C’era una volta (mezzo secolo fa) l’insegnante che lavorava poco

C’era una volta..

Sì, una volta, tanto tempo fa. L’insegnante svolgeva il suo imprescindibile e fondamentale lavoro (più di un lavoro, quasi un ministero) durante la ore del mattino (18 ore alla settimana), in serafica pace e spontaneo trasporto (più o meno).

Poi, giunto casa, dopo un po’ di riposo, si concentrava sulle lezioni del giorno successivo e, fatto questo, incominciava o riprendeva a preparare i compiti, analizzare le verifiche, a controllare quaderni. Di quando in quando, però, era impegnato anche durante il pomeriggio, per numerati consigli di classe e limitati collegi docenti. Tutto qui.

Misera la paga, sufficiente per vivere dignitosamente (almeno da soli , ma, ammettiamolo, godeva di una certa libertà per arrotondare (se voleva) il misurato stipendio.

 Ma questa è storia! Certo, ormai è storia.

A partire dagli anni ‘70, i famosi ‘decreti delegati’ hanno incominciato a dare qualche compito in più al docente (più incontri

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