Guerra e pace nella scuola italiana
Un’inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia. C’è un delirio culturale collettivo per l’educazione del giovin guerriero? Guerra e pace nella scuola italiana.
I pacifisti non ammettono che nella nostra scuola si stringano rapporti tra le forze armate e gli studenti. È un pacifista Antonio Mazzeo, docente, saggista, promotore dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, autore di La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia, Manifestolibri, 2024.
Dopo l’abolizione della leva militare obbligatoria nel 2005, si ritorna a parlare in politica della possibilità di introdurre in alternativa al servizio civile una leva militare ma su base volontaria e di durata molto limitata: l’autore di fronte a ciò rivolge la sua attenzione al proliferare di iniziative con cui vanno ad infittirsi i rapporti dei vertici militari con la popolazione scolastica. La trattazione si svolge sulla base di un’ampia e dettagliata esposizione delle sempre più numerose e capillari iniziative mirate a celebrare le imprese degli italiani in guerra con l’avallo del Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’autore documenta un “modello circolare scuola-caserma-lavoro” che mirerebbe alla “educazione del giovin guerriero”, anche con un “elogio unanime delle Grande Guerra”.
In effetti, sul territorio nazionale si va diffondendo nelle scuole il ricordo della prima guerra mondiale, rievocata come manifestazione di eroismo di soldati anche giovani: essersi immolati per la patria è un valore tramandato alle nuove generazioni adolescenziali e preadolescenziali, coinvolte fra l’altro nella partecipazione a concorsi ad esse riservate per la celebrazione del Milite Ignoto.
Secondo l’autore il clima è