Percorsi abilitanti docenti ‘ingabbiati’, Anief: “Le loro richieste sono più che comprensibili”

Saranno attivati i percorsi abilitanti per i docenti ‘ingabbiati’? I corsi da 30 CFU sono molto attesi per i docenti di ruolo che aspirano a prendere l’abilitazione per un’altra classe di concorso ai fini del passaggio di ruolo o di cattedra nella prossima mobilità 2024/2025. Ma ancora la partenza di questi corsi è molto in ritardo nonostante le recenti rassicurazioni dell’On. Mario Pittoni (Lega). Il coordinamento docenti ingabbiati aveva già scritto al MiM e al MUR lanciando un grido d’allarme sul timore che i percorsi abilitanti 30 CFU per docenti di ruolo o comunque già abilitati o specializzati sul sostegno, non si sarebbero svolti per l’anno accademico 2023/2024. Sulla questione è intervenuto anche il sindacato Anief.
I docenti ‘ingabbiati’ si sentono ingannati
I docenti ingabbiati che avrebbero voluto acquisire un’altra abilitazione all’insegnamento per tentare la mobilità professionale oltre la domanda di mobilità territoriale, attendevano l’avvio dei percorsi abilitanti ex art.13 del DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 25 settembre 2023. Ora quindi, dopo il concorso abilitante già bandito e mai espletato, si sentono ingannati se dovesse svanire nel nulla anche la speranza dei corsi abilitanti da 30 cfu. Intanto la prossima mobilità, con ogni probabilità, partirà con le domande entro il mese di marzo 2024.
Pacifico: “La professione dell’insegnante non può essere sottoposta a vincoli di ogni genere”
Il Coordinamento docenti di ruolo Ingabbiati chiede al Ministero dell’Istruzione e del Merito e a quello dell’Università e della Ricerca, di fornire delucidazioni chiare per l’attivazione di questi percorsi. “Gli Atenei, in attesa di accreditamento, pubblicano l’attivazione per il 23/24 solo di 60, 36, e 30 cfu per completare il percorso iniziale. Abilitati, specializzati e ingabbiati di ruolo, restano fuori da tutto! Faremo la stessa solita fine di questi 24 anni”, scrivono i docenti, che pubblicano anche un video a tal proposito.
Anief è intervenuto sulla problematica ritenendo più che comprensibile la richiesta dei docenti ‘ingabbiati’, perché la professione dell’insegnante non può essere sottoposta a vincoli di ogni genere: “Cominciamo a cambiare registro nella scuola italiana – esorta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – dando la possibilità al personale docente, di ruolo o precario, di lavorare nelle sedi a loro più congeniali. Si continua a parlare di continuità didattica e di lotta alle precarietà, ma se l’amministrazione e la politica non cambiano mentalità non si andrà mai da nessuna parte: il blocco alle abilitazioni, non aperte a tutti gli insegnanti, che a vario titolo chiedono di allargare la loro docenza su altre classi di concorso, fa parte di questa modalità retrograda di organizzare la scuola”.
“Si tratta di una scuola – continua Pacifico – dove i vincoli alla mobilità, le assunzioni senza doppio canale, gli organici di fatto, e, appunto, i corsi abilitanti solo per pochi, creano le basi per la mancata crescita del sistema scuola e l’insoddisfazione per chi vi opera al suo interno. Cominciamo a dare la possibilità a tutti gli insegnanti di abilitarsi, ancora di più quello che si trovano a centinaia se non migliaia di chilometri casa dopo essere stati assunti in ruolo spesso tramite algoritmi fallati”, conclude il presidente Anief.
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