Voto numerico o giudizio descrittivo? Ci vuole una regola chiara: si usa il voto quando governa il centro-destra e il giudizio con il centro-sinistra
L’annuncio della sottosegretaria Paola Frassinetti sull’intenzione di tornare al voto numerico nella scuola primaria non stupisce più di tanto chi si occupa di questo problema da alcuni decenni.
Quella del voto è stata sempre una questione nevralgica.
Da tempo immemorabile la ricerca pedagogica ha dato una risposta ma il tema ha rapporti stretti anche con le consuetudini, con i rapporti con le famiglie, con l’immaginario sociale e per questo non è di facile soluzione.
Fino al 1977 nella scuola elementare l’uso dei voti numerici era assolutamente scontato anche se già a partire dalla metà degli anni ’60 si era formato all’interno delle scuole un vasto movimento di docenti contrari al voto.
Con la legge 517 del 1977 i voti vennero così sostituiti dai “giudizi” e il sistema rimase in vigore fino al 2008 quando la ministra Maria Stella Gelmini fece approvare dal Governo un decreto legge con cui si stabiliva