Don Milani e la scuola dell’inclusività, a che punto siamo?
“Dalla parte degli ultimi”. “Prendersi cura degli”. Due principi cardine della piccola scuola di Barbiana da non dimenticare e una linea educativa ben chiara e mirabilmente esposta da Don Milani nella famosa “Lettera ad una Professoressa”, dove si insiste sulla necessità e il dovere da parte delle Istituzioni, di istruire tutti, dare a tutti le stesse opportunità, non lasciare indietro nessuno.
Una scelta educativa, non solo cristiana ma anche umana, impossibile da sottovalutare o minimizzare, necessariamente da seguire e concretizzare.
Ed e proprio questo che scuola italiana, nel tempo, ha cercato di fare (operazione non semplice a livello nazionale), con costanza ed impegno, fino ad arrivare, in questi ultimi anni a declinare ulteriormente l’intuizione del Sacerdote nella ‘scuola dell’inclusione’. Una scuola che includa tutti, anche (specialmente) coloro che hanno difficoltà non solo economiche-sociali, ma anche fisiche o ‘caratteriali’ (giovani afflitti da evidente difficoltà nell’apprendimento, D.S.A, B.ES., o
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