Sull’uso e sull’abuso dei test INVALSI

Momenti del dibattito sull’uso e sull’abuso dei test INVALSI e sui loro esiti che sono parte integrante del curriculum dello studente.

Antro della Sibilla

L’articolo 14 del Decreto Legge n. 19 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 marzo 2024, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, recita:

“In una specifica sezione sono indicati, in forma descrittiva, i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove scritte a carattere nazionale di cui all’articolo 19, distintamente per ciascuna delle discipline oggetto di rilevazione e la certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese”.

Le prove scritte a carattere nazionale di cui trattasi sono le prove Invalsi.  Si contempla l’inserimento degli esiti di dette prove nel curriculum di ogni diplomato nell’esame conclusivo del corso degli studi secondari superiori. In tal modo le prove Invalsi diventano parte integrante del curriculum contenuto nell’E-Portfolio di cui al D.M. 22.12.2022 e allegato al diploma ai sensi del D. Lgs. 62/2017.

Le finalità dell’INVALSI sono definite nell’articolo 2 del suo Statuto: L’Istituto, attraverso le proprie attività di studio e ricerca sul funzionamento dei sistemi formativi, delle politiche e delle prassi educative, la predisposizione e l’implementazione di strumenti di misurazione degli apprendimenti e delle competenze degli studenti e le attività di valutazione delle istituzioni scolastiche e formative da esso coordinate nell’ambito del SNV: promuove il miglioramento dei livelli di istruzione e della qualità del capitale umano, contribuendo allo sviluppo e alla crescita del Sistema d’Istruzione, motore di sviluppo dell’economia italiana e promotore di

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