Perché le startup israeliane continuano a raccogliere miliardi nonostante la guerra

La guerra non ferma gli investimenti in startup in Israele. Anzi. Dall’inizio del conflitto – il 7 ottobre, il giorno dell’attacco di Hamas in territorio israeliano – le nuove società tecnologiche israeliane hanno raccolto la cifra record di 3,1 miliardi di dollari. In linea con gli anni migliori. Come se niente stesse succedendo sulla striscia di Gaza. Un dato che racconta un’altra faccia della guerra. E forse dell’economia dell’innovazione in generale. Che sta sempre di più stringendo legami con il mondo della tecnologia militare. Ridisegnando paradigmi. Non innovazioni nate per scopi ‘civili’, poi adottate da stati e eserciti. Ma innovazioni nate per scopi militari. Che raccolgono fondi e finanziamenti proprio grazie al fatto di essere tecnologie nate per fini militari. Un terzo dei fondi investiti in startup israeliane dall’inizio della guerra è andato ad aziende che si occupano di sicurezza militare, dalla sicurezza informatica a tecnologie legate all’intelligenza artificiale.
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