Cultura classico-umanistica: freno dello sviluppo scientifico-tecnologico italiano? O piuttosto suo propulsore?

È proprio vero che — come taluni sostengono — la cultura classico-umanistica freni lo sviluppo tecnico-scientifico e il progresso civile? Nella celebrazione del passato, i giovani italiani perdono davvero il contatto con la realtà? Hanno ragione i detrattori del liceo classico ad esultare se i suoi iscritti calano?

Certamente negativa è l’erudizione fine a se stessa, status symbol classista tipico dell’impostazione gentiliana. La cultura umanistica non dev’essere nozionismo; l’archeologia non può essere idolatria del reperto; la filosofia non deve ridursi ad agiografica “filosofologia”. Creativo non è chi enumeri a memoria i nomi dei poeti ellenici minori, né è intellettuale chi sfoggi citazioni ad effetto in latinorum. La cultura dev’esser linfa vitale, non mummia del passato.

Come non basta la laurea in ingegneria per saper usare l’ingegno, così conservatorismo e passatismo non aiutano a capire la Storia e ad usarla per comprendere il presente.

Moltissimi i grandi scienziati

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