Scuole Venete sempre meno attraenti, emigrare costa. Solo a Treviso vuote 546 cattedre, mancano 25 DSGA e 16 DS. Verso posti coperti da neolaureati

Di redazione

Treviso, come in molte altre parti del Vento, si stenta a coprire cattedre e posti da Dirigente e DSGA. I motivi? I locali preferiscono puntare su altri lavori (magari anche più redditizi) e i lavoratori del Sud si scontrano con difficoltà, soprattutto di carattere economico.

La situazione nelle scuole della provincia di Treviso, come denuncia il quotidiano Il Gazzettino, presenta allo stato attuale il 60% di cattedre libere che rimane scoperto. Nonostante le immissioni in ruolo effettuate, 546 insegnanti, tra cui 153 di sostegno, sono stati assegnati, ma rimangono altre 810 cattedre da coprire, soprattutto nelle scuole medie e superiori. E la cosiddetta “call veloce” nazionale non ha giovato alla situazione.

I motivi? 3 anni di obbligo di residenza senza poter chiedere mobilità e il caro-affitti che rende la prospettiva di residenza in

Continua la lettura su: https://www.orizzontescuola.it/scuole-venete-sempre-meno-attraenti-emigrare-costa-a-treviso-vuoto-il-60-delle-cattedre-mancano-25-dsga-e-16-ds-verso-posti-coperti-da-neolaureati/ Autore del post: Orizzonte Scuola Fonte: http://www.orizzontescuola.it

Articoli Correlati

Scuole Venete sempre meno attraenti, emigrare costa. Solo a Treviso vuote 546 cattedre, mancano 25 DSGA e 16 DS. Verso posti coperti da neolaureati

Di redazione

Treviso, come in molte altre parti del Vento, si stenta a coprire cattedre e posti da Dirigente e DSGA. I motivi? I locali preferiscono puntare su altri lavori (magari anche più redditizi) e i lavoratori del Sud si scontrano con difficoltà, soprattutto di carattere economico.

La situazione nelle scuole della provincia di Treviso, come denuncia il quotidiano Il Gazzettino, presenta allo stato attuale il 60% di cattedre libere che rimane scoperto. Nonostante le immissioni in ruolo effettuate, 546 insegnanti, tra cui 153 di sostegno, sono stati assegnati, ma rimangono altre 810 cattedre da coprire, soprattutto nelle scuole medie e superiori. E la cosiddetta “call veloce” nazionale non ha giovato alla situazione.
I motivi? 3 anni di obbligo di residenza senza poter chiedere mobilità e il caro-affitti che rende la prospettiva di residenza in una città veneta alquanto problematica per un docente che proviene da altra regione.
La parola, adesso, passa alle supplenze, ma anche qui la situazione non cambia. Un docente del centro-sud deve comunque affrontare difficoltà non indifferenti, senza considerare che se le supplenze non sono annuali, diventa ancora più difficile affrontare le spese necessarie per vivere in una regione come il Veneto. Così si prevede che vi possano essere difficoltà nella copertura, in particolare, delle materie scientifiche, come matematica, per le quali potrebbero mancare candidati. Si ipotizza che alcune scuole possano dover fare affidamento su studenti universitari come “baby-prof”, una soluzione temporanea.
Inoltre, mancano almeno 25 direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), figure che sono essenziali per la gestione amministrativa delle scuole. Questa carenza può influire sulla gestione dei finanziamenti e dei pagamenti. Si cercherà di affrontare questa sfida con un nuovo interpello per attirare candidati qualificati.
Anche il personale Ata, amministrativo, tecnico e ausiliario, necessita di copertura con le supplenze. Ad esempio, per gli amministrativi, su 102 posti ci sono state solo 35 immissioni in ruolo, e per i collaboratori scolastici, su 334 posti, solo 119 immissioni in ruolo. In totale, oltre 280 posizioni sono ancora da coprire.
Infine, i sono ancora 16 scuole senza preside, e l’ufficio scolastico regionale sta cercando candidature per riempire queste posizioni.
La soluzione?
Il Ministro ha ipotizzato la possibilità di fornire alloggio ai docenti emigranti. “Molti docenti del Sud – ha detto durante il meeting di Rimini – non si vogliono trasferire al Nord. Stiamo ragionando con qualche regione per mettere a disposizione degli appartamenti. Dobbiamo far sì che fare il docente in una regione diversa non significa perdere ulteriormente status sociale”. L’idea del Ministro è “di mettere a disposizione a canone sociale per quei docenti che si devono trasferire”.  “Serve una politica intelligente“, ha concluso.

Pubblicato in Cronaca

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000