Dipingendo Cavalcaselle. Di tersa mano
Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana accesso alla mostra attraverso il Museo Correr Piazza San Marco n.52 – Ala Napoleonica I – 30124 Venezia – Orario: 10.00 – 17.00 (ultimo ingresso alle ore 16.00)
Corrado Veneziano – artista italiano poliedrico, grazie al suo impegno nei prestigiosi teatri di Milano e Venezia, sin dalla gioventu la pittura diviene un approdo di raffinata matrice culturale, ambito di ricerca scientifica e linguistica, responsabilità etica, oltre che puro piacere estetico. Le sue opere sono esposte in modo permanente in Musei istituzionali europei e intercontinentali, invitato in Francia con il patrocinio del Museo del Louvre, nonché autore dell’opera diventata il francobollo dello Stato italiano dedicato all’Inferno di Dante – ha studiato a lungo Giovanni Battista Cavalcaselle e ne ha reinterpretato gli schizzi e i taccuini.
La presentazione dell’intero ciclo di opere dedicata allo studioso legnaghese è prevista a Palazzo Altemps-Museo Nazionale di Roma nel 2024. Ma non poteva esserci luogo più rappresentativo per omaggiarlo che la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, in cui è conservato il Fondo Cavalcaselle. Non a caso si è voluto dare qui risalto preponderante al “San Girolamo nello studio” di Antonello da Messina, in quanto rappresenta una sintesi folgorante tra pittura, studiolo e libro, peculiare del Rinascimento e che sembra quasi ricollegarsi alla donazione più fondante della Biblioteca Marciana, quella dell’erudito cardinale Bessarione.
Giovanni Battista Cavalcaselle (Legnago 1819- Roma 1897) uno dei fondatori della disciplina della storia dell’arte, a cominciare dalla sua fondamentale pubblicazione, prima nell’Italia post- unitaria, della Storia della pittura in Italia, con J. A. Crowe (pubblicata dapprima in inglese con il titolo A new history of painting in Italy from the second to the sixteenth century, 1864-66; ed. it. ampliata, 1886-1908), connotato da un vastissimo materiale raccolto personalmente dall’autore e attestato dai suoi taccuini di disegni. Il sodalizio con l’inglese Joseph Archer Crowe durò una vita, tanto che il binomio Crowe-Cavalcaselle rappresenta un unicum nella storia dell’arte. I due Fondi – quello di Crowe alla Victoria & Albert Museum di Londra e quello di Cavalcaselle alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia – restano per gli studiosi collegati da fili indissolubili e sono tutt’ora un bacino di informazioni e spunti preziosi per i ricercatori.
Dopo lungo girovagare, per studio e per scelte politiche che gli condizionarono la vita (fu,
infatti, un fervido repubblicano), negli anni ’70 viene nominato nei quadri del Ministero della Pubblica Istruzione, primo passo post unitario in direzione di un ministero della cultura a cui lo studioso veneto darà un contributo pioneristico sia in termini di gestione che di conservazione del patrimonio artistico. Connoisseur dell’arte, in particolar modo rinascimentale e medievale, Cavalcaselle si è distinto per una tensione fortemente “investigativa”: legando la sua ricerca al tema concreto delle “attribuzioni” e operando uno studio sistematico delle opere al fine di comprendere con certezza chi ne fosse l’autore.
Per giungere alle corrette attribuzioni delle opere, Cavalcaselle registrava impressioni e
riflessioni prendendo appunti su “taccuini da viaggio”. Li riempiva di schizzi e poi scriveva
accanto, ai margini del foglio, deduzioni, dubbi, intuizioni e “scoperte”. I suoi schizzi si
riempivano dunque di immagini e parole, frecce e annotazioni, per arrivare – tra forme, volti, abbigliamenti, utensili: tutti diligentemente ridisegnati – a tracciare sorprendenti e rinnovate linee di storia dell’arte e di storia degli artisti italiani. Il lavoro pittorico di Corrado Veneziano parte da quello di Cavalcaselle – attestato insuperato di amore e filologia, passione e criterio scientifico – e a ritroso si incrocia con le opere d’arte, i
colori, le trame, le tecniche, di Pietro Lorenzetti, Antonello da Messina, Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano e molti altri, realizzando una sorta di limpida “tersa vita” delle medesime opere pittoriche. Si tratta di immagini suggestive impegnate a tenere insieme la lezione Rinascimentale e quella Contemporanea, la finezza estetica classica e la più vitale tensione di ricerca italiana.
Su questo tappeto cromatico e figurativo, Veneziano aggiunge infine le “frasi”: quelle deduzioni scientifiche cavalcaselliane, che partecipano, condividono e sviluppano la spinta comunicativa generale dell’opera. Le parole stesse – i segni della lingua italiana – si fanno simboli e segni dalla elegante propulsione dinamica del geniale autore veneto.
L’effetto complessivo è allo stesso tempo sacrale e scientifico, spirituale e laico, avvolgente e razionale. L’intera serie dedicata a Cavalcaselle è composta di 20 tele che stratificano i sensi e la forza dei lavori precedenti, contribuendo alla loro rinascita e vivificazione.
Continua la lettura su: https://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli/dipingendo-cavalcaselle-di-tersa-mano-887345.html?ref=rss Autore del post: Affaritaliani Cultura Fonte: http://www.Affaritaliani.it