Decreto Energia: che cosa cambia per impianti fotovoltaici, eolico e scorie nucleari

Approvato il cosiddetto Decreto Energia. Il testo ha avuto il via libera definitivo dall’Aula della Camera. Nel voto finale i voti favorevoli sono stati 143, 84 sono stati i voti contrari e 13 le astensioni. Vediamo cosa prevede il Decreto e che cosa cambia. Il testo che aveva già ottenuto l’approvazione delle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, ha avuto il via libera dalla Camera. Il governo sul documento aveva posto la questione di fiducia.

Previsti incentivi per favorire gli impianti fotovoltaici

Il Decreto Energia stabilisce che il presidente della Regione Sicilia ha il ruolo di commissario straordinario nella gestione dei rifiuti. Viene data anche la possibilità di valutare l’autorizzazione di impianti di termovalorizzazione. Il commissario dovrà redigere un Piano Regionale e questo incarico avrà durata biennale. Tra i punti chiave c’è l’incentivo a favorire le rinnovabili. Via libera, come spiega SkyTG24 Economia, anche alla stipula di contratti di durata pluriennale tra il Gse e gli operatori selezionati con aste per incentivare le rinnovabili, unita alla possibilità di partecipare alle aste per gli incentivi anche per tutti gli impianti fotovoltaici in area agricola.

Le novità legate allo sviluppo dell’eolico e relativamente alle scorie nucleari

Il decreto prevede anche di estendere a tutto il territorio nazionale, incluse le aree limitrofe a quelle in “phase out” dal carbone, la possibilità di individuare porti in cui realizzare piattaforme galleggianti per lo sviluppo dell’eolico. Ci sono novità anche sul versante delle scorie nucelari. Alla SOGIN, ovvero la società responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare verrà consentito di riconsiderare eventuali autocandidature per il deposito nazionale delle scorie nucleari di Comuni non presenti nella Cnai (la Carta nazionale che identifica le aree idonee).

Questo fatto “tenuto conto dei vincoli territoriali nel frattempo decaduti o sostanzialmente modificati” o per ragioni tecniche superabili con adeguate modifiche al progetto del Parco tecnologico, strettamente collegato al deposito.

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