Il valore formativo delle discipline scientifiche
Dalla dimensione spirituale ed etica dell’impresa scientifica teorizzata da Enriques alla ancora oggi presente visione riduttiva della matematica apprezzata soprattutto per la sua utilità.
L’articolo Il valore formativo delle discipline scientifiche completa il saggio dedicato dall’autrice all’insegnamento della matematica negli istituti magistrali di una volta.
All’inizio del secolo scorso, Federigo Enriques cercò invano di contrastare la reazione idealistica contro la scienza portando avanti un progetto di relazioni tra scienza e filosofia, non più in una prospettiva positivista, ma evidenziando la dimensione spirituale ed etica dell’impresa scientifica.
Nel discorso inaugurale dell’anno Accademico 1906-1907, all’Università di Bologna, così si esprimeva: «La scienza è anzitutto un fattore di progresso umano; e non pure con l’accrescere il dominio sulle cose trasmette un’eredità di potenza, ma ponendo il sapere come fine, significa insieme un altissimo principio etico; la verità sopra alle suggestioni del timore e del desiderio, educatrice del carattere, norma della giustizia.» [Il valore della Scienza]
Apertamente in conflitto con Croce e in rapporto ambivalente con Gentile, Enriques non riuscì a impedire che, nei piani di studio delle scuole secondarie della Riforma del 1923, le materie scientifiche risultassero penalizzate.
L’atteggiamento di sfiducia nel valore formativo delle materie scientifiche e, in particolare della matematica, è rimasto nella cultura dominante del nostro Paese, nonostante l’impegno dei matematici del primo Novecento (tra cui Enriques, Castelnuovo, Gaetano Scorza, Alessandro Padoa) e quelli di epoca più recente (de Finetti, Lombardo Radice, Giovanni Prodi) nell’affermare il valore educativo e formativo della matematica, mettere in luce i legami tra scienze e