Ilaria Salis, esplode il caso della donna in carcere in Ungheria per aggressione a dei nazifascisti: è una maestra elementare
In questi giorni c’è grande attenzione mediatica e istituzionale sul delicato caso di Ilaria Salis, la 39enne di Monza trattenuta in condizioni disumane in un carcere ungherese da quasi un anno, accusata di aggressione a dei nazifascisti lo scorso febbraio a Budapest.
Proprio ieri c’è la prima udienza del processo. La Salis, lo ricordiamo, è una maestra elementare che, come riporta RaiNews, è arrivata in tribunale legata per le mani e i piedi, tenuta per una catena e sorvegliata su una panca da due agenti di un corpo speciale di polizia penitenziaria che indossano il giubbotto antiproiettile e il passamontagna per non essere riconosciuti.
Già a dicembre si è mobilitata la famiglia, che ha cercato senza successo di farsi aiutare dalle istituzioni per sbloccare la situazione. Il padre della docente ha scritto alla premier Meloni (due volte), al Guardasigilli, al ministro degli Esteri, ai presidenti di Senato e Camera, per un intervento diplomatico