruolo, permetterà di riportare alla normalità i carichi di lavoro dei dirigenti scolastici già in servizio. Ben 1.700 di loro sono infatti reggenti di una o più scuole, tutto a detrimento della qualità della gestione dei singoli Istituti, la cui organizzazione diviene tutti i giorni più complessa. È necessario superare il fenomeno delle reggenze e consentire ai dirigenti di lavorare con carichi sostenibili garantendo così agli studenti e alle famiglie il miglior funzionamento degli istituti scolastici”.
Il regolamento del concorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 settembre, prevede tre fasi: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole.
La fase concorsuale prevede una prova preselettiva volta a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali, una prova scritta che si comporrà di cinque domande a risposta aperta e due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2), una prova orale. I candidati che supereranno le prove scritte e quella orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che terrà conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.
Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine di questo periodo i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso quanti saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

Pubblicati il 27 giugno 2018 i quesiti relativi al corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, indetto con D.D.G. n. 1259 del 23 novembre 2017 e pubblicato per avviso nella Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n. 90 del 24 novembre 2017.

Pubblicata la banca dati dei quesiti per la prova preselettiva del corso concorso per dirigenti scolastici
(Mercoledì, 27 giugno 2018) Si comunica che, ai sensi dell’articolo 6 comma 4 del Bando di corso concorso dirigenti scolastici di cui al Decreto direttoriale 1259 del 23 novembre 2017, è stata pubblicata la banca dati di 4.000 quesiti per la prova preselettiva. Sono altresì pubblicati i quadri di riferimento per la prova preselettiva previsti dall’articolo 13 comma 1 lettera c) del Decreto ministeriale 138 del 2017.

La Nota 13 giugno 2018, AOODGPER 27719  fornisce agli Uffici scolastici regionali le indicazioni relative allo svolgimento della prova preselettiva del Corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento dei dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali, di cui al D.D.G. n. 1259, del 23/11/2017.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n.33 del 24-04-2018 il Rinvio della pubblicazione dei quesiti e del diario della prova preselettiva del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali.
Queste le nuove scadenze previste:

27 giugno 2018: pubblicazione dei quesiti oggetto della prova preselettiva
6 luglio 2018: elenco delle sedi della prova preselettiva con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati e le ulteriori istruzioni operative
23 luglio 2018, alle ore 10,00: prova preselettiva

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n.17 del 27-2-2018 il Diario della prova selettiva del corso concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici, presso le istituzioni scolastiche statali.
Queste le scadenze previste:

8 maggio 2018: pubblicazione dei quesiti oggetto della prova preselettiva
14 maggio 2018: elenco delle sedi della prova preselettiva con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati
29 maggio 2018, ore 10,00: prova preselettiva del corso-concorso nazionale per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali

Di ogni altra comunicazione relativa al corso-concorso, nonchè di una eventuale modifica delle suddette date, verrà dato avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» – del 24 aprile 2018.

Concorso dirigenti scolastici: il 29 maggio la prova preselettiva, la data pubblicata in GU
(Martedì, 27 febbraio 2018) La prova preselettiva del corso-concorso per dirigenti scolastici si terrà il prossimo 29 maggio 2018 alle ore 10.00. La data è stata pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale, 4^ Serie Speciale, Concorsi ed Esami, insieme ad alcune altre date utili ai partecipanti alla prova.
L’8 maggio sul sito internet del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (www.miur.gov.it), sarà pubblicata poi la banca dati dei 4.000 quiz da cui saranno estratti i quesiti della prova preselettiva e la pubblicazione avrà valore di notifica a tutti gli effetti.
Il 14 maggio, tramite avviso pubblicato sul sito internet del MIUR (www.miur.gov.it), sarà pubblicato l’elenco delle sedi della prova preselettiva con la loro esatta ubicazione. Per esigenze organizzative, i candidati saranno distribuiti, ove possibile, secondo la regione di residenza in ordine alfabetico. Oltre all’elenco saranno fornite le ulteriori istruzioni operative.
Infine, il prossimo 24 aprile, sempre in GU, sarà pubblicata ogni altra comunicazione relativa al corso-concorso ed eventuali modifiche delle suddette date.
Il nuovo un corso-concorso per dirigenti ha come obiettivo la copertura dei posti disponibili per il prossimo triennio, il 2018-2021. Attualmente sono 6.792 i dirigenti in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il concorso consentirà quindi di abbattere il fenomeno delle reggenze sino al 2020/2021, anche perché si tratta di un bando nazionale e non regionale come l’ultimo del 2011. Si eviteranno così casi di graduatorie sguarnite e di altre troppo piene.
Complessivamente sono state 35.044 le domande di partecipazione al corso-concorso inoltrate, il 70,7% sono state inviate da candidate donne, il 29,3% da uomini. L’età media delle candidate e dei candidati è di 49 anni. La Regione nella quale sono state presentate più domande è la Campania (7.039), seguita da Sicilia (5.595), Lazio (3.887), Puglia (3.719) e Lombardia (3.051). Saranno inoltre 15 i candidati residenti all’estero che sosterranno la prova preselettiva nel Lazio, come previsto dall’articolo 6 del bando di concorso emanato a novembre. I posti a bando sono 2.425, di cui 9 destinati al concorso per le scuole di lingua slovena o bilingue presenti in Friuli Venezia Giulia.

Si sono concluse il 29 dicembre 2017, alle ore 14:00, con 39.264 domande presentate, di cui 35.044 effettivamente inoltrate, le iscrizioni al concorso per dirigenti scolastici bandito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca lo scorso novembre. Si tratta del primo concorso per l’assunzione di dirigenti scolastici dopo oltre sei anni: l’ultimo risale al 2011.
Delle 35.044 domande inoltrate, il 70,7% sono state inviate da candidate donne, il 29,3% da uomini. L’età media delle candidate e dei candidati è di 49 anni. La Regione nella quale sono state presentate più domande è la Campania (7.039), seguita da Sicilia (5.595), Lazio (3.887), Puglia (3.719) e Lombardia (3.051). Saranno inoltre 15 i candidati residenti all’estero che sosterranno la prova preselettiva nel Lazio, come previsto dall’articolo 6 del bando di concorso emanato a novembre. I posti a bando sono 2.425, di cui 9 destinati al concorso per le scuole di lingua slovena o bilingue presenti in Friuli Venezia Giulia.
“Si tratta di un concorso atteso e molto diverso dal passato, che darà una risposta effettiva al problema delle reggenze – dichiara la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli -. Abbiamo un cronoprogramma di lavoro serrato e abbiamo previsto una modalità di selezione che tiene conto dei cambiamenti intervenuti in questi anni nella professione del dirigente scolastico. Non a caso, il nuovo concorso avrà una fase di tirocinio e accompagnamento successiva alle prove scritte, che sarà fondamentale per verificare sul campo le capacità gestionali e di organizzazione del lavoro delle candidate e dei candidati. La figura del dirigente è una figura centrale per la comunità scolastica. Ne siamo convinti. Anche per questo, con l’ultima legge di bilancio, abbiamo deciso di intervenire, anche qui dopo anni di attese e promesse, per armonizzare la retribuzione di chi dirige le nostre scuole con quella degli altri dirigenti della PA”.
Il calendario della prova preselettiva del concorso, comprensivo del giorno e dell’ora dello svolgimento della prova stessa, sarà reso noto sul numero del 27 febbraio 2018 della 4^ Serie Speciale, Concorsi ed Esami, della Gazzetta Ufficiale. Su quello stesso numero della Gazzetta sarà resa nota anche la data di pubblicazione dell’archivio di 4.000 domande da cui saranno estratti i quesiti della prova preselettiva. La banca dati dei quiz sarà comunque pubblicata sul sito del Miur almeno venti giorni prima dell’inizio della prova. L’elenco delle sedi della prova preselettiva e le ulteriori istruzioni operative saranno comunicati almeno 15 giorni prima della data di svolgimento delle prove, tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero.
Il nuovo un corso-concorso per dirigenti ha come obiettivo la copertura dei posti disponibili per il prossimo triennio, il 2018-2021. Attualmente sono 6.792 i dirigenti in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il 68,2% dei dirigenti in servizio è una donna, il 31,6% ha più di 60 anni (un dato comunque in calo rispetto al passato), l’età media è di 55,6 anni. I posti banditi corrispondono ai posti vacanti nell’anno scolastico in corso, più quelli che si renderanno liberi a seguito dei pensionamenti nel 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021, detratti quelli che si possono coprire con le graduatorie esistenti nonché quelli delle scuole sottodimensionate (che non possono avere un dirigente titolare). Il concorso consentirà quindi di abbattere il fenomeno delle reggenze sino al 2020/2021, anche perché si tratta di un bando nazionale e non regionale come l’ultimo del 2011. Si eviteranno così casi di graduatorie sguarnite e di altre troppo piene. Nel frattempo, nel corrente anno scolastico, sono stati assunti 58 dirigenti scolastici idonei ancora presenti nelle graduatorie dell’ultimo concorso bandito nel 2011: di questi 52 sono stati assegnati a scuole della Campania e 6 a istituti dell’Abruzzo. A seguito di queste assunzioni, la graduatoria dell’Abruzzo risulta esaurita. Sono state inoltre autorizzate 36 richieste di trattenimento in servizio. In attesa dell’avvio delle prove concorsuali, sono state introdotte misure dedicate ai dirigenti scolastici nella legge di bilancio per l’anno 2018: è stata introdotta la possibilità di estendere al massimo per tre anni (erano due) la possibilità di trattenimento in servizio retribuito per chi è “impegnato in innovativi e riconosciuti progetti didattici internazionali svolti in lingua straniera”.
Il regolamento del concorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 settembre, prevede tre fasi: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole.
La fase concorsuale prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. Le candidate e i candidati dovranno rispondere a 100 quiz che saranno estratti da una banca dati resa nota tramite pubblicazione sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova. Le domande punteranno a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali. La prova sarà svolta al computer. Sarà ammesso allo scritto, in base al punteggio ottenuto (il massimo è 100), un numero di candidate e candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale.
La prova scritta prevede:–    cinque domande a risposta aperta su: normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei.–    due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su: organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei.Le candidate e i candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale delle e degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera. Entrambe le fasi sono uniche a livello nazionale.
Le candidate e i candidati che supereranno le prove scritta e orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.
Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine le candidate e i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso le candidate e i candidati che saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4ª Serie Speciale – Concorsi ed Esami n. 90 del 24 novembre 2017 il Bando del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali.
Sono 2.425 (9 per il Friuli Venezia Giulia) i posti disponibili.Le istanze potranno essere presentate on line tramite la piattaforma Polis dal 29 novembre al 29 dicembre 2017.La data della prova preselettiva (100 quesiti a cui rispondere in 100 minuti) sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 27 febbraio 2018.
http://www.istruzione.it/concorso_ds/domanda_online.shtml

Scuola, in Gazzetta Ufficiale il bando di concorso da 2.425 posti per i dirigenti scolastici. Domande per la partecipazione dal 29 novembre al 29 dicembre. Fedeli: “Da bando risposta importante per abbattimento delle reggenze”
(Venerdì, 24 novembre 2017) Pubblicato il nuovo bando di concorso da 2.425 posti per dirigenti scolastici, di cui 9 destinati al concorso Friuli Venezia Giulia. Il bando è oggi in Gazzetta Ufficiale. Le domande per accedere al concorso si potranno effettuare dalle 9.00 del 29 novembre alle 14.00 del 29 dicembre prossimi, tramite la piattaforma del MIUR Polis. Nei prossimi giorni il Ministero attiverà un’apposita pagina web con tutta la documentazione relativa al concorso.
Attualmente sono 6.792 i dirigenti scolastici in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il 68,2% dei dirigenti in servizio è una donna, il 31,6% ha più di 60 anni (un dato comunque in calo rispetto al passato), l’età media è di 55,6 anni.
I posti banditi corrispondono ai posti vacanti nell’anno scolastico in corso, più quelli che si renderanno liberi a seguito dei pensionamenti nel 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021, detratti quelli che si possono coprire con le graduatorie esistenti nonché quelli delle scuole sottodimensionate (che non possono avere un dirigente titolare).Il concorso consentirà quindi di abbattere il fenomeno delle reggenze sino al 2020/2021, anche perché si tratta di un bando nazionale e non regionale come l’ultimo del 2011. Si eviteranno così casi di graduatorie sguarnite e di altre troppo piene.
“I numeri del bando garantiscono una risposta importante e adeguata a scuole, ragazze e ragazzi e famiglie, garantendo l’abbattimento delle reggenze”, spiega la Ministra Valeria Fedeli. “Il ruolo della dirigenza – ricorda – è fondamentale nelle scuole: per il coordinamento del lavoro, per tenere insieme la comunità scolastica. Il dirigente è un punto di riferimento. Abbattere il fenomeno delle reggenze significa, dunque, lavorare per la qualità del sistema”. Il concorso sarà innovativo sotto il profilo della selezione. “Sarà un corso-concorso, con una fase di tirocinio e accompagnamento successiva alle prove scritte, che è fondamentale per verificare sul campo le capacità gestionali e di organizzazione del lavoro delle candidate e dei candidati, chiamati anche a dimostrare la capacità di inserimento nella comunità scolastica ed educante, oltre che le loro conoscenze sulla normativa del settore. Si tratta, in sintesi, di un concorso che tiene conto dei cambiamenti che la professionalità del dirigente ha subito in questi anni per selezionare i migliori profili, valorizzando anche titoli ed esperienze fatte dalle e dagli aspiranti, compresi titoli di dottorato o attività di ricerca”, chiude Fedeli.
Le modalità del concorsoAl corso-concorso possono partecipare le docenti e i docenti e il personale educativo di ruolo con almeno cinque anni di servizio. È utile anche il servizio precedente al ruolo. Tre le fasi previste per la selezione: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole.La fase concorsuale prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. Le candidate e i candidati dovranno rispondere a 100 quiz che saranno estratti da una banca dati resa nota tramite pubblicazione sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova. Le domande punteranno a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali. La prova sarà svolta al computer. Sarà ammesso allo scritto, in base al punteggio ottenuto (il massimo è 100), un numero di candidate e candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale.
La prova scritta prevede:– cinque domande a risposta aperta su: normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei.– due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su: organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei.
Le candidate e i candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale delle e degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera. Entrambe le fasi sono uniche a livello nazionale.
Le candidate e i candidati che supereranno le prove scritta e orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.
Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine le candidate e i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso le candidate e i candidati che saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n° 220 del 20-09-2017, il Decreto Ministeriale 3 agosto 2017, n. 138, Regolamento per la definizione delle modalità di svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica, la durata del corso e le forme di valutazione dei candidati ammessi al corso, ai sensi dell’articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dall’articolo 1, comma 217 della legge 28 dicembre 2015, n. 208.

Dirigenti scolastici, in Gazzetta Ufficiale il Regolamento del nuovo concorso. Fedeli: “Selezione di qualità. Sarà abbattuto il fenomeno delle reggenze”
(Mercoledì, 20 settembre 2017) È in Gazzetta Ufficiale il Regolamento che definisce le nuove modalità di selezione per il reclutamento delle e dei dirigenti scolastici. Dopo l’ultimo concorso del 2011 ripartono, infatti, le procedure di assunzione che consentiranno di abbattere il fenomeno delle reggenze. Oggi sono 6.792 i dirigenti scolastici in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il 68,2% dei dirigenti in servizio è una donna, il 31,6% ha più di 60 anni (un dato comunque in calo rispetto al passato), l’età media è di 55,6 anni.
Il Regolamento pubblicato oggi, al quale farà seguito il bando di concorso che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sul sito del Ministero dell’Istruzione, prevede un corso-concorso in tre fasi, che ha come obiettivo la copertura dei posti disponibili per il prossimo triennio, il 2018-2021.
“Con il nuovo concorso affronteremo la carenza strutturale di personale dirigente nelle scuole che ha fatto crescere, di anno in anno, il fenomeno delle reggenze, fino a renderlo patologico – sottolinea la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli -. I numeri del bando rappresenteranno una risposta importante, che terrà conto delle necessità attuali e del turn over dei prossimi anni. Il ruolo della dirigenza – prosegue la Ministra – è fondamentale nelle scuole: per il coordinamento del lavoro, per tenere insieme la comunità scolastica. Il dirigente è anche un punto di riferimento per le famiglie. Abbattere il fenomeno delle reggenze significa, dunque, lavorare per la qualità del sistema. Il concorso sarà poi innovativo sotto il profilo della selezione: sarà un corso-concorso, con una fase importante di tirocinio e accompagnamento successiva alle prove scritte che è fondamentale per verificare sul campo le capacità gestionali e di organizzazione del lavoro delle candidate e dei candidati, chiamati anche a dimostrare la capacità di inserimento nella comunità scolastica ed educante, oltre che le loro conoscenze sulla normativa del settore. Si tratta, in sintesi, di un concorso che tiene conto dei cambiamenti che la professionalità del dirigente ha subito in questi anni per selezionare i migliori profili, valorizzando anche titoli ed esperienze fatte dalle e dagli aspiranti, compresi titoli di dottorato o attività di ricerca”.
Le fasi della selezioneAl corso-concorso possono partecipare le docenti e i docenti e il personale educativo di ruolo con almeno cinque anni di servizio. Tre le fasi previste per la selezione: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole.
La fase concorsuale prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. Le candidate e i candidati dovranno rispondere a 100 quiz che saranno estratti da una banca dati resa nota tramite pubblicazione sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova. Le domande punteranno a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali. La prova sarà svolta al computer. Sarà ammesso allo scritto, in base al punteggio ottenuto (il massimo è 100), un numero di candidate e candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale.
La prova scritta prevede:

cinque domande a risposta aperta su: normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei.
due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su: organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei.

Le candidate e i candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale delle e degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera. Entrambe le fasi sono uniche a livello nazionale.
Le candidate e i candidati che supereranno le prove scritta e orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.
Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine le candidate e i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso le candidate e i candidati che saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

Alla ricerca dell’elisir di lunga vita

L’ambiziosa e controversa ricerca dell’immortalità da parte di alcuni guru della Silicon Valley. I quotidiani tentativi per bloccare l’invecchiamento, tra scienza e intrugli. I confini del corpo e della mente. Un’indagine

Tutti gli individui viventi sono costruiti in modo da preservare sé stessi dalla distruzione e resistere alle avversità, ma il desiderio di non terminare la propria vita, in taluni casi l’ossessione, è una delle caratteristiche che probabilmente scaturiscono dalla coscienza di sé e dallo stesso essere umani.

Ad ogni latitudine, ed in ogni periodo storico, questo desiderio si è palesato nelle forme più diverse, ed ha trovato una certa sua soddisfazione nella costruzione di variegate credenze di sopravvivenza, che molto spesso sfociano nella distinzione tra il corpo, perituro, e uno spirito interno, un’essenza individuale più o meno eterna ed immortale. “L’anima di un uomo è immortale e incorruttibile”, afferma Platone nel Fedro: e in questa semplice asserzione, priva di ogni dimostrabilità per costruzione, è radicata tenacemente questa credenza.

Oggi, tuttavia, siamo di fronte ad un fenomeno molto diverso: personaggi di punta della tecno- finanziaria mondiale, insieme ad un pugno di autodefiniti visionari dell’élite della Silicon Valley cercano con nuovi mezzi e nuove strategie di soddisfare un’ambizione particolarmente controversa. L’obiettivo è lo stesso della ricerca della pietra filosofale in cui erano impegnati gli alchimisti: l’immortalità, non solo dell’anima, ma anche del corpo. Jeff Bezos di Amazon, Larry Page di Alphabet, Larry Ellison di Oracle e Peter Thiel di Palantir sono solo alcuni dei super ricchi che hanno mostrato un vivo interesse per il campo emergente della longevità, a giudicare da interviste, libri e resoconti dei media.

Uno dei maggiori sostenitori dell’estensione della vita tra i miliardari della tecnologia è proprio Thiel, che ha co-fondato PayPal e Palantir e ha sostenuto la campagna presidenziale di Donald Trump del 2016. Nel 2006, ha donato 3,5 milioni di dollari per sostenere la ricerca sull’invecchiamento attraverso la fondazione senza scopo di lucro “Methuselah Mouse Prize”. Thiel ha poi aumentato il suo investimento nella fondazione a 7 milioni di dollari nel il 2017, secondo il Time.

Ancora, in un articolo del 2017 pubblicato dal NewYorker, troviamo scritto che il fondatore di Oracle Ellison ha donato oltre 370 milioni di dollari per la ricerca sull’invecchiamento e sulle malattie legate all’età.

Jeff Bezos, fondatore e proprietario di Amazon, ha più recentemente investito cifre considerevoli in una nuova start-up di “ringiovanimento” chiamata Altos Labs. A quanto pare, la start-up, che starebbe perseguendo una cosiddetta “tecnologia di riprogrammazione biologica”, è sostenuta anche dal venture capitalist russo-israeliano Yuri Milner, che ha fatto fortuna come primo investitore in Facebook.

Nel frattempo, i fondatori di Google Sergey Brin e Larry Page hanno contribuito a lanciare Calico, un’impresa che spera di trovare indicazioni sui meccanismi alla sua base di invecchiamento e malattie degenerative o tipicamente associate all’età come morbo di Alzheimer e diabete, seguendo topi dalla nascita alla morte. Calico fa parte di Alphabet, la holding che possiede anche Google.

Nel Regno Unito, il miliardario britannico Jim Mellon ha fondato e ampiamente finanziato un’azienda dedicata al progetto di estendere la vita, la Juvenescence. A sua volta, Juvenescence continua a investire in un’ampia gamma di terapie anti-età che ritiene abbiano il potenziale per prolungare la vita umana. Per esempio, Juvenescence ha sostenuto AgeX Therapeutics, poi fusa con LyGenesis. AgeX ha sede in California e cerca di creare cellule staminali in grado di rigenerare i tessuti invecchiati, mentre LyGenesis intende sviluppare bioreattori per far crescere organi sostitutivi.

Altri miliardari, tra cui Mike Cannon-Brookes, il co-fondatore della società di software australiana Atlassian, e il fondatore del gruppo NEX Michael Spencer, hanno messo soldi in Juvenescence.

Mentre gli “onesti” miliardari della tecnologia esplorano idee sul ringiovanimento e di contrasto all’invecchiamento come l’ingegneria dei tessuti, la stampa di organi, la crionica, la coscienza digitale e persino la “donazione da giovani”, ed in sostanza investono in ricerca ad alto rischio (o qualche volta poco fondata), c’è tuttavia chi è arrivato già sul mercato. Esistono infatti numerosi prodotti sul mercato, quasi sempre al limite della frode, che rivendicano già oggi l’estensione della vita, e alcuni fanatici giurano che la prima persona in grado di vivere fino a 1.000 anni è già nata, magari grazie all’ultimo ritrovato acquistato via Internet. Se esploriamo il panorama di mercato costituito dalle aziende che vendono questi prodotti, troviamo al primo posto le promesse fatte da chi ritiene fonte di ogni male l’alimentazione moderna, puntando il dito in particolare su un maldefinito concetto di “cibi elaborati”. Senza preoccuparsi di una rigorosa analisi scientifica, molte di queste aziende vendono prodotti, in genere integratori, programmi e strumenti vari, promettendo di essere in grado di prevenire molti dei danni “causati dalla vita moderna” e così di allungare la vita. Naturalmente, le stesse aziende hanno comitati scientifici pieni di titolatissimi esperti, siti web patinati, spazio pubblicitario ampio su riviste di ogni genere; soprattutto, esse sono costruite sopra il racconto del “cibo naturale” e dello stile di vita sano, un racconto in cui assieme a certi fatti generali e risaputi, la cui indubitabile efficacia nel preservarci da certe malattie è dimostrata, sono mescolati fattoidi e tecno-sciocchezze, che costituiscono il valore aggiunto venduto al più o meno ignaro consumatore. Tra questi ultimi, un ruolo preminente hanno trattamenti pseudoscientifici, la cui efficacia è indimostrata e per i quali non è possibile o non è stato nemmeno proposto un meccanismo di azione: innanzitutto integratori corredati di fantasiose descrizioni fino a livello molecolare sulle presunte azioni benefiche esercitate, e poi trattamenti al plasma per la longevità, nutraceutici “age-defying”, terapia con campi elettromagnetici pulsati, trapianti e trattamenti a base di pretese “cellule staminali” (le quali spesso non sono nemmeno ben definite), camere iperbariche, apparecchi per la crioterapia ed ogni sorta di strani rituali tecnologici.

La finanza e il mercato si sono già mossi, quindi, e qualche volta promettono persino di aver già raggiunto il traguardo; ma come possiamo mettere ordine in questo magmatico ed effervescente ribollire di idee, mezze verità, franche truffe e risultati interessanti?

Come possiamo, cioè, capire quanto di vero ci sia, nell’idea che sia possibile trovare la “pietra filosofale” tanto ambita dagli alchimisti, attraverso l’identificazione di un “elisir di lunga vita” tecnologico?

Come sempre, dobbiamo tornare alla scienza, e allontanarci dalle visioni dei futurologi, degli investitori, dei venditori e pure dei sognatori.

Gli scienziati, da decenni, stanno studiando le basi del processo di invecchiamento, che, se ci riflettiamo un momento, non è null’altro che l’insieme di quei fenomeni degenerativi che portano alla cosiddetta “morte naturale”, alla morte cioè per eventi fisiologici non riconducibili all’azione di un’entità esterna al nostro stesso corpo. Può davvero una simile indagine, come entusiasticamente propagandano coloro che vi sono coinvolti e che spesso vendono prodotti ad essa collegata, portare alla fine all’allungamento non dico indefinito, ma perlomeno molto significativo delle nostre esistenze individuali? Ma, soprattutto: cosa abbiamo imparato circa il processo che ci porta a morire, le sue cause, perfino i suoi vantaggi, e la sua necessità? Morire è davvero un fatto ineluttabile, o è solo una conseguenza della nostra limitata conoscenza sul fenomeno dell’invecchiamento?

Proviamo ad esaminare alcuni fatti, alla luce delle moderne conoscenze che derivano dalle scienze biologiche.

Perché si muore anche senza essere uccisi?

Innanzitutto, possiamo fare alcune considerazioni circa la morte dei singoli individui di ogni specie. Allo scopo, dobbiamo ricordare che ciascun individuo, diverso da ogni altro, corrisponde ad un “pacchetto di informazioni” genetiche ed epigenetiche, in parte forgiate dalla sua stessa esistenza, che sono sottoposte al vaglio continuo della selezione naturale. In ogni momento, la bontà delle informazioni di cui un individuo dispone in termini di geni, epigeni e, quando del caso, nozioni apprese, è la principale risorsa attraverso la quale può affrontare l’interminabile sequenza di sfide poste dall’ambiente circostante: la reazione appropriata ai cambiamenti dell’ambiente, che comprende anche tutti gli altri organismi viventi, è infatti ciò che consente all’individuo di continuare la sua esistenza, posto che ciascun nuovo avvenimento può portare alla sua distruzione, sia a causa della competizione per risorse limitate, sia a causa degli shock imposti all’organismo, sia infine a causa di predazione e parassitismo. Questo pacchetto di informazioni, codificate chimicamente nei geni e nella struttura molecolare, fenotipicamente nella morfologia e cognitivamente nel cervello di un individuo, richiede al minimo di essere mantenuto integro, quando non può anche essere ampliato e adattato, come nel caso della morfologia e delle capacità cognitive. Anche il solo processo di mantenimento, tuttavia, ha un costo, per una semplicissima conseguenza del secondo principio della termodinamica: mantenere un pacchetto di informazioni integro, infatti, significa mantenere una struttura ordinata, cioè mantenere lo stato del supporto che trasporta un contenuto informativo in una conformazione corrispondente a quel contenuto preciso. Le lettere sulla pagina che state leggendo ne sono un esempio: perché esse portino iscritto qualcosa che abbia un significato, è necessario che la loro precisa disposizione sul foglio di carta che avete in mano o sullo schermo del PC che state utilizzando sia mantenuta integra, e ciò avviene con consumo di energia (quella necessaria a mantenere integro il foglio di carta contro le intemperie o quella necessaria a visualizzare sul vostro schermo una precisa conformazione di testo).

Se smettessimo di fornire energia allo schermo del vostro PC, o se avvicinassimo una fiamma al foglio di carta che avete fra le mani, immediatamente la struttura ordinata e l’informazione in essa contenuta sarebbero distrutte; lo stesso accade se lasciamo trascorrere sufficiente tempo, perché l’accumulo costante di danni accidentali dovuti a stress ambientali anche piccolissimi porta alla distruzione della carta come di un PC.

Ora, le cellule di cui siete composti e di cui sono composti tutti gli esseri viventi dispongono precisamente di una fonte di informazione chimica che specifica sia come devono essere fatte, sia come devono interagire con le altre cellule formando il nostro corpo e determinandone ogni azione, sia come devono reagire agli stimoli e agli accadimenti ambientali. Questa fonte di informazione è costituita dal genoma di un individuo, nonché dall’insieme delle modifiche accumulatesi nel corso del tempo e riflesse nella composizione molecolare diversa di ogni tipo di cellula. E’ questo che mantiene una cellula cardiaca in grado di assumere le sue funzioni e la sua forma, è questo che permette ad una cellula del sistema immunitario di creare anticorpi per proteggere tutte le altre cellule da un patogeno, è questo insomma che, cellula per cellula, definisce come siamo fatti: l’informazione molecolare iscritta nelle singole cellule, ivi inclusa l’informazione che consente alle cellule di formare il nostro organismo interagendo in modo preciso fra loro e di reagire alle variazioni ambientali in modo più o meno appropriato.

Questa informazione, questa struttura complicatissima, va in ogni momento difesa contro gli insulti accidentali provenienti dall’ambiente esterno; in altre parole, la tendenza all’aumento di disordine interno dovuta alle semplici leggi di probabilità della termodinamica va contrastata consumando energia, e creando un maggior disordine all’esterno del nostro corpo nel processo di ottenere tale energia per nostro vantaggio. Per mantenere integro il nostro “libro di istruzioni chimico”, tuttavia, abbiamo bisogno di altre istruzioni; abbiamo cioè bisogno di informazioni utili a riparare anche il nostro stesso genoma e la struttura molecolare che ne supporta il funzionamento, perché se essi fossero danneggiati in maniera irreparabile, le nostre cellule comincerebbero a comportarsi in modo alternativo a quello che serve alla sopravvivenza dell’organismo (come nel caso del cancro), oppure perirebbero per mancanza di istruzioni sul proprio stesso mantenimento.

Il lettore si accorgerà che, a questo punto, stiamo cominciando a rincorrere un regressus in infinitum: per mantenere integra una fonte di informazione, abbiamo bisogno di altra informazione di riserva, ma siccome anche questa deve essere iscritta in qualche supporto fisico, il problema della sua eventuale perdita irreparabile è solo spostato più a monte.

È per questo motivo che, alla lunga, nessun organismo vivente che sia sottoposto all’azione dell’ambiente può durare all’infinito: ad un certo punto, i danni accumulati da un numero sufficiente di sue cellule, e quindi di suoi organi, saranno tali da non essere riparabili, e l’organismo diventerà sempre più fragile rispetto alla pressione esercitata dall’ambiente, fino a fallire in qualche funzione vitale e quindi a perire, così che la materia di cui è composto tornerà in uno stato ad alta entropia e l’informazione corrispondente a quell’individuo sarà perduta.

Perduta davvero? Se così fosse, l’evoluzione naturale dovrebbe consistere nella casuale emersione nel tempo di nuova informazione e di nuovi individui adatti a vivere; in realtà, la replicazione degli organismi biologici garantisce che, nonostante i singoli supporti – gli individui – siano deperibili, l’informazione meglio adatta a fronteggiare l’ambiente sia riscritta in nuovi individui, ovvero su supporti nuovi di zecca, e possa così passare la sfida del tempo attraverso il “trucco” della sua duplicazione di generazione in generazione.

  

La vita è quindi caratterizzata dall’immortalità dell’informazione che nei miliardi di anni di evoluzione si è riuscita a iscrivere in una moltitudine di supporti diversi, la cui varietà è garantita sia dal fatto che le copie non sono perfette, ma presentano differenze rispetto ai progenitori, sia da altri meccanismi ricombinatori e di rimescolamento. Nell’insieme, queste sorgenti di variazione hanno generato una stupefacente moltitudine di esseri viventi diversi, tutti corrispondenti a “pacchetti di informazioni” differenti ma ugualmente in grado di garantire la sopravvivenza dei supporti su cui sono iscritti e la propria trasmissione con variazioni in nuovi supporti nelle generazioni successive.

L’individuo, ovvero il supporto, perisce; l’informazione biologica, pur con cambiamenti, continua eterna, proprio come l’anima immortale a cui pensava Platone, e questo processo continuerà fintanto che vi sarà una fonte di energia utilizzabile per mantenere il processo.

Si potrebbe anzi argomentare che, data la finitezza delle risorse disponibili, la peribilità dei supporti sia necessaria ad esplorare nuove soluzioni nelle generazioni successive, a lasciare cioè lo spazio per organismi leggermente diversi dai propri progenitori, che potrebbero meglio rispondere all’ambiente e che potrebbero contenere quella variazione in grado di rivelarsi fondamentale in nuove condizioni ambientali. La morte dell’individuo, dal punto di vista della conservazione della specie, è ciò che serve a liberare spazio e risorse per nuovi esperimenti, e quindi alla lunga favorisce la continuazione delle specie, garantendo l’incessante esplorazione di nuova informazione biologica da sottoporre a selezione darwiniana.

Eppure, questa forma di eternità – quella dell’informazione biologica – non è quella cui aspiriamo; è sì garantita dalla discendenza (e spesso proprio in questa forma decantata letterariamente), ma comporta non solo la perdita del nostro supporto organico, quanto soprattutto la perdita della coscienza di noi stessi. Da un punto di vista cognitivo, dopo la morte noi non saremo più presenti a noi stessi, anche se quasi tutta l’informazione biologica di cui consistiamo sarà tramandata, o se il ricordo delle nostre gesta, come speravano gli antichi, diverrà eterno, o persino se la materia di cui siamo composti dovesse riorganizzarsi in infiniti altri esseri viventi; e questo è tutto ciò che conta, quando pensiamo alla nostra caducità.

Possiamo, almeno in linea teorica, aspirare ad una più piena immortalità?

In linea di principio, sono state individuate almeno due strade. La prima è quella di trovare un modo per non morire, o perlomeno di ritardare tantissimo la fine naturale della nostra esistenza. La seconda è quella di trasferire il nostro io cognitivo, spirito, anima – insomma la consapevolezza di noi stessi, con tutti i nostri ricordi e caratteristiche psicologiche – in un corpo nuovo, ogni volta che ce ne sia bisogno.

Per quanto tutto ciò sembri fantascienza, e nonostante l’incertezza nel risultato finale, la ricerca si sta muovendo in entrambe le direzioni, come vedremo qualche volta anticipata impropriamente dal mercato.

Bloccare l’invecchiamento

Cominciamo dal primo obiettivo: per quello che abbiamo sin qui discusso, impedire la morte naturale di un singolo individuo è un fatto che potrebbe ottenersi bloccandone l’invecchiamento, o ringiovanendo l’organismo di tanto in tanto. Il dilemma del regresso all’infinito che abbiamo visto potrebbe essere superato, se l’informazione necessaria alla riparazione dei danni da invecchiamento, il cui accumulo conduce alla morte, fosse conservabile altrimenti che nella struttura dello stesso organismo che intendiamo preservare, e se, sulla base di questa informazione, fosse possibile programmare degli interventi in grado di ripristinare un organismo danneggiato dal tempo, allo stesso modo in cui possiamo riparare la carrozzeria di un’automobile danneggiata dalla grandine.

Ovviamente, abbiamo bisogno, innanzitutto, di acquisire l’informazione necessaria; esiste per questo un florido settore di ricerca nelle scienze biologiche, che potremmo chiamare “scienza dell’invecchiamento”. Il suo primo obiettivo è caratterizzare nel dettaglio quali sono le modifiche di un organismo all’aumentare della sua età; poi di isolare, fra queste modifiche, quegli irreversibili insulti del tempo, il cui accumulo porta all’invecchiamento e alla morte; ed infine, quello di riuscire a manipolare la nostra struttura molecolare, in modo da riparare in maniera selettiva questi insulti, supplendo all’invecchiamento dello stesso sistema di riparazione dei danni intrinseco al nostro organismo.

È impossibile in questa sede ricapitolare in modo anche solo parziale l’enorme quantità di conoscenza acquisita in tutti e tre i filoni di ricerca appena elencati; non ho quindi altra alternativa che cercare di far comprendere almeno il livello di sofisticazione della conoscenza cui si è arrivati, attraverso la breve trattazione di tre esempi appropriati.

Per quel che riguarda il primo obiettivo, la comprensione a livello molecolare e cellulare dell’invecchiamento di un organismo, vorrei illustrare un solido risultato ottenuto per quel che riguarda l’invecchiamento del DNA contenuto all’interno di ogni nostra cellula. Come forse il lettore non esperto ricorderà dai tempi della scuola, il DNA umano è strutturato all’interna di ogni singola cellula del nostro corpo sotto forma di cromosomi. L’estremità di ciascun filamento di DNA, e quindi dei cromosomi, è denominata telomero. Ora, bisogna sapere che ad ogni replicazione cellulare, che ovviamente comporta la copia del DNA e la generazione di nuove copie dei cromosomi da dividere equamente fra due cellule figlie, i telomeri, per una ragione legata al meccanismo con cui avviene la replicazione (per i più curiosi, la ragione sta nell’impossibilità della DNA polimerasi di copiare un filamento di DNA sino al suo termine), sono letteralmente “smangiucchiati” e si accorciano un po’. Le cellule del nostro organismo devono essere continuamente rimpiazzate, e questo avviene attraverso la duplicazione e la generazione di nuove cellule; ma, per quel che abbiamo appena visto, andando avanti nel tempo i telomeri risulteranno via via più corti, man mano che le generazioni di cellule che ci compongono sono rimpiazzate. Quando i telomeri sono del tutto consumati, le cellule non possono più duplicarsi senza introdurre gravi danni nel proprio DNA; esiste quindi un limite fisico al numero di generazioni di cellule che si possono ottenere da un progenitore, e tale limite è determinato dalla lunghezza dei telomeri dei suoi cromosomi. Se le cellule non possono essere più efficientemente sostituite, naturalmente, i tessuti di un organismo cominciano a mostrare i danni dell’invecchiamento; questo è il modo in cui un meccanismo molecolare è stato legato al processo che porta alla morte. In particolare, l’accorciamento dei telomeri oltre una lunghezza critica innesca l’invecchiamento e riduce la durata della vita nei topi e nell’uomo mediante un meccanismo che prevede l’induzione di una risposta persistente al danno del DNA alle estremità del cromosoma con perdita di vitalità cellulare. È stato quindi dimostrato nel topo (Mus musculus), nella capra (Capra hircus), in una specie di gabbiano (Larus audouinii), nella renna (Rangifer tarandus), in un avvoltoio (Gyps fulvus), in un delfino (Tursiops truncatus), in un fenicottero (Phoenicopterus ruber) ed in un elefante (Elephas maximus sumatranus) che la velocità di accorciamento dei telomeri predice perfettamente la durata media della vita degli individui delle diverse specie considerate.

L’apparente contraddizione di questi fatti da parte di studi che mostravano come nell’uomo con l’avanzare dell’età si trovano in media telomeri più lunghi, è risultata essere invece una conferma: guardare agli individui più anziani, infatti, implica guardare a coloro che sono sopravvissuti, proprio a causa di un minore accorciamento dei telomeri rispetto agli altri individui periti.

Nell’insieme, i dati ottenuti sono una dimostrazione concreta di quanto si diceva all’inizio: quando, per vincoli inerenti al modo di funzionare di un organismo, il supporto che serve per contenere il pacchetto di informazioni biologiche vitale per un organismo non è più riparabile, l’individuo perisce.

Ora, il meccanismo che abbiamo illustrato è saldamente ancorato all’invecchiamento e alla morte; ma, nella maggior parte dei casi, la ricerca ha individuato semplici correlazioni fra determinate caratteristiche, osservate durante l’invecchiamento, e l’età di un soggetto. Arrivando al secondo degli obiettivi che la ricerca sull’invecchiamento si pone, potremmo chiederci: quante di queste correlazioni sono spurie, e quante sono invece robuste a sufficienza da poter sottintendere un nesso causale?

Per rispondere a queste domande, sono come sempre molto utili continue metanalisi dei risultati ottenuti, cioè studi che esaminano nel complesso tutti i risultati di decine e decine di altri lavori, verificandone la coerenza interna e la congruenza reciproca con strumenti statistici. A titolo di esempio, considereremo una metanalisi di 36 studi per un totale di 4676 individui. In metanalisi come questa, la correlazione tra invecchiamento e danno del DNA è risultata fortemente supportata, ma in grado di spiegare solo una parte del processo; inoltre, la forza della correlazione è risultata dipendere anche dal tipo di tessuti studiati, dalla tecnica sperimentale adoperata e dalle abitudini dei soggetti coinvolti, come il fumo. Più che il risultato della singola metanalisi, qui è fondamentale evidenziare un concetto: l’invecchiamento, e quindi la morte, risultano fortemente correlati non ad un solo, singolo fenomeno – come l’accorciamento dei telomeri, ad esempio – ma ad una moltitudine di diversi processi, dei quali è presumibile che al momento conosciamo solo una piccola parte, visto il flusso sempre crescente di nuovi studi che delucidano nuovi meccanismi. Solo la biologia dei sistemi complessi potrà forse far luce, visto che i meccanismi molecolari, cellulari e fisiologici che sono elucidati di volta in volta, risultano inestricabilmente connessi fra loro; questo fatto va tenuto sempre a mente, di fronte ai continui nuovi annunci di mirabolanti rimedi o ricerche, anche in Italia.

  

Prima di poter ottenere risultati concreti, dunque, sarà probabilmente necessario elucidare tutti o gran parte dei meccanismi potenzialmente implicati nell’invecchiamento, indi filtrare via rumore e false correlazioni, ed infine combinare in un solo quadro d’insieme tutti i processi molecolari identificati; forse ci arriveremo, ma per il momento non siamo nemmeno in vista della fine.

Nel mentre rendiamo più chiaro il quadro, siamo in grado di controllare a nostro piacimento quei processi che sono sicuramente risultati legati all’invecchiamento, magari invertendone il corso? Arriviamo quindi al terzo degli obiettivi della ricerca sull’invecchiamento e al terzo degli esempi che intendo illustrare in questo ambito.

In logica conseguenza di quanto abbiamo visto sin qui, potremmo chiederci se esiste un metodo per riallungare i telomeri prima che diventino troppo corti. Questo è proprio il risultato ottenuto nel 2015 da un gruppo di ricerca di Stanford. I ricercatori hanno somministrato un particolare tipo di RNA messaggero a cellule umane, codificante la sequenza di un enzima umano chiamato TERT, il quale ha la capacità di riallungare i telomeri umani. Nel loro studio, i ricercatori spiegano che un minimo di tre applicazioni dell’RNA modificato (chiamato TERT mRNA modificato) nelle cellule umane in pochi giorni ha aumentato la lunghezza dei telomeri fino al 10%. Cosa più importante, i ricercatori hanno dimostrato che, come atteso, le cellule della pelle umana trattate con l’mRNA TERT modificato si sono replicate in media 28 volte in più rispetto a quelle non trattate, mentre le cellule muscolari umane trattate si sono divise tre volte di più.

  

Dalle cellule, si è infine giunti agli organismi viventi: nel 2019, sono stati pubblicati i risultati di un gruppo di ricerca spagnolo, che è riuscito ad allungare i telomeri dei topi, generando embrioni modificati a partire da cellule speciali per vedere se telomeri più lunghi riuscissero in vivo a rallentare i fenomeni legati all’invecchiamento.

L’esperimento ha funzionato: i topi con i telomeri allungati vivevano in media il 24% in più, erano più magri e avevano meno probabilità di sviluppare il cancro. Anche i livelli di vari indicatori dell’invecchiamento metabolico si sono rivelati inferiori, hanno riferito i ricercatori. Per esempio, questi topi avevano meno colesterolo “cattivo” nei loro corpi e il loro DNA non era danneggiato tanto quanto gli animali di controllo. Inoltre, anche i loro mitocondri funzionavano meglio, rispetto ad animali di controllo di pari età.

Questi risultati dimostrano, nel caso di un singolo meccanismo che la ricerca di base ha solidamente ancorato al processo di invecchiamento, come sia possibile invertire quel meccanismo; non dimostrano ancora una strada per rallentare o eliminare l’invecchiamento negli esseri umani, perché, per esempio, per replicare il risultato ottenuto nei topi bisognerebbe generare embrioni umani modificati, con i telomeri allungati.

E però, l’obiettivo è chiaro, anche se per il momento non facilmente raggiungibile; soprattutto, la dimostrazione che alla fine il processo di invecchiamento e la conseguente morte risultano da un insieme di meccanismi molecolari non potrebbe essere più lampante, per cui diversi gruppi di ricerca stanno sviluppando, per ora in animale, diversi sistemi di interferire in maniera precisa con differenti meccanismi, come dimostrano anche altri recentissimi studi in topo con approcci non legati ai telomeri, ove si sono ottenuti risultati interessanti.

Un corpo nuovo

Se interferire a livello molecolare con l’invecchiamento e la morte vi sembra fantascienza, l’alternativa che sto per proporvi è ancora più incredibile. Consideriamo un settore attualmente in rapido sviluppo, ovvero quello delle cosiddette interfacce cervello-macchina. È attualmente possibile misurare l’attività elettrica di diverse parti del cervello, riconoscere modalità specifiche e ritmi di attivazione (spesso grazie all’intelligenza artificiale) e quindi tradurre l’attività elettrica del cervello in comandi per una macchina. Utilizzando questo tipo di approccio, è stato possibile comandare braccia robotiche, mani e anche appendici robotiche che non imitano alcun organo umano; è stato possibile scrivere a distanza su uno schermo parole di senso compiuto, ad un ritmo di quasi 90 lettere al minuto; è stato possibile conferire a pazienti nel cosiddetto stato “locked in” una limitata capacità di comunicazione con altri esseri umani. Connettendo poi la macchia ricevente ad un secondo cervello organico, è stato possibile trasmettere brevi parole da un cervello ad un altro, a distanza, ed è stato persino possibile, molto più sinistramente, controllare il movimento di ratti a partire da una mente umana.

  

In un ulteriore sviluppo, sono state prodotte alcune interfacce cervello-macchina di tipo bidirezionale: sono stati cioè integrati dei sensori sulle protesi controllate dal cervello, i quali, connessi a loro volta al cervello, riescono a riprodurre sensazioni tattili, cutanee e di propriocezione. Così, un cervello umano può sia comandare una macchina, che ricevere informazioni sensoriali dalla stessa ed elaborarle come farebbe con una parte del corpo.

Non si tratta di pura ricerca: aziende di vario genere sono attivamente impegnate in programmi di sviluppo di interfaccia cervello-macchina sempre più sofisticate. Ne è un esempio recente un’azienda fondata da Elon Musk, la Neuralink, che intende commercializzare un’interfaccia unica, molto avanzata, per comandare quante più macchine possibile in remoto, fra cui anche e soprattutto computer e telefonini, non solo creando così un ponte fra un cervello e una macchina, ma aprendo anche la possibilità di una comunicazione diretta fra un’intelligenza umana ed una artificiale.

  

Ora, rendere sempre più stretto e immediato il contatto tra un cervello umano e un corpo artificiale, ovvero una collezione di parti robotiche comandabili e da cui è possibile ricevere segnali sensoriali, potrebbe in linea di principio portare a rimpiazzare completamente il corpo umano con un corpo artificiale, estendendo di gran lunga la vita di un individuo, a patto di riuscire a mantenerne integro il cervello. Questa tecnologia oggi non esiste, e aziende nate promettendo di essere prossime al traguardo, come Humai nel 2015, si sono rivelate poco più che elaborate truffe verbali. Tuttavia, i bisogni metabolici dei cervelli dei vertebrati sono abbastanza semplici, e consistono principalmente in ossigeno e glucosio. Questi possono essere forniti alimentando i vasi sanguigni che riforniscono il cervello con un sostituto del sangue o immergendo il cervello in un liquido cerebrospinale artificiale e ossigenandolo direttamente. I cervelli di cavia, cane e scimmia sono stati tutti tenuti in vita per ore o addirittura giorni dopo essere stati espiantati.

  

Per quanto abbiamo detto, non è impossibile immaginare un futuro in cui un cervello umano possa essere espiantato e mantenuto indefinitamente in vita, connesso in remoto ad un corpo robotico della natura più variegata, riparabile a piacere molto meglio di un corpo biologico, dopo essere stato addestrato a comandarlo come avviene oggi e come avverrà sempre più in futuro. Se questo sia auspicabile e se vi si riuscirà, resta da vederlo; ma in una bizzarra anticipazione di una possibilità futura, esistono già aziende che studiano la criopreservazione sia dei cervelli che dei corpi interi e che sono riuscite a congelare e poi scongelare cervelli di mammifero in maniera perfetta, preservando nel processo la struttura a livello di singole sinapsi.

  

La nostra anima immortale, versione 2.0.

Da un punto di vista tecnologico, quindi, non sembrano esserci per ora barriere di principio perché, alla fine, il corpo umano non possa essere del tutto rimpiazzato da qualcosa di più duraturo, preservando al contempo l’identità cognitiva di una persona.

Allo stesso tempo, le ricerche condotte con successo in animale indicano che cominciamo a padroneggiare e a poter controllare l’invecchiamento del nostro corpo biologico; anche in questo caso, per ora non si vedono barriere insormontabili alla possibilità di prolungarne, e di molto, la durata.

In entrambi i casi, alla fine, la chiave sembra essere la stessa: il trasferimento dell’informazione necessaria a preservare la nostra identità dal livello chimico-molecolare, tipico degli organismi biologici, a quello cognitivo, maggiormente al riparo dagli insulti della termodinamica e quindi più duraturo.

Vi è però una considerazione cruciale da fare: oltre a mantenere in buona salute un corpo, biologico o artificiale che sia, accumulando anni senza risentire troppo del processo di naturale invecchiamento o riparando ciò che è necessario, dobbiamo trovare il modo di mantenere integra la mente. Finora, abbiamo dato per scontato che, a patto di evitare la decadenza di un corpo, la mente rimanesse vigile e presente a sé stessa, cioè il nostro io cognitivo fosse comunque in salvo; sappiamo tuttavia che la neurodegenerazione è un fenomeno che, al passare del tempo, aumenta le sue probabilità.

Contrariamente all’invecchiamento del corpo, di cui cominciamo a comprendere qualche elemento importante, per quel che riguarda la mente non abbiamo neppure un’idea sicura di cosa dovremmo preservare, per evitare il deterioramento cognitivo: basta, per esempio, mantenere intatta la struttura di ogni neurone e di ogni sinapsi, per evitarlo? Oppure è più onesto ammettere che, di fatto, noi non sappiamo ancora dove risieda la nostra mente, e quindi non abbiamo idea, in realtà, di cosa dovremmo mantenere, per evitarne la rovina?

Questo è l’obiettivo reale, la vera pietra filosofale non solo della ricerca nel settore dell’invecchiamento, ma di una parte importantissima della ricerca moderna: comprendere come e dove si forma la nostra mente, a partire da ciò che abbiamo già capito dei processi associati alla formazione della memoria, all’orientamento spaziale, alla percezione sensoriale.

Senza questa comprensione, l’immortalità è una chimera, e nel migliore dei casi dovremo “accontentarci” di vivere più a lungo in migliore salute; se riusciremo a raggiungere questo traguardo, forse davvero la nostra anima immortale risiederà nel mondo delle idee, come voleva Platone.

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