Alessandro D’Avenia: “Gli studenti escono dalle scuole con competenze, ma senza vocazione si ritrovano in vite non loro”

Al primo impatto con l’università o con il mondo del lavoro, un giovane su cinque si rende conto di non essere abbastanza preparato, mentre uno su tre ammette di essersi reso conto che avrebbe voluto studiare materie diverse da quelle fatte nella scuola scelta. Un dato che emerge dal XXI Profilo dei diplomati, presentato giovedì 29 febbraio da AlmaDiploma e riportato dal Corriere della Sera. Per Alessandro D’Avenia si tratta dell’“esito inevitabile di un orientamento quasi assente nella scuola secondaria di primo e secondo grado”. Ecco cosa scrive lo scrittore e docente palermitano sulla sua rubrica Ultimo Banco: “Si esce da medie e superiori possedendo delle competenze, ma non se stessi. E senza questo non si può essere felici. Perché? In un mondo in cui il criterio della felicità è l’efficienza, ciò che conta è acquisire quanto prima competenze ‘spendibili’ nel lavoro. Essere ‘spendibili’ significa essere ‘comprabili’, cioè diventare noi stessi ‘risorsa’ da ‘esaurire’,

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