I problemi della maturità magistrale di una volta
La matematica dei maestri. Analisi di alcune tracce di problemi e quesiti assegnati alla maturità magistrale di una volta.
Negli esami di Stato della Riforma Gentile la matematica era oggetto di una prova scritta di geometria e algebra e di una prova orale che comprendeva anche l’Aritmetica razionale.
Tutti i contenuti oggetto della prova scritta venivano trattati entro il terzo anno di corso; pertanto, la preparazione all’esame non era approntata nell’ultimo anno ma era il frutto del lavoro e dell’impegno dell’intero percorso.
La struttura della prova rimase immutata anche nel dopoguerra, fino alla riforma del 1969, ad opera del ministro Fiorentino Sullo, che riduceva l’esame a due prove scritte e a un orale su altre due discipline. Fu soppressa la sessione autunnale, di riparazione, per i candidati che non avevano superato le prove in alcune discipline. L’esame dava solo un verdetto di promozione o di bocciatura.
Come è noto, la prima prova consisteva in un elaborato di italiano, in tutti gli indirizzi. Per la seconda prova, invece, erano indicate le discipline di indirizzo, tra le quali, ogni anno, cadeva la scelta da parte del Ministero.
Nell’Istituto magistrale furono designate, quali discipline caratterizzanti, il latino, per la riflessione linguistica, e la matematica per lo sviluppo dei processi di formalizzazione e la costruzione di modelli interpretativi.
I contenuti delle tracce di matematica erano sempre di carattere geometrico, eventualmente con applicazione dell’algebra . Dopo la riforma Sullo, però, in assenza di una prova orale, nella prova scritta cominciarono a comparire anche quesiti teorici di