Test Medicina 2023, caso quiz venduti: Trevisi ‘Urge una risposta dal Ministero’

A distanza di un mese dallo scoppio del caso relativo ai quesiti venduti in anticipo del test d’ingresso di Medicina 2023, il senatore Antonio Salvatore Trevisi del Movimento 5 Stelle ha richiesto al Ministero dell’Università e della Ricerca maggiori chiarimenti sull’accaduto.

Il caso dei presunti quiz venduti

Nonostante gli scorrimenti della graduatoria di Medicina 2023 proseguano regolarmente, non si placano le polemiche a proposito di quello che è stato definito come “lo scandalo più grande che abbia mai colpito il sistema del numero chiuso”. Vale a dire la presunta violazione del bando e dei quiz della prima edizione dei TOLC-MED e dei TOLC-VET. Le accuse, in particolare, riguarderebbero la somiglianza fra le domande dei test svolti ad aprile e a luglio, derivata dalla condivisione e dalla vendita su Telegram dei quesiti e delle soluzioni.

Sulla questione è recentemente intervenuto anche il senatore Antonio Salvatore Trevisi (M5S), il quale ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e al ministro della Salute Orazio Schillaci chiedendo nuovi chiarimenti sulle irregolarità e sulle azioni intraprese per far fronte al problema.

Test Medicina 2023: l’interrogazione del senatore Trevisi

“È urgente una risposta da parte del ministero dell’Università”. Ha dichiarato il senatore Trevisi in riferimento alla questione della presunta vendita dei quiz di Medicina. “Per questo motivo ho depositato una interrogazione rivolta ai ministri Bernini e Schillaci per sapere come intendano procedere con più capillari accertamenti e quali siano i chiarimenti richiesti a CISIA e se è vero che il suddetto Consorzio fosse già nei precedenti mesi a conoscenza della circolazione dei test sui canali social”. Ha aggiunto subito dopo, entrando nel merito della questione.

“Vogliamo inoltre sapere se è vero che alcune scuole di preparazione ai test abbiano effettivamente predisposto dei corsi incentrati sulle sicure materie e se tale stortura delle prove di esame sia effettivamente causata da un problema legato alla formulazione del bando e come i Ministri intendano comportarsi al riguardo e quali siano le iniziative di futura adozione”. Per garantire la trasparenza e l’integrità dei test, secondo Trevisi è dunque necessaria un’indagine completa ed azioni decisive.

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