Una sola domanda: parlare di sessualità è ancora un tabù, tutto italiano?

[…] Con effetto da provocare turbamento e disagio negli alunni […]. “Mancavano pianificazione e contesto” . La Cassazione condanna la supplente al licenziamento, perché ha parlato di sessualità in classe.

Una sola domanda: parlare di sessualità è ancora un tabù, tutto italiano?

Comprendo la necessità di attenzione e delicatezza nelle parole da pronunciarsi, nei gesti da esprimersi, nelle foto da mostrare, soprattutto in luogo di presenze fragili e delicate come quelle dei nostri piccoli. Comprendo.

Ma NON comprendo il caos che ne deriva, sino alla decisione di licenziare, quando poi a questi nostri piccoli regaliamo un cellulare, o la possibilità di navigare su internet, cioè, diamo loro strumenti in grado di consegnare visioni distorte della sessualità e del corpo. E NON lo comprendo soprattutto se è una sentenza che al contempo evidenzia che comunque si è preso in considerazione l’ipotesi che gli alunni possano aver “ingigantito” quanto accaduto [in classe],

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