A Sanremo sul palco il tema del suicidio dei giovani

“Parlare di suicidio fa paura, ma non parlarne è un suicidio”: così i cartelloni sollevati da
Rocchina Stoppelli, presidente dell’associazione “La tazza blu” nata in ricordo di sua figlia Giulia, che si è suicidata poco prima di compiere 17 anni;
Francesco, volontario di Telefono Azzurro in ricordo di un’amica;
Beatrice De Luca, co-fondatrice di Tutto-Annodato, il progetto nato in seguito al suicidio di Andrea, suo compagno di liceo, diciottenne.
Cartelloni sollevati durante l’esibizione di La Sad, che ha portato sul palco la canzone “Autodistruttivo” per raccontare il disagio giovanile. Un trio punk milanese il cui nome vuol dire “triste”.
“Bisogna parlarne e parlarne bene, bisogna agire in prevenzione e non solo ed esclusivamente in seguito a casi di suicidio perché quelli rappresentano solo la punta dell’iceberg di un malessere che è molto più diffuso e più vicino a noi di quanto non si creda. Dopo il suicidio di Andrea la scuola non ci ha aiutato.
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