Riscatto della laurea: le procedure e come si calcola il costo

Il riscatto di laurea è una pratica fondamentale per chi desidera incrementare il proprio monte contributivo previdenziale, trasformando gli anni di studio universitario in contributi validi per la pensione. Questa operazione, che può essere gestita comodamente online tramite l’accesso all’area riservata dell’INPS, è aperta a tutti i laureati o titolari di titoli equipollenti, inclusi gli individui disoccupati che non hanno mai aderito ad un regime previdenziale obbligatorio o iniziato un’attività lavorativa.

La procedura per il riscatto della laurea: limitazioni ed esclusioni

Per avviare la procedura di riscatto, è essenziale essere in possesso di un titolo di studio. La richiesta può essere effettuata anche da chi non ha mai esercitato un’attività lavorativa o non è iscritto a forme di previdenza obbligatorie, sia in Italia che all’estero.

Il periodo di studio considerabile per il riscatto corrisponde alla durata legale del corso di laurea seguito, e può includere diplomi universitari, lauree, specializzazioni post-laurea e dottorati di ricerca, oltre ai titoli accademici specifici previsti dalla normativa.

Non tutti i periodi di studio sono riscattabili: le iscrizioni fuori corso e i periodi già coperti da contributi previdenziali (obbligatori o volontari) non sono ammessi. Inoltre, dal 1997 è possibile riscattare più corsi di laurea, ma una volta effettuato il pagamento, non è permessa la rinuncia o la revoca della contribuzione da riscatto.

Tipologie di titoli necessari per poter riscattare la laurea

  • Diplomi universitari con corsi di durata compresa tra due e tre anni;
  • Lauree con corsi di durata compresa tra quattro e sei anni;
  • Specializzazioni conseguite dopo la laurea, con corsi della durata di almeno due anni;
  • Dottorati di ricerca soggetti a specifiche leggi;
  • Titoli accademici come la laurea e quella specialistica introdotti dal decreto 3 novembre 1999, numero 509, con corsi triennali per la laurea e biennali propedeutici a quella specialistica.

Per la pensione possono essere riscattati anche i diplomi rilasciati dagli Istituti A.F.A.M. come, per esempio, i nuovi corsi avviati dall’anno accademico 2005-2006 e che portano ai seguenti titoli:

  • Diploma accademico di primo e secondo livello;
  • Quello accademico di secondo livello e di specializzazione;
  • Il titolo accademico di preparazione alla ricerca che è equiparato al dottorato di ricerca universitario secondo quanto stabilito nel decreto del Presidente della Repubblica datato 8 luglio 2005, numero 212;
  • Per i diplomi accademici ottenuti prima dell’entrata in vigore della legge numero 508/1999, invece, le condizioni per il riscatto si possono leggere in modo dettagliato nella circolare numero 95 dell’INPS datata il 21 agosto 2020.

Come calcolare il costo del riscatto: gli strumenti online messi a disposizione da INPS

Riscattare il proprio periodo di studi universitari è utile per ottenere una pensione più adeguata, integrando o completando i requisiti minimi di contribuzione richiesti. Senza il riscatto, i periodi di studio non verrebbero considerati nel calcolo della pensione, potenzialmente riducendo l’importo finale.

Il costo del riscatto varia in base al tipo di pensione futura (retributiva o contributiva) e alla durata dei periodi di studio. Per i calcoli basati sul sistema retributivo, si applicano le regole della legge del 1962, tenendo conto di vari fattori come età e salario. Nel sistema contributivo, il costo si determina applicando l’aliquota contributiva vigente, basandosi sul salario degli ultimi 12 mesi precedenti la richiesta.

L’INPS mette a disposizione un tool di simulazione online per stime indicative dell’onere di riscatto, utilizzabile per gestioni previdenziali diverse. Per presentare la domanda, è necessario compilare il modulo online sul sito dell’INPS e procedere al pagamento tramite l’Avviso di pagamento pagoPA, seguendo le istruzioni fornite sul Portale dei Pagamenti dell’INPS.

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