Liceo ‘Made in Italy’, 419 licei economico-sociali saranno eliminati dall’a.s 2024/25: i sindacati non ci stanno

Mentre sono evidenti i consensi che il Ministro Valditara sta riscuotendo riguardo la riforma sugli istituti tecnici e professionali, sia da parte dei presidi che dalle sigle sindacali, perplessità continua a destare il liceo Made in Italy, dal momento anche che di riflesso comporterà il taglio di 419 licei economico-sociali a partire dall’a.s 2024/25.

Flc CGIL: “Le 419 comunità scolastiche coinvolte prendano posizione collettivamente”

Il sindacato Flc CGIL ha spiegato tramite un comunicato come questa determinazione del governo, realizzando un nuovo indirizzo tutto orientato al mercato e alla privatizzazione del diritto allo studio, annulli con un colpo di spugna l’opzione economico sociale del liceo delle scienze umane. Preoccupa in particolare il destino di lavoratrici e lavoratori impegnati nei percorsi del liceo che verrà smantellato-

A tal proposito la sigla sindacale ha deciso di rivolgersi direttamente alle 419 comunità scolastiche coinvolte in questa soppressione, chiedendo alle stesse, tramite una lettera inviata a ciascuna sede, di prendere posizione collettivamente con delibere e ordini del giorno approvati collegialmente in modo da far sentire la propria voce.

Barbacci (Cisl Scuola): “Non si attivi a scapito di altri indirizzi”

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Cisl Scuola. La segretaria generale Ivana Barbacci si è infatti così espressa:

“Abbiamo sempre avuto, come CISL Scuola, più d’una perplessità sull’istituzione di un nuovo percorso scolastico, il liceo del made in Italy, che attraverso la definizione “forzosa” di un profilo ci sembra rispondere più a un’operazione di immagine che a un effettivo e specifico fabbisogno formativo.

Perplessità che abbiamo avuto modo di esprimere direttamente alla relatrice del provvedimento, la sen. Bucalo, in un dibattito organizzato lo scorso mese di giugno insieme alla Scuola di Economia Civile sul futuro del liceo economico e sociale.

La promozione e la valorizzazione del made in Italy, sostenevamo allora, non si ricollega a uno specifico ambito formativo e produttivo, difficile peraltro da individuare, ma dev’essere missione condivisa da tutte le attività formative riconducibili a produzioni che esprimono, a vario titolo, l’eccellenza dei marchi italiani“.


In ogni caso sostenevamo allora e lo ribadiamo oggi, consideriamo inaccettabile che l’attivazione di un nuovo percorso di studi avvenga a scapito di altri, già attivi e collaudati, destinati invece a cedere il passo al nuovo liceo“.

Infine Ivana Barbacci ha concluso: “Si eviti di introdurre nel nostro sistema di istruzione, che ha già molti problemi, altri fattori di destabilizzazione. L’eccellenza italiana non ha bisogno di spot di questo genere, dai quali non si vede quale vantaggio possa venire“.

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