Stupri Palermo e Caivano, il governo al lavoro sullo stop ai siti porno per minori. Gli studenti: “Chiediamo educazione sessuale obbligatoria”

Di redazione

Durante il recente Forum Ambrosetti di Cernobbio, la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha rilanciato un’importante tematica che sta prendendo piede nell’agenda governativa: il divieto all’accesso ai siti porno per i minori. Questa misura, secondo quanto emerso, non intende essere un mezzo di censura, ma piuttosto una forma di tutela dei più giovani.

La ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, aveva già anticipato quest’idea, soprattutto alla luce di eventi recenti registrati a Caivano e Palermo. Sorprendentemente, tra i sostenitori di tale iniziativa vi è anche il noto attore del settore per adulti, Rocco Siffredi.

Bernini sottolinea: “È molto un tema di autodisciplina. Tutti gli enti responsabili – famiglia, scuola, governo, legislatore – devono cooperare per garantire che i contenuti ai quali i minori hanno accesso siano appropriati per la loro

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La ministra Roccella: apprezzo le dichiarazioni di Siffredi contro la violenza sulle donne

A seguito dei casi di Palermo e Caivano, anche la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha proposto di vietare ai più giovani l’accesso ai video pornografici, a cui ha risposto il porno attore Rocco Siffredi, dichiarandosi d’accordi.
E nel corso di una intervista a Libero ha precisato: “Ho scritto alla ministra, dopo la sua dichiarazione. È da una vita che lo dico. Perché il problema si pone solo adesso? Hanno permesso la proliferazione di siti pornografici in rete accessibili e gratuiti, fruibili con facilità da ragazzini giovanissimi” e questo per Siffredi ha creato una generazione completamente allo sbando dal punto di vista sessuale.
Oggi su Facebook la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella, ha spiegato di apprezzare il sostegno “inatteso” dell’ex attore porno, scrivendo: “In questi giorni, di fronte ai ripetuti casi di stupro di gruppo ai danni di ragazze o addirittura ragazzine, ho posto il problema dell’accesso precoce a una pornografia che peraltro è sempre più violenta e degradante. Non perché ci sia ogni volta necessariamente un nesso di causa-effetto, ma perché il tema esiste e dobbiamo porcelo, dobbiamo discuterne come stanno facendo in molti Paesi del mondo.
Gli studi parlano di sette anni come età media del primo accesso dei bambini a contenuti porno – sottolinea Roccella – ed è evidente che le tecnologie hanno moltiplicato il fenomeno in modo esponenziale. Anche perchè in campo tecnologico i figli sono molto più bravi e aggiornati dei genitori, che dunque si sentono spesso disarmati e impotenti. Non è solo una questione di controllo e di divieti, è una questione educativa. Oggi ne hanno parlato, fra gli altri, Luca Ricolfi e Annamaria Bernardini de Pace. Si tratta di capire cosa offriamo ai nostri ragazzi, di cosa nutriamo gli anni della loro formazione come persone, come interpretare la genitorialità in un mondo sempre più complesso nel quale il gruppo dei pari sembra prendere sistematicamente il sopravvento sulle relazioni ‘verticali’”.
“Ho posto il tema per aprire un dibattito, e un sostegno tanto inatteso quanto apprezzato è arrivato da Rocco Siffredi. Mi ha inviato una comunicazione privata, alla quale certamente risponderò, e si è esposto pubblicamente con un’intervista a Libero, per dirsi d’accordo con me sul problema dei bambini e della pornografia.
Ho voluto citare lui, fra coloro che in questi giorni si sono pronunciati, perché non era scontato che una persona che del mondo pornografico è un protagonista prendesse una posizione del genere. E perché probabilmente sulla sua scelta ha influito anche il suo ruolo di padre. Questo dibattito va approfondito, perché oggi è più che mai necessaria una riflessione sulla questione educativa”

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