La lettura che studia
ARTICOLO SCRITTO DA: SILVIA FERRARI, AUTRICE SCUOLA OLTRE
Dalla classe terza nella Scuola Primaria vengono introdotte le discipline di studio: storia, scienze e geografia. Per molte persone, pensare allo studio significa ancora seguire uno schema preciso: leggere e ripetere. In particolare, i genitori ricordano di aver studiato in questo modo, ma i tempi cambiano e i ragazzi sono in continua evoluzione, quindi la scuola deve adeguarsi e camminare insieme alle studentesse e agli studenti per trovare un punto d’incontro efficace e corroborante. Oggi sono necessarie altre strategie; ci sono altre possibilità di apprendimento per i bambini, le bambine, le ragazze e i ragazzi, partendo dalla loro motivazione ad apprendere. Si parla ancora poco di motivazione a scuola, ma è forse il primo passaggio importante per capire come organizzare e progettare i percorsi per l’apprendimento. Spesso capita ancora di sentire insegnanti che spiegano e sottolineano le parti importanti di un testo. Per l’approccio allo studio, però, serve partire da un’altra prospettiva: capire innanzi tutto perché si studia.
Il verbo “studiare” deriva dal latino “studère”, che significa dedicarsi, applicarsi, prediligere e amare. Studiare era inteso come un atto d’amore per la conoscenza, il desiderio di conoscere, la curiosità e l’amore per il sapere. In passato, da Socrate a Tacito, a Galileo, lo studioso osservava, faceva ipotesi, si entusiasmava per il piacere di conoscere. In tempi recenti a scuola, l’amore per la conoscenza si è trasformato in un imperativo, un processo meccanico tale per cui se si studia, si riceve un riscontro (giudizio o voto numerico), e se non si studia, viene compromesso l’apprendimento. Ma per motivare i nostri studenti oggi, se serve stare al passo con i tempi, cosa possiamo recuperare dal passato?
“L’imperfezione che caratterizza l’uomo fa sì che le cure agiscano molto più lentamente di quanto non facciano i mali; e come i nostri corpi s’accrescono con lentezza, ma si dissolvono in un istante, così l’intelletto e le sue opere sono molto più facili da soffocare che da riportare in vita.” (Publio Cornelio Tacito, 55 – 117 d.C. oratore, politico, scrittore e storico romano, da Agricola) La citazione di Tacito evidenzia come sia più facile perdere la buona abitudine del ricercare la conoscenza, che richiede tempo e fatica, ma rimane per sempre.
Il tempo ha offerto pian piano una versione facilitata della vita, fatta di tutto e subito, che soffoca e intorpidisce l’intelletto e le sue capacità. Per riportare alla luce la virtù del sapere, ripartiamo dal passato e percorriamo le moderne vie, insegnando alle nostre studentesse e studenti, figlie e figli l’amore per la conoscenza, la curiosità di chiedersi il perché di ciò che accade, il desiderio di approfondire le notizie per usarle in modo creativo e costruire una vita ricca di informazioni ed esperienza. Tutto ciò che si studia serve per aprire la mente alle infinite possibilità creative, legate alla crescita personale e alle competenze da mettere in campo ogni giorno nella vita. Come stimolare, quindi, le giovani menti che percepiscono lo studio semplicemente come un obbligo? Coltivando letture sane, filosofiche e anche fantastiche, per riflettere sulle parole e sul loro messaggio. Portando ogni volta esempi ed esperienza, per dimostrare che nulla è così nuovo, così diverso, ma si manifesta in un modo più moderno. Trasmettendo passione e amore per quel che si studia, come atto di cura verso l’umanità. Sorridendo alla conoscenza, intesa come arma per vincere il vuoto dell’intelletto, che oggi si cela nell’uso smisurato di social e app, la via facile che si perde. Studiare oggi, quindi, significa dedicare del tempo a leggere ciò che le parole insegnano, attraverso l’esperienza del passato e gli esempi del presente, che sono nient’altro che amore per la conoscenza, che va riportata in vita e alimentata con cura.
Attività Propedeutiche allo Studio:
- Lettura della favola “L’asino carico di sale e di spugne” di Esopo;
- Illustra in 4 sequenze la favola e scrivi una didascalia;
- Collega la favola dell’asino a una tua esperienza di vita;
- Ricerca la vita e altre favole di Esopo;
- Presenta una favola illustrata alla classe.
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