La polemica, il boicottaggio, le scuse: che c’entra Rafah con il Met Gala e Kim Kardashian

“Che mangino brioche”: la celebre frase attribuita a Maria Antonietta, pronunciata durante il Met Gala dalla modella Haleyy Baylee (vero nome, Haley Kalil), fra l’altro vestita proprio come Maria Antonietta, ha scatenato un putiferio sui social network che si sta trasformando in un vero e proprio boicottaggio delle celebrità.

Nella notte italiana, Baylee si è scusata profondamente e più sotto ne diamo conto, ma prima vediamo i motivi della protesta, che sono sostanzialmente due: da un lato, la discrepanza fra i tanti drammi del mondo e lo sfarzo mostrato durante l’evento di New York, come se attori, cantanti e in generale i personaggi famosi fossero sempre più distanti e distaccati dalle miserie del mondo; dall’altro, l’imbarazzante coincidenza temporale, perché il Met Gala è andato in scena nello stesso giorno e nelle stesse ore in cui Israele dava il via alle operazioni di terra a Rafah. E quel “che mangino brioche”

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Ragazzi, soli, mai!

Ragazzi,  soli,  mai!

di Antonietta Cataldi

Madre: Smettila di commiserarti!  Ti comporti come se tutto ciò che ti è capitato fossero disgrazie e tu non avessi alcuna responsabilità.

Figlio: No, Mamma!  Il fatto è che, da ogni parte, viene scaricata su di me ogni colpa, come se fossi stato io a compiere tutte le scelte, sin da quando ero piccolo.

M.:  Cosa intendi dire?  Chi ti ha costretto a fare quel che non volevi?

F.:  Nessuno, ma io ero davvero in grado di capire quello che volevo?  A undici anni, appena uscito dalle elementari, quando ho formulato l’idea di entrare in seminario, ero in grado di capire cosa significasse questa scelta?

M.:  Ti dirò la verità, tuo padre e io non ci siamo posti il problema, forse perché, a quel tempo, avere un prete in famiglia era un titolo di merito, forse perché alcuni genitori sceglievano questa strada per i figli che non erano in grado di mantenere agli studi.  In ogni caso, non era una scelta definitiva, era un percorso che si poteva interrompere.

F.:  Voi avete guardato al futuro lontano senza considerare quello prossimo.  Vi siete chiesti quale sarebbe stata la mia vita in una realtà monca, soltanto maschile, con scarsi contatti con l’esterno?  A quell’età, non ero in grado di pormi questo problema.  Il mio mondo era popolato da ragazzetti come me, che amavano giocare a calcetto.  Ma la preadolescenza era vicina, con la sessualità che avrebbe presto imposto un cambiamento di prospettiva e, in quel momento, io mi sarei trovato chiuso in un mondo senza la presenza femminile.  Mi sarebbero state negate tutte le curiosità, le emozioni, anche le difficoltà, le frustrazioni nel rapporto con l’altro sesso.  La mia vita sarebbe stata priva di quella molteplicità di stati d’animo che l’attrazione, l’infatuazione, l’innamoramento comportano.  Pensi che una simile amputazione possa avvenire senza conseguenze?

M.:  Figlio mio, pensavo che si potessero generare forme di trasgressione come la lettura di giornalini scandalistici che quasi costò a tuo zio l’espulsione dal collegio.

F.:  No, Mamma, le conseguenze di quella deprivazione erano molto, molto più gravi.  Non selezionare i ricordi.  Pensa a ciò che ti raccontò tuo marito, che pure era già al ginnasio all’epoca dei fatti: tra i ragazzi c’era l’abitudine di accarezzare quelli con i glutei più rotondi!

M.:  E’ vero, ma poi tuo padre ha avuto una vita sessuale normale e io ne sono testimone.

F.:  Forse perché, dopo due anni, minacciò di scappare dal collegio se non lo avessero fatto uscire e, comunque, portò a lungo i segni di quelle esperienze.

M.:  In concreto, secondo te, cosa avremmo dovuto fare?

F.:  Quello che tu stessa mi hai detto che fece tuo padre con te.  Mi hai raccontato due episodi. Il primo è di quando eri ancora alle elementari e la suora che ti dava lezioni di pianoforte gli comunicò che intendevi farti suora.  Lei ti regalò un libro su Santa Chiara e lui non proferì parola, né in quel momento né in seguito.

M.:  Era un uomo saggio, capiva bene che la mia giovane età impediva che si potesse dare un valore permanente a quella mia supposta aspirazione.  In effetti, ero semplicemente attratta dalla veste monacale e dal mistero che sentivo aleggiare nella vita del convento.

F.:  E quando, a quindici anni, gli comunicasti che volevi fare l’attrice?  

M.:  Ancora una volta, mio padre fu abilissimo: mi disse che non sarebbe stato un problema ma che prima dovevo finire la scuola.

F.:  Lo vedi?  Non ti presentò difficoltà ma prese tempo per dare a te stessa il modo di maturare una decisione, tant’è che, dopo la maturità, eri proiettata verso altri obiettivi.  Perché non faceste così con me, consigliandomi di proseguire la scuola pubblica per entrare poi in un seminario maggiore?  A diciotto anni sarei stato molto più consapevole, avrei saputo agire e reagire adeguatamente nelle varie situazioni.  Avrei saputo respingere gesti mai immaginati e rifiutare approcci non desiderati, perché avrei capito e riconosciuto la differenza rispetto alle tenerezze e alle effusioni che avrebbero popolato i miei sogni e regalato magia alla mia realtà.  Avrei capito che i compagni di seminario non erano comparabili con le amiche di scuola.  Invece l’impossibilità del confronto ha finito col rendere accettabili comportamenti di coetanei e superiori che mai lo sarebbero stati in condizioni normali.  Io non sono gay, Mamma!

M.:  Sono stata miope e superficiale, figlio mio: mi dispiace non avere colto in tempo le implicazioni della tua situazione e tratto le conseguenze.  Non mi ero resa conto del motivo per cui addossavi a me e a tuo padre parte della responsabilità per la tua condizione e non avevo decifrato il dolore e il disagio che ti porti dentro.  Solo ora immagino la riluttanza a cedere a desideri che non erano i tuoi, ad abituarti a sollecitazioni non richieste e che, anche per chi le forniva, erano soltanto un ripiego, un surrogato, come il caffè di cicoria che si beveva durante la guerra, come l’omosessualità in carcere.  Se soltanto ci avessi pensato per tempo!  Sento parlare di una potente lobby gay in Vaticano e mi rattrista pensare che tu, per un’unica ragione, il fatto di essere in procinto di diventare prete, possa essere inquadrato tra i colpevoli mentre sei una vittima.  Perché intendiamoci: se si è omosessuali, il problema è costituito dalla mancata astinenza, ma se non lo si è, a questo si aggiunge anche l’aver agito controvoglia o l’avere addirittura semplicemente subito.

F.:  Sono vittima ma anche colpevole per non avere avuto il coraggio di ribellarmi, fin dall’inizio.

M.:  Ma se tu stesso hai detto che non conoscevi altra realtà!  A quell’età, poi, quando non si è ancora definita la propria identità, non si capisce nemmeno bene cosa si vuole e cosa non si vuole e, in ogni caso, non si può rifiutare ciò che non si riconosce, a parte il fatto che ti devi essere trovato in una condizione di impotenza se non addirittura di sudditanza.  Da quando ho percepito il tuo problema, mi sono impegnata a studiare …

F.:  Ecco, lo sapevo, tu trasformi sempre tutto in una occasione di studio, quasi che così si risolvano le questioni.

M.:  E’ vero, figlio mio, che non si risolvono ma conoscere il passato ci offre spunti per decifrare il presente e per individuare spiragli che indichino possibili vie d’uscita, perché – credimi – la storia dell’umanità ha delle costanti che ci possono sorprendere.  Pensi forse che il ricevere attenzioni sessuali indesiderate o, peggio, subire atti omosessuali sia una particolarità del nostro tempo?  La costante è che gli esseri umani riescono ad abituarsi quasi a tutto, specie quando le regole sono dettate, se non da dominatori, dalle convenzioni o dalle tradizioni.  Credi davvero che tutti i giovani gradissero il ruolo passivo che, nelle società tribali, toccava loro nella relazione, anche sessuale, con cui si concretizzava parte del rito di iniziazione che segnava il passaggio all’età adulta, quando era ammesso solo il ruolo attivo, quello che caratterizza il rapporto con la donna?

F.:  Certo che no e sicuramente non lo gradivano tutti i ragazzi tra i dodici e i quattordici-quindici anni che, ad Atene, si ritrovavano soggetti passivi, pur “all’interno di un legame affettivo duraturo”.  Ne sono testimonianza “le affermazioni di autori come Platone, Senofonte e lo pseudo Luciano, quando parlano del disgusto dei giovani amati, dell’umiliazione e del rancore che essi provavano verso gli amanti dopo il rapporto”[1].

M.:  Vedo che hai letto il saggio di Cantarella. 

F.:  Illuminante.  Così ho capito il perché di quei rapporti che alcuni semplicemente accettavano mentre altri, come Aristotele, rimpiangevano: “il ricordo del piacere provato provoca il desiderio di rinnovare il congiungimento che vi si accompagnava”. Non c’era possibilità di scelta, secondo le proprie inclinazioni; erano una “necessità sociale”[2] legata al fatto che, al centro dell’organizzazione della comunità non c’era il rapporto uomo-donna ma il rapporto tra uomini. Cantarella spiega: “il rapporto eterosessuale dava la vita fisica; la funzione di dare vita nel gruppo al maschio adulto, la funzione di creare l’uomo come individuo sociale spettava invece al rapporto omosessuale, che come sappiamo si stabiliva a questo scopo, quasi istituzionalmente, tra un adulto e un ragazzo. Ma questo rapporto doveva durare solo per un periodo di tempo ben delimitato.  Una volta raggiunta la maturità, infatti, il ragazzo doveva abbandonare il ruolo passivo (sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista sessuale) e assumere un ruolo duplicemente attivo: quello eterosessuale del marito, e quello omosessuale dell’amante, educatore di un ragazzo amato»”[3].

M.:  Vedi, figlio mio, che c’è una ragione per tutto?  E’ perché c’era un tempo per tutto, anche per “assumere il ruolo virile con una donna, nel matrimonio”.  A questo proposito, c’è una indicazione molto significativa nell’Iliade, quando Teti si rivolge al figlio, disperato per la morte di Patroclo: “Accanto ad Achille sedette l’augusta sua madre, / lo carezzò con la mano e chiamandolo a nome gli disse: / «Figlio mio, fino a quando gemendo e soffrendo dolori / ti roderai il cuore, del tutto oblioso del cibo, / del letto?  Eppure è bello congiungersi con una donna / in amore»”[4].  E’ l’immagine di una madre affettuosa che esorta il figlio a superare quello stadio, ad andare oltre il “cameratismo di guerrieri” e “a compiere finalmente il suo dovere sociale”[5].

F.:  A me il discorso di Teti sembra quello tipico del genitore che si cura meno dei problemi psicologici che dei problemi sociali.

M.:  Sento un tono di rimprovero nella tua voce.

F.:  Te ne meravigli?  E’ vero che Teti sta agendo su ordine di Giove, adirato per lo scempio che, da nove giorni, Achille sta facendo del corpo di Ettore, colpevole di avere ucciso Patroclo.  E’ vero altresì che è difficile il compito di convincere il figlio, caratterizzato dall’«ira funesta», a consegnare la salma a Priamo per la sepoltura.  E’ pur vero, tuttavia, che, nel suo discorso, Teti non sembra tenere in alcun conto l’intensità del rapporto che legava i due amici.  Noi sappiamo, infatti, che Achille, sperando di essere il solo tra i due a morire a Troia, confidava di poter assegnare a Patroclo il ruolo di tutore del proprio figlio.  E sappiamo anche quanto premuroso Patroclo fosse stato con Briseide quando era stata condotta schiava di guerra.  A lui, cadavere, la donna rivolge il proprio lamento, quasi possa sentirla: “tu no, non volevi / ch’io piangessi, ma sempre dicevi che resa m’avresti / d’Achille divino la sposa legittima e, a Ftia sulle navi / condotta, il banchetto nuziale tra i Mirmidoni avresti imbandito. / Perciò senza fine io ti piango morto, dolcissimo sempre!”[6].  A me sembra altissima la statura umana di questo eroe ucciso: non mi meraviglia che abbia suscitato tanto amore e non mi importa se il legame con Achille avesse o no una componente sessuale.  Era amore e tanto mi basta. Per me il problema sorge quando l’amore non c’è o non è reciproco. 

M.:  Capisco quello che intendi dire: i genitori, nel valutare la condizione dei propri figli, usano parametri che prescindono dal loro benessere presente e futuro.  Ad esempio, non tengono in conto se abbiano o no conosciuto una realtà prima di allontanarsene.  Forse hai ragione.  Il problema è che spesso è così difficile conoscervi!  Tu, per esempio, sei sicuro di esserti sforzato di farmi comprendere il tuo disagio, quando ha cominciato a prendere corpo?

F.:  Ecco, lo sapevo che, ancora una volta, la colpa era mia!  Proprio tu mi parli così, tu che hai sempre sostenuto che ti bastasse uno sguardo per capire se qualcosa non andava! Ma non mi vedevi, in quei brevi periodi che trascorrevo a casa?  Non ti rendevi conto di quanto poco sereno fossi? Sembra quasi che tu non mi abbia guardato come persona ma come un esserino da gestire nel modo migliore possibile, quello che potesse darti la massima tranquillità.  E dove maggiore tranquillità che in un seminario?

M.:  Dimentichi che sei stato tu a chiederlo?

F.:  No, ma tu e Papà siete stati pronti ad assecondarmi, come se la mia fosse la migliore delle scelte possibili, come una buona sorte.  Non mi avete posto nessun problema, non mi avete presentato nessuna difficoltà.  Non vi siete chiesti e non mi avete chiesto se ci fosse un qualcosa che mi sarebbe potuto mancare.

M.:  Tu avresti saputo rispondere?

F.:  Non credo, ma sarei stato costretto a riflettere.  Invece così mi sono trovato in un ambiente sconosciuto, al quale mi sono semplicemente dovuto adattare accettando relazioni che non avevo mai nemmeno immaginato.  Mentre rispondeva pienamente alle mie aspettative la realtà educativa, sono stati per me sorprendenti alcuni rapporti affettivi che ho via via individuato e che erano talvolta connotati da una fisicità che mi appariva morbosa e comunque sgradita.  Era come se invano fossero trascorsi millenni da quando, nella Grecia precittadina, “i ragazzi apprendevano le virtù che avrebbero fatto di loro degli adulti durante il periodo di segregazione, vivendo in compagnia di un uomo, al tempo stesso educatore e amante”, mentre a Sparta “i ragazzi, a dodici anni, erano affidati a degli amanti, scelti tra i migliori uomini in età adulta, e da questi imparavano a essere dei veri spartiati”[7].

M.:  Ma quanti di questi casi hai trovato in tutti questi anni?

F.:  Mamma, cosa dici?  Fai una questione di numeri? 

M.:  No, figlio mio, volevo solo dire che in ogni contesto ci sono le eccezioni, le famose “mele marce”, ma questo non consente di generalizzare; come dice il proverbio, di “buttare il bambino con l’acqua sporca”.  Nella vita mi è capitato di avere a che fare con un sacerdote che stimavo, al quale mi rivolgevo per le messe ai defunti, e che poi ha dato scandalo, sorpreso a compiere atti sessuali con un ragazzino.  Una storia squallida, che però non mi ha indotto a colpevolizzare tutto il clero.  Mi rendo conto di quanto sia difficile la rinunzia alla sessualità e come questa, in un contesto in cui non sia possibile la sua libera espressione, possa trovare vie improprie.  Mi viene in mente ciò che disse Gesù a conclusione di una discussione sul matrimonio e sul fatto che non convenisse sposarsi se non si poteva ripudiare la propria moglie: “vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli”[8].  Ora, un conto è “la teorizzazione della continenza come valore morale”, un altro è la pratica “dell’astinenza come stato di vita più alto e più vicino al Signore, come strumento per la conquista del premio nella vita eterna”[9].   Non è facile accettare l’idea della “superiorità del celibato volontario”[10], rifiutare la sessualità e rendersi eunuchi, specie per alcuni.  Ora ti dico una cosa che spero non ti scandalizzi.  E’ un pensiero rimasto confuso finché non ho letto questo passo di Mancuso: “Riferendosi all’espressione «il discepolo che egli amava», presente sei volte nel Vangelo di Giovanni, alcuni hanno ipotizzato una tendenza omosessuale di Gesù.  La realtà è che questa figura un po’ enigmatica del discepolo preferito è completamente assente nei Sinottici, ricorre solo nel Quarto vangelo e solo nella seconda parte, forse come proiezione del suo autore, e non ha nulla a che fare con la vita di Gesù quale emerge da tutte le altre fonti, ben più affidabili dal punto di vista storico.  Se quindi si vuole ritrovare nel «discepolo che egli amava» un segnale di tendenza omosessuale, essa riguarda non Gesù ma l’autore del Quarto vangelo”[11].  Non avevo mai pensato che Gesù fosse omosessuale semplicemente perché, in quanto Dio venuto in terra come “Figlio dell’Uomo”, cioè figlio dell’Essere Umano, nella mia mente non poteva avere altro ruolo che quello di fratello dell’umanità intera.  Avevo sempre pensato che l’espressione di Giovanni potesse essere una vanteria, come quella dei bambini quando sostengono “la mamma vuole più bene a me”.  In alternativa, l’espressione mi sembrava interpretabile come “il discepolo che lo amava”, lo amava più di tutti e pertanto era da lui ricambiato con la massima intensità.  L’ipotesi riportata da Mancuso mi ha fatto molto riflettere: se davvero Giovanni fosse stato gay, sarebbe stato bellissimo, perché vorrebbe dire che Gesù davvero lo amava particolarmente perché era il più fragile, quello che faceva più fatica a stargli accanto, a “rendersi eunuco per il regno dei cieli”.

F.:  Mamma, davvero non c’è limite alle tue elucubrazioni!  Però devo ammettere che la tua ipotesi mi intriga.  Amare qualcuno e stargli accanto sapendo bene di dover respingere qualunque impulso, di doversi negare qualunque aspettativa, è terribile: vuol dire amare fino al sacrificio.  Ora rivedo la mia esperienza con altri occhi ma non cambia la mia convinzione che il seminario minore sia un errore.

M.:  Ma, figlio mio, io ho sempre pensato che il seminario fosse, dopo la famiglia e forse più ancora che la famiglia, il luogo più protetto al mondo!

F.:  E non hai pensato che una realtà mutilata come quella potesse generare storture e potesse impedire a ciascuno di trovare la propria identità, anche sessuale? Tu non hai idea di come sia triste assistere alle manovre di preadolescenti che cercano di trovare uno sbocco alle loro pulsioni!

M.:  Vuoi forse dire che le cose andavano meglio nella Grecia dell’età classica, quando era previsto che il figlio, per il passaggio all’età adulta, venisse affidato a un adulto di valore, che avesse le qualità per fare di lui un degno esponente della propria comunità e che con lui avesse un rapporto esclusivo, anche di tipo sessuale? Andavano meglio quando i genitori, che non ponevano in discussione le convenzioni, si limitavano a proteggere i propri figli dai corteggiatori inadeguati facendoli, come  ad Atene,  “controllare dai pedagoghi”[12]?

F.:  Non dico che era meglio; dico che, già allora, c’erano leggi a protezione dei ragazzi, tese a evitare ai giovanissimi “le possibilità di frequentazioni e di incontri pericolosi” col rischio di diventare prede di avventurieri.  Per questo “era considerato infame intrattenere qualunque rapporto” con i minori di dodici anni ed era corposo l’elenco degli amanti di “cattiva qualità” cui era proibito frequentare il locale ginnasio: tra questi gli schiavi, i liberti, i prostituti, i commercianti, gli ubriachi e i pazzi[13].  Alcune cose, a mio giudizio, col tempo sono cambiate ma non tutte con effetti positivi.  Per esempio, “l’uomo romano era condannato alla virilità”[14].  Per questo, “a differenza dei greci, i romani non ritenevano che, per i ragazzi, essere soggetti passivi di un rapporto omosessuale fosse educativo. […] Sessualmente […] erano uomini, anche se solo in potenza: e come tali non dovevano mai essere sottomessi”. D’altra parte, mancando la “funzione pedagogica del rapporto, […] fondamentale in Grecia”, veniva meno ciò che dava una motivazione nobile al compito assegnato all’adulto, che pur godeva di una posizione di predominio.  Di conseguenza, nel mondo latino, dove “l’adolescenza era breve” tanto che, “a quattordici anni, un ragazzo era già considerato un adulto […] e poteva prendere moglie”[15], “con il giovinetto amato […] si viveva una vera storia d’amore: destinata peraltro a finire […] nel momento in cui l’amante compiva l’atto che per i romani altro non era, di regola, che un dovere sociale, e che segnava l’inizio di una nuova era della vita: il matrimonio”[16].  Questo scatenava i pappagalli stradali, le cui iniziative potevano diventare veri e propri “attentati all’onore” dei “ragazzi di nascita libera”.  I “giovani ingenui”, che non potevano uscire da soli, erano protetti dal pretore con la punizione di “chi sottraeva loro la scorta” giacché, “senza scorta, essi si presentavano, a chi li incontrava, come persone di facili costumi”[17].

M.:  In conclusione, vuoi dire che c’erano più tutele di oggi?  Di nessun rilievo è dunque il fatto che “quel che era riprovato era solo il fatto di amare un giovane libero e cittadino romano”, mentre restava escluso lo schiavo che “non apparteneva, come soggetto, al mondo della città” e che poteva dunque essere sodomizzato senza problemi giacché “subire il padrone era parte integrante del dovere di servirlo”[18]?

F.:  Questo è un altro discorso, Mamma.  Voglio semplicemente dire che, se certe cose accadono oggi, non si può liquidare la faccenda dando la colpa al fato.  A me sembra che le famiglie non si assumano appieno le proprie responsabilità, scaricandole sulla scuola o, più genericamente, sulla società.  Penso a quanto si è impoverito il novero delle doti richieste a un compagno di scuola per essere considerato degno di essere frequentato: basta che sia “di buona famiglia” e prenda bei voti.    Poco importa se manca di sensibilità ed è anche magari un po’ bullo; se ti capisce; se ha piacere di stare con te o lo fa solo per convenienza; soprattutto, se tu hai piacere di stare con lui.

M.:  Figlio mio, non hai idea di quanto sia difficile essere genitore.  Mio padre diceva sempre: “io faccio quello che posso; il resto, come Dio vuole”.  Io non so se ho fatto tutto quello che potevo.  Probabilmente no.  Certo mi sono posta il problema dell’identità sessuale ma non ho mai immaginato che potesse essere messa a repentaglio in un seminario.  Ho letto tanto, cominciando naturalmente con Platone e quella bellissima immagine che spesso viene citata solo per metà: “Tanto tempo fa la nostra forma non era come adesso, ma diversa. Per cominciare, i generi umani erano tre, non come oggi, due: maschio e femmina.  Allora se ne aggiungeva un terzo, partecipe d’entrambi i sessi. […] L’uomodonna esisteva come sesso a parte, allora”.  Mi è sembrata rivoluzionaria questa “lezione preliminare sulla fibra umana” perché supera la concezione binaria per cui, sin dalle origini, o si è maschi o si è femmine. Questi esseri sferici “erano mostri d’aggressività e di resistenza.  Pieni d’orgoglio assalirono le divinità. […] Zeus ebbe un lampo di genio. Disse: «[…] li spacco tutti in due, ad uno ad uno, così le loro forze caleranno».  […] Ora, dopo il dimezzamento della figura umana, ogni parte rimpiangeva quel suo doppio”. Qui finisce la parte più citata della storia.  La più interessante è, a mio giudizio, il seguito, in cui Platone fa una casistica di ciò che poteva accadere a ciascuno nella ricerca della metà mancante.

F.:  Lo so, ho studiato il Simposio: “Esistono uomini risultato della spaccatura di quel vivo nodo che, allora, si chiamava uomodonna: sono amatori della donna, questi, e la risma degli adulteri, quasi tutta, alligna qui; ed ecco anche le donne appassionate d’uomo, specialmente adultere, tutte dallo stesso ceppo”.  Questo è l’effetto   del ricongiungimento delle due parti del terzo sesso.  Nessun problema per gli altri due. Infatti, “donna nata da spaccatura di donna, non fa tanto caso all’uomo, quanto si orienta sulle altre donne: da qui le donne che vanno con le donne.  Chi è taglio di maschio, bracca il maschio”.

M.:  E contempla i vari stadi e le varie possibilità di interazione anche sessuale tra due metà con “radici maschili”, concludendo: “Qualcuno dice che sono scandalosi: è una calunnia.  Non compiono quell’atto per istinto osceno: anzi, è tutto cuore, fibra maschia, d’uomo vero, è l’attrazione, in loro, per natura affine. Documento sicuro di questo: solo questi, fattisi maturi, riescono uomini versati in politica”[19].  Io penso che dovrebbero leggere questo passo tutti coloro che nascono “taglio di maschio” e soprattutto coloro che li avversano, li denigrano, li dileggiano, li giudicano anormali. 

F.:  Io lascerei da parte il riferimento alla politica, visto il basso livello di considerazione di cui gode al giorno d’oggi.  Piuttosto confronterei il discorso di Platone con le informazioni che, da medico, già venticinque anni fa, ha offerto la monaca benedettina e teologa Teresa Forcades quando, parlando di gender, ha spiegato che esistono almeno tre dimensioni del sesso biologico: “Sul piano cromosomico (genetico) tutti sappiamo che esistono xx(femmina) e xy (maschio) e molti sono convinti che vi siano soltanto queste due possibilità, ma non è così. […] Oltre a xx e xy, che tutti conosciamo, esiste infatti anche xxy: in medicina si chiama «sindrome di Klinefelter».  Questa composizione genetica riguarda una persona ogni mille.  C’è poi anche un’altra possibilità: x0 («sindrome di Turner»). Questi due sessi genetici che ho nominato cosa sono: femmine o maschi?”[20]. Pensa a quanto è divenuto attuale questo discorso durante le ultime Olimpiadi …..

M.: …con osservazioni e commenti che denotavano estrema ignoranza e volgarità. A me, invece, viene in mente ciò che disse Calvino in una intervista nel 1980: “Nella mia vita ho incontrato donne di grande forza.  Non potrei vivere senza una donna al mio fianco.  Sono solo un pezzo d’un essere bicefalo e bisessuato, che è il vero organismo biologico e pensante”[21].  Sembra Platone rivisitato ed è stupendo il modo in cui viene proposto il risultato del rapporto che si crea quando c’è vera intimità e appartenenza reciproca.  E’ l’effetto dell’amore vero e a me non interessa se si generi tra due persone dello stesso sesso o di sesso diverso e non m’importa nemmeno che sia eterno: mi basta che esista all’interno di una relazione.  Sono troppo vecchia per accettare rapporti basati solo su un’attrazione momentanea, su una voglia occasionale. Siamo persone; per me non esiste il “fare sesso”, non ha senso un amplesso equivalente al mangiare quando si ha fame, bere quando si ha sete, e trovo fulminante l’affermazione di Simone de Beauvoir riportata da Forcades: “rispetto alle esperienze sessuali riferite dalle giovani ragazze americane quindicenni sosteneva che avessero fatto più che altro «ginnastica pelvica»”[22].  Per me esiste solo il fare l’amore – come cantava Dalla – “ognuno come gli va”.  Mi rendo conto ora di non aver riflettuto sulla condizione di chi l’amore non lo può fare e se ne deve privare senza nemmeno averlo conosciuto.  Ci penso e me ne rammarico profondamente.

F.:  Peccato che avere studiato tanto ti sia servito tanto poco, come madre!

M.:  E’ vero.  Il fatto è che, per tanti anni, convinta che, per gli esseri umani, il sesso, non essendo legato alla procreazione, dunque alla conservazione della specie, sia o debba essere semplicemente un piacere, ho trovato normale poterne fare a meno, come col desiderio di cioccolata, cui si rinuncia in tempo di fioretti. Non solo. Non mi sono posta il problema di tutte le persone per cui si tratta di un impulso irrefrenabile, che non possono essere condannate a una vita da eunuchi. Dopo tutto, Gesù stesso parla del “rendersi tali”, cioè di una decisione di cui non può farsi carico un ragazzino.

F.:  E ora che l’hai capito?

M.:  Ora sono per l’abolizione dei seminari minorili.  Ti dirò di più, sarei per la chiusura dei seminari in generale, così da permettere a tutti di conoscere la vita.  Farei esistere solo Facoltà universitarie di Teologia analoghe alle altre Facoltà, cioè programmate con un corso base triennale e successivi corsi biennali specialistici, a seconda della branca di studio prescelta.  Sarebbero tutte aperte a uomini e donne, sposati e non, che, a seguito di concorsi, potrebbero avere accesso all’insegnamento o ad altre professioni. L’unico corso specialistico riservato agli uomini non sposati sarebbe quello di formazione alla vita ecclesiastica. Così dovrebbe essere fino a quando la Chiesa cattolica non si sentirà pronta per il sacerdozio femminile. In ogni caso, si tratterebbe di una scelta della quale un adulto sarebbe consapevole; soprattutto, una scelta della quale nessuno se non l’interessato potrebbe o dovrebbe sentirsi responsabile.

F.:  Questa, secondo te, sarebbe la soluzione di tutti i problemi?

M.:  Certo che no, ma toglierebbe spazio alla segregazione che ne causa tanti, su cui i più preferiscono tacere.  Per questo ho trovato coraggioso, anche se dirompente, e non mi ha scandalizzata affatto il termine “frociaggine” utilizzato da Bergoglio, che considero un grande Papa.  Lui si riferiva a quelle pratiche che poi diventano costume e non cessano con l’età né col mutamento delle condizioni. E’ un termine indubbiamente forte ma che richiama esclusivamente il fare sesso, non riguarda l’amore, che è un sentimento dolce, capace di illuminare un momento di vicinanza fisica tra due persone, uomini o donne che siano. Bisogna guardare in faccia la realtà, affrontarla e non fare come si è fatto per troppo tempo.

F.:  Beh, mi complimento.  Ne hai fatti di progressi!

M.: So di meritare il tuo sarcasmo; tu però non ti rendi conto del clima in cui sono cresciuta. Non so se ti ho mai detto quello che mi raccontava mio padre: quando lui era ragazzo, in paese tutti sapevano che un certo prete aveva una compagna, peraltro accettata in famiglia, e addirittura potevano vederne uno che si caricava una ragazza sulla canna della bicicletta, la portava in campagna e poi la riportava con grande disinvoltura. Mi spiegò che per tutti era normale distinguere tra ciò che l’individuo faceva in quanto uomo e la sua funzione di sacerdote sull’altare. Sdoppiamento? Sì. Ipocrisia? Forse.  Realismo? Certo.

F.:  Un po’ tardi, non ti pare, per raccontarmi queste cose? Non mi hai dato la possibilità di pensarci su.  Mi sarei posto il problema della castità.

 M.:  Perdonami. In tanti anni ho assistito a innumerevoli conferenze sull’educazione dei figli ma il tema della castità non è stato affrontato mai. Ricordo le posizioni più diverse, da quella che sostanzialmente richiamava la famosa canzone popolare napoletana, secondo la quale «mazz’ e panell’ fann ‘e figli bell’; panell’ senza mazz’ fann e’ figl pazz’», a quella di ispirazione bucolica che richiamava la consuetudine contadina di affiancare a un alberello ancora instabile un piccolo tronco che lo sostenga e lo aiuti a crescere diritto.  La posizione più interessante mi è sembrata quella di uno psicologo che prendeva ad esempio se stesso nel rapporto col proprio cane che, inizialmente, quando erano in giro per strada, scappava costringendolo a lunghi inseguimenti.  Quando aveva cambiato strategia e aveva smesso di rincorrerlo, si era accorto che l’animale fuggiva ma poi si fermava dietro l’angolo.  Il figlio si aspetta che il genitore lo segua, anche quando sembra sfidarlo.

F.:  Appunto, Mamma, il genitore deve accettare sfide, correre rischi, non prendere a scatola chiusa soluzioni rassicuranti.

M.:  Pensa che io mi ero posta un unico problema, quello del matrimonio dei preti, perché nell’anno che ho trascorso negli Stati Uniti ho avuto occasione di conoscere due figlie di pastori protestanti, entrambe compagne di scuola.  Erano agli antipodi: una quasi una suorina; l’altra del tutto fuori norma, sbandata, non di rado ubriaca.  Probabilmente mi sono capitati esempi sbagliati.  Certo è che, da allora, penso che avere un genitore ecclesiastico debba essere opprimente, quasi come lo era per me sentirmi dire che non potevo fare varie cose perché mio padre “portava le stellette”, cioè era un militare.

F.:  Dunque niente prole, niente matrimonio.  Come se ne esce?

M.:  In primo luogo, come ti dicevo, eliminando la possibilità di entrare in seminario se non si è maggiorenni.

F.:  E poi?

M.:  E poi, se ancora di seminari parliamo, dando ampia possibilità di ripensamenti e verifiche.  Non ci devono essere condizionamenti morali.  Pensa che un anno, nel liceo che dirigevo, è venuto un ragazzo proveniente da un seminario.  I suoi occhi erano smarriti quando è arrivato e non mi pare lo fossero di meno quando è andato via, dopo il pur brillante scrutinio finale.  Era stato troppo breve il lasso di tempo che si era concesso per capire, per scegliere e forse non lo aveva aiutato la presenza di amici, che c’erano e che presumo si fossero impegnati a fargli conoscere una vita diversa.  Credo che decisioni di questo genere richiedano riflessione, silenzio e una lenta   maturazione.

F.:  E allora?

M.:  Ora tocca a te.

F.:  Ho deciso: vengo via dal seminario ma non torno a casa.

M.:  E dove vai?!

F.:  Ancora non so. Ho bisogno di cambiare aria. Voglio andare in una città, finire il liceo e poi frequentare l’università.

M.:  Potresti andare dai tuoi cugini. Sarebbero felici di ospitarti.

F.:  Mamma, per favore, ho riflettuto su questa possibilità ma non sarete voi genitori a decidere.  Se questa lunga esperienza mi ha insegnato qualcosa è che non bisogna delegare le proprie scelte ad altri, nemmeno a chi ci ama moltissimo.  D’ora in poi, farò quello che mi sembrerà giusto e, se sbaglierò, pagherò.  Tanto il prezzo non potrà mai essere più alto di quello pagato finora.

M.:  Figlio mio, io ho semplicemente formulato un’ipotesi, peraltro seguendo la tua indicazione.  Ti prego, non estromettermi dalla tua vita.  Sarebbe una punizione tremenda.

F.:  Non ho nessuna intenzione di estrometterti, in primo luogo perché non voglio e poi perché non potrei, dato che non sono ancora né maggiorenne   né finanziariamente autonomo. Ti chiedo solo di non starmi col fiato sul collo e di rispettare il mio bisogno di indipendenza. Dopo tutto, non è questo che vuol dire crescere, diventare adulto?  Dovresti esserne sollevata.  Invece ti vedo incupita. Vuoi forse suscitare in me nuovi sensi di colpa?

M.:  No, per carità!

F.:  E allora smetti di preoccuparti per me.

M.:  Non ci riesco.  Non so cosa darei per garantirti, per il futuro, la serenità che ti è mancata in passato e che ti manca ancora.  Mi rendo perfettamente conto di quanto sia difficile questo momento, ma ricordati che non sei e non sarai solo, mai. Abbi fiducia in te stesso e abbi fede: la tua vita è nelle mani del Signore e, come sappiamo, Dio, se ti vuole, ti trova.  Quanto a me, non dubitare: se e quando dovessi desiderare avermi accanto a te, in qualunque strada del mondo, ti basterà fermarti dietro l’angolo, ti raggiungerò.

[1] CANTARELLA Eva, Secondo natura.  La bisessualità nel mondo antico, Milano, Feltrinelli, 2021, pagg. 67 e 272-3.

[2] Ibidem.

[3] Ibidem, pag. 76.

[4] OMERO, Iliade –  Odissea , Roma, Newton Compton, 2021, Libro XXIV, vv. 126-131.

[5] CANTARELLA Eva, op. cit. , pagg. 19 e 25-6.

[6] Ibidem, Libro XIX, vv.328 e seguenti; v. 296-300-

[7]CANTARELLA Eva, op, cit., pagg. 21-2.

[8] Matteo 19, 12.

[9] CANTARELLA Eva, op. cit., pag 263.

[10] I VANGELI – Marco Matteo Luca Giovanni, a cura di Giancarlo Gaeta, Torino, Einaudi, 2006, pag. 923.

[11] Mancuso Vito, I quattro maestri, Milano, Garzanti, 2020, pag. 370.

[12] CANTARELLA Eva, op, cit.,pag. 39.

[13] Ibidem, pagg. 67 e 48-49.

[14] Ibidem, pag. 280.

[15] Ibidem, pagg. 276-7.

[16] Ibidem, pag. 163.

[17] Ibidem, pagg. 141 e 153-4.

[18] Ibidem, pagg. 138 e 131.

[19] PLATONE, Simposio, Apologia di Socrate, Critone, Fedone, Milano, Mondadori, 2020, pagg. 71-3.

[20] FORCADES Teresa, Siamo tutti diversi! Per una teologia queer, Roma, Lit Edizioni, 2019, pagg. 117-8.

[21] CALVINO Italo, Gli amori difficili, Milano, Mondadori, pag. XL.

[22] FORCADES Teresa, op. cit., pag. 45.

BookCity Milano 2023

BOOKCITY MILANO 2023

Dal 13 al 19 novembre la dodicesima edizione della manifestazione dedicata al libro e alla lettura

Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte.Edgar Allan Poe

Milano, 24 ottobre 2023. Lunedì 13 novembre avrà inizio la dodicesima edizione di BookCity Milano, la manifestazione dedicata al libro e alla lettura promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall’Associazione BOOKCITY MILANO, costituita da Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, da AIE – Associazione Italiana Editori e dal Centro per il libro e la lettura.

BookCity Milano è sostenuto da Intesa Sanpaolo (main partner), da Esselunga (premium partner), con la collaborazione di Fondazione Cariplo e Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Partecipano inoltre Eni, Recordati, Amplifon, Galleria Campari, TIM, Pirelli, Fondazione Fiera Milano, Gruppo San Donato, Burgo Group, BiM, SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, Enel, Federazione Carta e Grafica, Comieco, Messaggerie Libri SpA, Fondazione AEM; partner tecnico ATM. Sono media partner dell’edizione 2023 di BookCity Milano: Corriere della Sera, Gruppo Mondadori, Rai Radio2, Rai Radio3, Feltrinelli Librerie, Giornale della Libreria, ilLibraio.it. 

Tempo del sogno

BookCity Milano 2023 sarà scandita dal Tempo del sogno, quell’istante effimero che nasce nel profondo del sonno e racchiude il potere di trasformare la veglia, ma “sogno” è una parola polisemica, capace di evocare associazioni di pensieri e desideri profondi, utopie e distopie, evasioni e battaglie, incubi e paure; è la parola che abita ogni speranza: sogni di gioventù, sogni a occhi aperti, sogni proibiti, sogni di gloria, sogni di un futuro migliore. Da Penelope a Giovanna d’Arco, da Freud a Pasolini, da Cenerentola a Hitchcock, da Luther King a Bergoglio, i sogni hanno popolato le opere della letteratura di tutti i tempi, influenzando anche filosofi e pensatori, artisti e figure di riferimento del mondo della cultura. 

Dedicato al tema dell’anno, l’evento inaugurale di BookCity Milano 2023 si terrà mercoledì 15 novembre alle 20.00 al Teatro Dal Verme: la serata avrà come protagonista lo scrittore turco Orhan Pamuk, Premio Nobel per la Letteratura 2006, che per l’occasione riceverà il Sigillo della Città dal sindaco Giuseppe Sala. Le opere dello scrittore turco mettono in luce le diverse sfaccettature del rapporto tra Oriente e Occidente, restituendo narrazioni spesso complesse, in bilico tra realtà e immaginazione: uno sguardo autentico sulla vita umana e sulle sue emozioni. A intervenire sul tema dell’anno sarà Alessandra Kustermann, prima donna primario della Clinica Mangiagalli e fondatrice del Soccorso Violenza Sessuale e Domestica, primo del suo genere in Italia. La serata, condotta dall’autrice Giovanna Zucconi, sarà anche l’occasione per rendere omaggio ad Achille Mauri, una delle anime di BookCity fin dal momento in cui è nata, scomparso all’inizio di quest’anno. 

Se il tema di BookCity Milano 2023 è il Tempo del sogno, la manifestazione non può esimersi dal raccontarne la controparte oscura: Raccontare l’incubo. La cronaca nera da Buzzati ai podcast è l’incontro dedicato alla raccolta degli articoli scritti da Dino Buzzati nella sua carriera da cronista. Come si raccontano le vicende più efferate, i soggetti più malvagi? Come è cambiato il racconto della cronaca nera? Ne parleranno Stefano Nazzi, autore del pluripremiato podcast Indagini e lo scrittore Giacomo Papi, sabato 18 novembre alle 11.30 al Piccolo Teatro Grassi. 

Di sogni e utopie tratta anche l’incontro dedicato al prossimo anniversario della nascita di Franco Basaglia (2024), figura rivoluzionaria nel campo della salute mentale e della medicina psichiatrica: BCM23 rende omaggio a un grande pensatore del XX secolo insieme alla figlia, Alberta Basaglia, e al conduttore radiofonico Massimo Cirri, protagonisti dell’incontro Il sogno di Basaglia, al Caffè Rouge del Teatro Franco Parenti, sabato 18 novembre alle 12.30. 

Al tema dell’anno è ispirata anche la partecipazione a BCM23 di sette editori cattolici, coordinati dalla Diocesi di Milano, che si uniscono per la prima volta in un’iniziativa comune, proponendo una serie di incontri intitolati Artigiani di sogni – Due giorni, dieci incontri, una comunità; il progetto verrà presentato al Palazzo Arcivescovile, giovedì 16 novembre alle 18.30, con il giornalista Mario Calabresi e l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, moderati dalla giornalista Catia Caramelli.

Questi e molti altri eventi guideranno i lettori alla scoperta del tema portante di BookCity Milano 2023, come Il sogno del futuro, con Nicola Montano, Maria Rescigno, Francesco Stellacci, Roberto Vittori e Barbara Gallavotti nel ruolo di conduttrice, al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, che offre un taglio scientifico sull’argomento; Walter Veltroni ricorderà un simbolo della passione politica e civile che ha segnato la storia americana, Il sogno di un mondo migliore. Storia di John e Bob Kennedy; Maurizio Harari e José Enrique Ruiz-Domènec guideranno il pubblico alla scoperta di Il sogno di Ulisse. Storia umana del Mediterraneo dalla guerra di Troia all’emergenza degli sbarchi; Donatella Massimilla introdurrà il dialogo serrato e ironico tra Moni Ovadia e Danielle Sassoon, dal titolo Vietato calpestare i sogni. Anche la follia merita i suoi applausi – A Beirut non ci sono più cani; e ancora Arte, fantasia, sogni che attraversano il tempo: tra la Milano dei primi del Novecento e la Venezia contemporanea, la storia dell’arte, le bellezze della natura, dove i sogni, le coincidenze e alcuni capolavori artistici giocano un ruolo sorprendente, con Roberta Cordani, Luigi Mignaccio, Ferruccio de Bortoli e Giulio Silvano. 

La riflessione sul Tempo del sogno si concluderà domenica 19 novembre, alle 20.00, con una serata al Teatro Franco Parenti intitolata I libri del sogno: Vittorio Lingiardi accompagnerà il pubblico nella biblioteca dei sogni, un labirinto in cui perdersi, accompagnati dalla voce di Federica Fracassi, in un viaggio che spazia dalle venti oche bianche di Penelope agli incubi di Elio Aristide, tra i versi di Ovidio e Cvetaeva, alla scoperta della differenza tra i sogni di Freud e di Jung, passando per il litigio neuroscientifico tra Hobson e Solms, con uno sguardo ai diari onirici di Kafka e Schnitzler, dando spazio alle immagini di Bergman e Lynch. 

Le novità di BookCity Milano 2023 

La dodicesima edizione di BookCity Milano porta con sé diverse novità, come l’inaugurazione della Casa della Voce, il nuovo spazio che l’Area Biblioteche del Comune di Milano dedica alle forme di cittadinanza attiva che operano in città nell’ambito della lettura, negli spazi dell’ex Fornace di via Gola (Alzaia Naviglio Pavese 16): l’inaugurazione si terrà giovedì 16 novembre alle 18.00 e prevede un intervento dell’attrice Anna Nogara che, per l’occasione, leggerà ad alta voce alcuni testi di Carlo Emilio Gadda, in occasione dei cinquant’anni dalla morte. A seguire tre giorni di letture ad alta voce.

Per permettere ai lettori di scoprire autori e autrici che hanno raccontato e fatto grande Milano, nel 2024 andrà online Let-Mi – Letteratura Esperienza Turistica a Milano, una piattaforma digitale open source che metterà a disposizione i capolavori ambientati in città; il progetto, finanziato dal Ministero del Turismo, è realizzato dal Comune di Milano (Città Creativa Unesco per la Letteratura dal 2017) in collaborazione con YesMilano. I contenuti della piattaforma sono realizzati grazie al coinvolgimento degli scrittori e delle scrittrici delle principali istituzioni culturali milanesi, per promuovere l’anima letteraria del capoluogo lombardo.

BCM23 sarà anche l’occasione per celebrare diversi anniversari della letteratura e del mondo della cultura: in occasione dei 140 anni dalla prima edizione in volume di Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi, la manifestazione ospita la lettura ad alta voce dell’opera, da parte del cantante, attore, compositore e sceneggiatore Peppe Servillo; la lettura, suddivisa in tre parti, si terrà nelle serate di venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 novembre, alle 19.00 al Teatro Gerolamo. 

In occasione dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, la Fondazione Culturale San Fedele ospiterà diversi incontri dedicati allo scrittore, poeta, padre del romanzo italiano, tra i quali: mercoledì 15 novembre alle 17.30 La pietà di Manzoni, con Stefano Motta e Iuri Sandrin S.J.; giovedì 16 novembre alle 17.30 Il complicato rapporto dei Gesuiti con Manzoni con Giancarlo Pani; Fabiola Giancotti e Gualtiero Scola tratteranno invece di Francesco Hayez e gli altri. Il ritratto di Manzoni, sabato 18 novembre alle 11.00; ancora sabato 18, alle 16.00, Daniela Pizzagalli e Gianni Rizzoni saranno protagonisti dell’evento Alessandro Manzoni. L’uomo dietro l’icona; sabato 18 novembre alle 16.00 si terrà anche l’incontro Il Conte del Sagrato. Storie e racconti sull’Innominato con Carlo Arrigoni, Mattia Cattaneo e l’accompagnamento musicale di Viola Valsecchi al violoncello, a cura di Architetti delle Parole. Domenica 19 novembre, alle 11.00, con Matteo Bianchi e Silvia Stucchi sarà infine il momento di esplorare il Manzoni contemporaneo. 

A cinquant’anni dalla morte dello scrittore milanese Carlo Emilio Gadda, BookCity Milano ospiterà l’incontro Come lavorava Gadda, la presentazione del libro I viaggi la morte con la curatrice del volume Mariarosa Bricchi e Claudio Vela, al Circolo Filologico Milanese, domenica 19 novembre alle 16.00. L’incontro sarà anche l’occasione per presentare Il Gaddus, la nuova rivista di lettura e di studio dedicata a Carlo Emilio Gadda, sotto la direzione scientifica di Mariarosa Bricchi, Paola Italia, Giorgio Pinotti e Claudio Vela, in collaborazione con il Centro Studi Gadda (CSG) dell’Università di Pavia. 

Nel centesimo anniversario della nascita della celebre soprano Maria Callas, la manifestazione ospiterà anche La vera Maria Callas, incontro con l’autrice Annarita Briganti e Isabella Fava, letture di Alessandra De Luca, domenica 19 novembre alle 16.00 al Teatro Franco Parenti. 

Come ormai da tradizione, a BCM23 torna anche il progetto delle Città Creative UNESCO per la Letteratura: per l’occasione BookCity Milano ospiterà una delegazione da Angoulême, sede di uno dei più importanti festival di fumetti al mondo, per due appuntamenti dedicati: in Triennale una tavola rotonda con Silvia Ziche, Sergio Gerasi e Giulio “Il baffo” Mosca, che incontreranno i tre autori francesi Nathalie Ferlut, Giorgia Marras e Benoît Hamet per confrontarsi su cosa voglia dire fare fumetto in Italia e in Francia; al Castello Sforzesco un incontro tra Jacques De Loustal, considerato uno dei massimi illustratori contemporanei, e Tito Faraci, fumettista, scrittore, tastierista, paroliere, traduttore e curatore editoriale italiano, per rivolgere un omaggio corale, al mondo del fumetto. 

Secondo un format già sperimentato durante l’edizione 2022, BCM23 ripropone i Percorsi d’autore, invitando scrittori, giornalisti e rappresentanti del mondo culturale italiano a curare cicli di incontri mirati a proporre dialoghi a più voci e di più lunga durata, per approfondire temi specifici. La giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica Benedetta Tobagi propone il percorso intitolato La guerra ha volto di donna? Donne narratrici, combattenti, vittime dei conflitti, che prevede tre incontri: La guerra ha (anche) voce di donna. Alterità e ribaltamento di prospettive nelle narratrici (dialogo con la scrittrice Helena Janeczek), Donne combattenti: una (lunga) storia confinata nell’ombra e Stupri come arma di guerra, ieri e oggi. Il percorso, che approfondisce il ruolo delle figure femminili nei contesti bellici e nelle loro narrazioni, si terrà a Palazzo Moriggia – Museo del Risorgimento, sabato 18 novembre, dalle 14.00 alle 17.00. 

Giornalista, autrice e conduttrice di programmi culturali per radio e televisione, Giovanna Zucconi cura il percorso Io mi racconto: sembra che gli esseri umani non facciano altro che documentare ogni minuzia delle loro esistenze. Cosa accade, invece, quando sono poeti e narratori a dire “io”? A dialogare con la curatrice saranno Solvej Balle, Cristina Battocletti, Matteo B. Bianchi, Daniele Bresciani, Paolo Di Stefano, Nicola Gardini, Giovanna Granato, Vivian Lamarque, Matteo Lancini e Piergiorgio Paterlini. Il ciclo si terrà al Laboratorio Formentini per l’editoria, domenica 19 novembre, dalle 16.30 alle 19.30.

Colloqui a distanza tra ChatGPT e Italo Calvino è il percorso d’autore dedicato all’intelligenza artificiale, curato da Massimo Sideri, editorialista e inviato del Corriere della Sera sui temi di scienza e cultura dell’innovazione, che dialogherà con esperti e studiosi per approfondire: ChatGPT e la società, con Rita Cucchiara, Umberto Ambrosoli e Giuseppe Italiano; ChatGPT e la cultura, con Christian Greco, Derrick de Kerckhove e Maria Rosa Taddeo, da remoto; ChatGPT e l’etica, con Maria Chiara Carrozza, Giorgio Metta, Andrea Prencipe e Luciano Floridi, da remoto. Il percorso si terrà alla SIAM – Società d’Incoraggiamento d’Arti e Mestieri, sabato 18 novembre, dalle 14.00 alle 17.00.

Già commissario tecnico della nazionale di pallavolo maschile italiana, ex amministratore delegato della Scuola Holden di Torino e politico, Mauro Berruto è il curatore del percorso Sport e letteratura; introdotto dall’autore e conduttore radiofonico Matteo Caccia, il ciclo prevede dialoghi tra il curatore e Paolo Quarenga, Alberto Galimberti, Davide Grassi, Francesco Rago e Bruno Barba e si terrà all’Arci Bellezza domenica 19 novembre, dalle 10.30 alle 13.30.

Giornalista e saggista, Eliana Liotta è la curatrice della seconda edizione del percorso Le parole della cura, per raccontare i valori e i progressi delle scienze della vita a partire da quattro macro concetti chiave: Visione, con Silvia Bencivelli e Giuseppe Remuzzi; Protezione, con Fabrizio Pregliasco, Paola Arosio ed Enzo Spisni; Microbiota, con Maria Rescigno, Silvio Danese e Marco Bianchi; Unicità, con Michela Matteoli e Carlo Selmi. Gli incontri si terranno domenica 19 novembre dalle 16.00 al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. Il percorso è realizzato con il contributo non condizionante di Recordati.

Eleonora Tafuro Ambrosetti, ricercatrice dell’ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, ed Elisa Giunipero, direttrice dell’Istituto Confucio dell’Università Cattolica del Sacro cuore, sono le curatrici del Percorso d’autore che analizza il riemergere degli imperialismi, nelle loro varie dimensioni (politica, militare, economica, culturale), nella politica mondiale e l’impatto di questo fenomeno sugli equilibri internazionali. Intitolato Imperi vecchi e nuovi: il futuro dell’ordine mondiale, il percorso si articola in tre parti: Russia, con Eleonora Tafuro Ambrosetti, Giulia Maria Isabella Lami, Micol Flammini; Turchia, con Valeria Talbot, Federico Donelli, Lucia Goracci; Cina e USA, con Alberto Giovagnoli, Simone Pieranni, Filippo Fasulo, Elena Beccalli, Patrizia Toia. Il percorso si terrà sabato 18 novembre, dalle 15.00 alle 18.00, all’ISPI – Palazzo Clerici. 

Infine, BookCity Milano 2023 prevede un Percorso d’autore dedicato al verde, intitolato Parole sul giardino, affidato alla curatela di Emanuela Rosa-Clot, direttrice del magazine Gardenia; il ciclo si terrà domenica 19 novembre dalle 15.00 alla Palazzina Appiani e prevede dialoghi con Pietro Bruni, Laura Cinzia Bassi, Antonio Perazzi, Benedetta Forni e Maria Lodovica Gullino. 

BCM23 in Lombardia: Cremona e Lodi

Tradizionalmente diffusa e inclusiva, in occasione dell’edizione 2023, BookCity Milano raggiunge altre due città: Cremona e Lodi.

Nella città di Cremona propone un palinsesto di incontri e presentazioni, eventi musicali e dialoghi, da mercoledì 15 novembre a domenica 19 novembre, in collaborazione con il Porte Aperte Festival. L’edizione cremonese di BCM sarà l’occasione per dare spazio alla narrazione come strumento d’identità, voce polifonica che cerca di generare un’esperienza di condivisione e coesione sociale; a guidare questa riflessione sarà l’autore e conduttore radiofonico Matteo Caccia, che esplorerà quali le pratiche e i progetti possibili per mantenere vivi e dinamici i contesti urbani. Il programma prevede, tra gli altri, un ciclo di incontri intitolato Cambiare, città. Abitare, abitudini, curato da Stefano Bartezzaghi, con l’obiettivo di favorire la consapevolezza delle trasformazioni nel contesto urbano; il ciclo prevede tre incontri tra il curatore, semiologo e giornalista, e Cristina Bianchetti, ordinario di Urbanistica presso il Politecnico di Torino, Laura Pigozzi, psicoanalista lacaniana, e Sarah Gainsforth, ricercatrice e giornalista. Gli incontri di BookCity Milano a Cremona sono resi possibili grazie alla collaborazione con il Comune di Cremona.

BookCity Milano 2023 raggiunge anche Lodi, con un palinsesto ricco e variegato, in collaborazione con U.S. Organizzazione Eventi – Provincia di Lodi e Ufficio Cultura del Comune di Lodi. Tra gli ospiti in programma uno dei maggiori poeti del nostro tempo, Milo De Angelis, alla scoperta del De rerum natura di Lucrezio, insieme a Pietro Sarzana. Luca Doninelli incontrerà le ragazze e i ragazzi del Liceo Pietro Verri per parlare della sua rilettura del capolavoro manzoniano. Giancarlo Cerveri spiegherà invece come distinguere tra le convinzioni forti che aiutano a raggiungere una meta e le rigidità mentali e i fanatismi che invece possono annichilire, in dialogo con l’autore la giornalista Eliana Liotta. Nella Sala ex Chiesetta della Provincia di Lodi la fotografa Paola Mattioli presenterà il suo volume di ritratti fotografici in dialogo con Francesca Adamo, curatrice del libro e della collana che lo ospita. Questi e molti altri incontri animeranno l’edizione lodigiana di BCM23. 

Tra gli ospiti di BCM23 

Manifestazione inclusiva e partecipata per definizione, anche quest’anno BookCity Milano accoglierà molti ospiti italiani e stranieri nel suo ricco programma: scrittori, romanzieri e poeti, illustratori e fotografi, filosofi e giornalisti, ma anche molte altre professioni legate al mondo del libro, della cultura e ai tanti focus tematici proposti dal palinsesto. 

Tra i tanti incontri, proiezioni, laboratori, letture si ricordano: il dialogo tra Michele Serra e Altan sulla satira; l’incontro tra Umberto Galimberti e Luigi Zoja; Carlo Ginzburg e Adriano Sofri, alle prese con “spie e altro”; alcune tra le più celebri scrittrici di romanzi storici degli ultimi anni, Stefania Auci, Francesca Giannone, Daniela Raimondi, Alessandra Selmi; le autrici del romance all’italiana, Erin Doom, A. J. Foster, Rokia, Carrie Leighton e Vanessa Arcadipane; non mancheranno alcuni dei maestri del noir italiano, come Gianni Biondillo, Gian Andrea Cerone, Luca Crovi e Andrea Fazioli. Lo scrittore Premio Campiello Marco Balzano, lo storico Alessandro Barbero, le scrittrici Susanna Tamaro e Viola Ardone, l’ex calciatore e allenatore Franco Baresi, la scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva Francesca Barra, il giornalista, scrittore e conduttore televisivo Pierluigi Battista, il chimico, divulgatore scientifico e youtuber Dario Bressanini, il filosofo e saggista Massimo Cacciari, il medievalista e scrittore Franco Cardini, l’autore di thriller Donato Carrisi, la scrittrice di romanzi rosa Felicia Kingsley, lo scrittore fantasy Manlio Castagna, la scrittrice e sceneggiatrice Rita Charbonnier, lo scrittore Premio Strega Paolo Cognetti, lo scrittore triestino Mauro Covacich, il conduttore radiofonico, attore e scrittore Fabio Volo e molti altri. Ma anche gli illustratori e fumettisti Bruno Bozzetto, Sara Dealbera, Michael Rocchetti (Maicol&Mirco) e Zerocalcare.

Molto spazio anche alle autrici e agli autori stranieri, come lo scrittore e giornalista olandese Jan Brokken; il filosofo e psicoanalista argentino, naturalizzato francese, Miguel Benasayag; l’autore americano Claude Anshin Thomas, veterano della guerra in Vietnam; Haim Baharier, psicoanalista francese di origini polacche; la scrittrice britannica Joanne Harris; Greg Hoffmann, celebre direttore del marketing Nike. Senza dimenticare due figure di grandi fotografi, che saranno ospiti di BCM23: Steve McCurry e Guido Harari.

Tra gli ospiti anche lo psicoanalista e saggista Massimo Recalcati, lo scrittore e sceneggiatore Piergiorgio Baccalario con Chiara Alessi, curatrice e saggista in materia di cultura materiale e design; i giornalisti Aldo Cazzullo e Mario Calabresi, che intervista Ersilia Vaudo Scarpetta per una puntata live del podcast Altre/Storie; il Procuratore di Napoli Nicola Gratteri racconterà il nuovo volto della ‘ndrangheta, con Antonio Nicaso e Cesare Giuzzi. 

Ci sarà anche il regista Sergio Iapino, in un incontro per ripercorrere la storia di Raffaella Carrà, l’imprenditore tecnologico Federico Marchetti, la giornalista e scrittrice Michela Marzano, il giornalista Maurizio Molinari, direttore di la Repubblica, lo scrittore Premio Strega Antonio Scurati, in dialogo con Ezio Mauro e David Bidussa, il critico d’arte e sottosegretario di Stato alla cultura Vittorio Sgarbi, il conduttore televisivo Bruno Vespa, le autrici di libri per l’infanzia Harry Whittaker e Katherine Rundell, la sociolinguista Vera Gheno, l’archeologo tedesco, naturalizzato italiano, Gabriel Zuchtriegel e molti altri ancora.

Non solo, BCM23 sarà anche l’occasione per incontrare il giornalista e scrittore Paolo Rumiz, il virologo, immunologo e divulgatore scientifico Roberto Burioni, il musicista e cantautore Gino Paoli insieme a Ornella Vanoni e Daniele Bresciani, lo scrittore Mauro Corona con il cantautore Omar Pedrini, la scrittrice Melania Mazzucco, i giornalisti Matteo Bordone e Francesco Costa, celebre podcaster, lo scrittore e traduttore Paolo Nori. 

Tornano anche gli incontri di Poetry and the City, come Emily Brontë: Il mio cuore ama il sorriso, che prevede una riflessione sulla scrittrice inglese e la lettura ad alta voce di alcune delle sue poesie, con Vivian Lamarque, Nicola Gardini e Vittorio Lingiardi; l’evento, introdotto da Giuseppina Manin e Cristina Battocletti, si terrà alla RSA Arzaga della Comunità Ebraica di Milano, domenica 19 novembre alle 11.00. Sempre domenica 19 novembre, alle 16.30 al Circolo PD Milano Centro “A. Aniasi”, si terrà l’incontro Giovanni Giudici. Il politico del poetico. La colpa è non commuoversi al momento giusto: introdotto da Giuseppina Manin, l’evento prevede interventi di Nicola Gardini, Michele Crisostomo, Vivian Lamarque, Teresa Franco e Luca Formenton. Domenica 19 novembre alle 10:00 Poetry and the city parteciperà anche all’evento Ode agli Alberi, una colazione en plein air con letture poetiche, occasione per celebrare la natura dopo i tanti alberi caduti in estate, tra gli aceri di BAM – Biblioteca degli Alberi di Milano.

La storica emittente milanese Radio Popolare, che da sempre accompagna BCM, quest’anno partecipa con un palinsesto all’Auditorium Demetrio Stratos: il libro fotografico di Guido Harari su Enzo Jannacci, le partigiane raccontate da Serena D’Angelo e Stefano Catone, il gruppo di architetti milanesi e antifascisti narrati da Gianni Biondillo, il poeta Luigi Ballerini e la precisione del suo linguaggio, Cochi Ponzoni presentato da Gino e Michele, la storia della mitica R4 ricostruita da Piero Trellini, la legalità come sentimento dal punto di vista di Nando Dalla Chiesa e la vicenda di Mani Pulite, raccontate da Gherardo Colombo. Per finire, il passato e il futuro dello stadio e della zona di San Siro con Claudio Sanfilippo e Tiziano Marelli. 

Per la dodicesima edizione di BookCity Milano, su Rai Radio2, Caterpillar realizzerà una puntata speciale, insieme al pubblico, in diretta dal Centro di Produzione Rai di corso Sempione, per dare vita a un grande gruppo radiofonico di lettura live: Caterpillar racconterà i gruppi di lettura e proverà a farne nascere uno, insieme a Simonetta Bitasi, che forma gruppi di lettura in tutta Italia, guida reti bibliotecarie e anima il Festival Letteratura di Mantova.

Inoltre, in occasione di BCM23, nel cortile d’Onore di Palazzo Reale sarà installata la scultura multimediale site-specific La Luce della Mente – un’insegna urbana, realizzata dall’artista Federica Marangoni, che sarà visibile dal 15 novembre al 10 dicembre. Nel portico dell’Elefante invece verrà esposta una mostra con le fotografie più belle del contest #lamiabellitalia, a cura di Bell’Italia, da giovedì 16 novembre a domenica 19 novembre.

Mestieri del libro e consumi culturali

Come nelle edizioni precedenti, anche quest’anno BookCity Milano sarà l’occasione per riflettere sul futuro del libro e dell’editoria, a partire dalla presentazione di un’indagine promossa da Intesa Sanpaolo e articolata in due parti: una mirata a comprendere che cosa rappresenta la cultura per i giovani, come e dove fruiscono dei contenuti e che rapporto hanno con i festival, a cura di BVA DOXA; l’altra curata da Giulia Cogoli e Guido Guerzoni, per indagare i “nuovi festival”, quelli con meno di 10 edizioni alle spalle, per una mappatura della nuova generazione di festival culturali. Fruizione culturale: i giovani tra festival e social media si terrà in Triennale, Saletta Lab, venerdì 17 novembre alle 10.30. 

Sul tema anche l’indagine Lettura e consumi culturali a Milano, che verrà presentata in anteprima rispetto all’inizio della manifestazione: giovedì 9 novembre alle 10.00 a Palazzo Reale verranno mostrati i dati dell’Osservatorio a cura di AIE – Associazione Italiana Editori, ampliati grazie alla collaborazione con SIAE, che arricchisce la ricerca dei dati di effettiva fruizione di tutti i consumi culturali nel territorio del Comune di Milano e nell’area metropolitana, in un rapporto dinamico tra il 2020 e oggi. L’evento è a cura di AIE, Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e BookCity Milano. 

Di abitudini di lettura tratta anche l’incontro Il futuro del leggere. Giovani e lettura, una storia contemporanea, promosso dal Centro per il libro e la lettura, che ha promosso un’indagine quantitativa e qualitativa tra i giovani per raccogliere dati e analizzare come l’avvento del digitale stia modificando la dimensione del leggere. A presentare i risultati di questa ricerca saranno Marco Gambaro, Lella Mazzoli e Marino Sinibaldi, sabato 18 novembre alle 14.00 al Laboratorio Formentini per l’editoria.

Sul tema anche l’incontro Cosa leggeremo l’anno prossimo?, presentazione del Rapporto 2023 dell’Osservatorio sul Futuro dell’Editoria, con Massimiliano Tarantino, Alessandra Carra, Carlo Antonelli, Lorenzo Gigotti e Valentina Tanni che ripercorreranno le tappe del ciclo di Page not Found, cui è ispirata la prima sezione del Rapporto, che guarda alle pratiche sperimentali di scrittura e alle nuove forme di lettura immersiva, integrando anche l’intelligenza artificiale nella riflessione sugli scenari futuri dell’editoria, per poi riflettere sui trend attuali. L’evento si terrà alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, venerdì 17 novembre alle 18.30. 

E molti altri ancora saranno gli eventi dedicati al focus tematico I Mestieri del libro: tra questi, al Laboratorio Formentini per l’editoria Pietro Biancardi, Cristina Gerosa, Massimo Lafronza e Elisa Richemi presenteranno Archivio del presente, il nuovo progetto della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori per esplorare le trasformazioni dell’editoria; mentre Antonella Agnoli, Paola Dubini e Oliviero Ponte di Pino prenderanno parte a un dialogo sui nuovi spazi della cultura, intitolato L’energia culturale: libri, biblioteche, librerie, città, sempre al Laboratorio Formentini per l’editoria. 

Venerdì 17 novembre alle 17.00 alla Libreria UBIK Il sogno di esordire: la premiazione del torneo letterario IoScrittore sarà un’occasione per riflettere sui cambiamenti nel mondo dell’editoria, su come arrivare alla pubblicazione, tra scouting tradizionale e opportunità delle piattaforme digitali. Con Francesca Giannone, autrice di La portalettere, Rokia, autrice di The Truth Untold. La verità nascosta, Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica del festival Taobuk, Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato del Gruppo editoriale Mauri Spagnol, Tiberio Sarti, amministratore delegato delle Librerie Ubik, Edoardo Scioscia, presidente del Libraccio, Eugenio Trombetta Panigadi, consigliere delegato di Ibs. Moderano Silvia Cannarsa e Antonio Prudenzano, rispettivamente redattrice e responsabile editoriale de ilLibraio.it. Ed è rivolto alle scuole il progetto di Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri che si propone di avvicinare gli studenti e le studentesse delle secondarie superiori alla professione del libraio.

La Lettura Intorno – BookCity tutto l’anno

Nei giorni di BCM23 si terrà anche la terza edizione di La Lettura Intorno – BookCity tutto l’anno, il progetto di inclusione culturale ideato e promosso insieme a Fondazione Cariplo, che si pone in continuità con il precedente programma La Lettura Intorno, ampliandone il raggio d’azione a tutti i nove Municipi di Milano, coinvolgendo l’intero territorio cittadino per costruire un sistema che si ponga l’obiettivo di sostenere la lettura e il libro, soprattutto tra bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni. 

Saranno moltissimi gli incontri rivolti ai più giovani, tra presentazioni di libri e laboratori, spettacoli e azioni partecipate: sabato 18 novembre alle 15.00 il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci ospiterà l’incontro con Amalia Ercoli Finzi, Elvina Finzi e Marta Meli, intitolato Due donne, due scienziate, un universo, rivolto a ragazzi dai dodici anni in su; Lissander Brasca, Simona Scuri e Roberta Sottile saranno protagonisti dell’incontro Pimpa in viaggio in Lombardia! che si terrà da Wow Spazio Fumetto domenica 19 novembre alle 15.30; sabato 18 novembre alle 11.00 alla Centrale dell’Acqua, Valentina Gottardi e Maciej Michno terranno il Workshop Ronzante, rivolto ai bambini dai sei anni in su; domenica 19 novembre alle 11.00 la Libreria delle Ragazze e dei Ragazzi ospiterà l’incontro Una tana tutta per me!, con Loredana Baldinucci, rivolto a bambini dai quattro anni; Paola Cosmacini e Maria Eugenia D’Aquino saranno protagoniste dell’incontro La ragazza con il compasso d’oro. La straordinaria vita della scienziata Émilie du Châtelet, sabato 18 novembre alle 17.30 da PACTA . dei TEATRI, Salone via Dini; domenica 19 novembre alle 15.00 il Teatro Bruno Munari ospiterà Maria Cappello, Francesca Galafassi e Piroddi Angela, per l’incontro Le emozioni sono come i palloncini, per bambini dai tre anni in su; Scoprire Milano dal finestrino di un tram (6-10 anni), con Lorenzo Biffi ed Elia Radico, si terrà da mosso sabato 18 novembre alle 15.00; Marcello Duranti, Sandro Frera e Rita Pugliese saranno protagonisti dell’incontro Da grande voglio fare lo scrittore, domenica 19 novembre alle 12.30 alla Biblioteca Sormani; molto spazio anche ai temi legati ai social, come nel caso di Big Nate. La scuola nell’era di TikTok: sopravvivere all’ansia da prestazione con autoironia e fiducia in se stessi, con Valentina Brioschi e Federica Solca, domenica 19 novembre alle 10.30 alla Biblioteca Sormani. 

La rete di BookCity Milano 2023 

Manifestazione da sempre gratuita e inclusiva, BookCity Milano ha potuto crescere negli anni grazie al sostegno di aziende e imprese, che le permettono di portare avanti il suo palinsesto.

Lunedì 13 novembre, dalle 9.00 alle 13.00 alla Biblioteca Sormani, l’incontro Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole, l’iniziativa del Centro per il libro e la lettura nata da un Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero della Cultura. L’edizione di quest’anno è intitolata Se leggi ti lib(e)ri ed è dedicata alla letteratura fantastica: in occasione dei 50 anni dalla traduzione italiana del romanzo Lo Hobbit e i 50 anni dalla scomparsa dell’autore, J. R. R. Tolkien, il Centro per il libro e la lettura del MiC promuove un convegno indirizzato a studiosi e insegnanti, lunedì 13 novembre dalle 9.00 alle 12.30, alla Biblioteca Sormani; parteciperanno: Oronzo Cilli, Giuseppe Pezzini, Piero Boitani, Carlo Pagetti, Maria Elena Ruggerini, Roberta Capelli e Oriana Palusci, con i saluti del Sottosegretario di Stato al Ministero del Merito e dell’Istruzione Paola Frassinetti; il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sarà collegato da remoto. 

Mercoledì 15 novembre alle 11.00, all’Auditorium “Guido Martinotti”, si terrà l’evento La costruzione della nuova Repubblica da sogno a realtà. Rileggere i lavori dell’Assemblea Costituente a 75 anni dall’entrata in vigore della Costituzione, presentazione di un progetto di digitalizzazione e ripubblicazione dei lavori dell’Assemblea Costituente curato da Giuseppe Valditara ed Elisabetta Lamarque, sviluppato da Giappichelli Editore con il sostegno di Intesa Sanpaolo. 

Giovedì 16 novembre alle 20.30 al Teatro Studio Melato il reading – spettacolo musicale Passione, di e con Maurizio de Giovanni, scrittore, drammaturgo e sceneggiatore, celebre soprattutto per i suoi gialli; la serata teatrale prevede un viaggio nella storia della canzone napoletana, attraverso autori, storie, sentimenti, poetica e musica, quella stessa musica che tanto spesso fa capolino nei romanzi dell’autore. Una co-produzione Intesa Sanpaolo e The Italian Literary Agency.

Sabato 18 novembre alle 10.30 alla Società Umanitaria un incontro dedicato ai giovani e all’orientamento, per parlare di futuro, aspettative, sogni: Incontri possibili: dialogo per disegnare il domani, con lo scrittore Federico Taddia e la partecipazione della giornalista Silvia Nucini, host del podcast Voce ai Libri. Evento promosso da Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’iniziativa di orientamento ‘Disegnare il Domani’.

Sabato 18 novembre alle 16.00 alla Fondazione Corriere della Sera verrà proiettato il documentario Otro Renacimiento. Da Napoli a Madrid, dal Prado a Capodimonte, un viaggio tra Italia e Spagna che, nello svelare straordinari capolavori del Rinascimento, si immerge nel tessuto delle città contemporanee, da Napoli a Madrid, da Barcellona a Granada, fino ai paesaggi dell’Aragona e al lascito artistico di Milano, Firenze e Roma. Evento promosso da Intesa Sanpaolo. 

A BookCity Milano 2023 torna anche la lettura ad alta voce nei Bar Atlantic, gli esclusivi bar di Esselunga che nel celebrare vent’anni dalla loro prima apertura, ospitano il Menù della poesia: attori professionisti nei panni di eleganti camerieri reciteranno su richiesta le poesie scelte dal pubblico da un vero e proprio menù poetico, per portare la cultura anche in luoghi inaspettati, permettendo al pubblico di assaggiare una poesia. Da venerdì 17 a domenica 19 novembre, in nove negozi su tutto il territorio cittadino. 

Sabato 18 novembre alle 15.30 all’ADI – Design Museum si parlerà di trasformazioni urbane e di Vivere e abitare le città di oggi – rigenerazione urbana, gentrificazione e sostenibilità: un momento di discussione e confronto su argomenti quanto mai attuali, in particolar modo a Milano. A dispetto della sua complessità, Milano offre un ricco ventaglio di risorse e opportunità di intervento, sempre più necessarie per promuovere il protagonismo delle comunità locali, la coesione sociale, lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. Evento promosso da Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. 

Dalla pubblicazione della sceneggiatura, mai girata, del docu-film scritto da Franco Solinas e Jean-Paul Sartre, conservato nell’archivio storico Eni, nasce l’incontro “Un Dio nero, un diavolo bianco”: l’Italia, l’Africa ed il cinema: la guerra d’indipendenza algerina, il cinema industriale, il ruolo degli intellettuali, l’anticolonialismo e il terzomondismo in Italia sono protagonisti di un film (e di un libro) che saranno spunto per parlare del complesso clima politico e culturale di un’epoca. Giovedì 16 novembre alle 17.00 al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci. Evento promosso da Eni.

Martedì 14 novembre, alle 10.30, Amplifon organizza un appuntamento dedicato all’inclusione sociale delle persone anziane. L’evento, Let’s dream – riflessioni sul sogno tra generazioni, porterà letture ad alta voce nella Casa di Riposo RSA di via Pindaro 44, offrendo ai residenti e alle loro famiglie la possibilità di ascoltare brani tratti da Le avventure di Pinocchio. Tra i lettori ci saranno anche i volontari dell’azienda. L’iniziativa è collegata a “Ciao!”, il più importante progetto di Fondazione Amplifon, partito da Milano nel 2021 e che oggi coinvolge oltre 200 residenze sanitarie assistenziali non profit in tutta Italia. 

Martedì 14 novembre alle 18.00 alla Galleria Campari (Sesto San Giovanni) si terrà l’incontro Storie di libri, parlarne al bar: i caffè di un tempo rappresentavano un luogo di ritrovo per artisti e intellettuali, uno spazio dove gli scrittori potevano confrontarsi sulle proprie poetiche e le ultime tendenze letterarie. Oggi i bar sono luoghi di ritrovo ma anche di lavoro, scambio di idee, condivisione, dove le persone si trovano a leggere, scrivere e presentare libri. Spazio conviviale per eccellenza, quali storie ospitano i bar? Una chiacchierata insieme a Marco Ardemagni, Petunia Ollister e Antonio Prudenzano. Evento a cura di Galleria Campari.

Passeggiate urbane. Dalla Campionaria, a Citylife, a… è l’evento proposto da Fondazione Fiera in collaborazione con BCM, un percorso a tappe con Andrea Cerchi alla scoperta degli spazi della città in grado di portare alla luce il racconto di una memoria urbana che ci permette di conoscere il passato, comprendere meglio il presente e immaginare il futuro. La passeggiata per le scuole secondarie sarà condotta da Gino Cervi.

Attento al valore della lettura anche il Gruppo San Donato Foundation, che ospiterà in alcuni reparti dei suoi ospedali letture ad alta voce. Inoltre, giovedì 16 novembre, nell’Aula Magna del Policlinico San Donato, si terrà l’incontro Scrittura e fotografia terapeutica, per esplorare il potere taumaturgico di scrittura e fotografia con Barbara Pasquariello, Alessia Spina, e Alessandro Pini e la conduzione di Sonia Scarpante; seguirà un mini-laboratorio di scrittura e fotografia terapeutica. L’evento è promosso da Gruppo San Donato Foundation. 

Domenica 19 novembre alle 16.00 nel Salone d’Onore della Triennale si terrà l’incontro Cartaceo #05 – Fare Castelli di Carta: attraverso le parole di Valerio Lundini e le immagini di Carlo Stanga, il pubblico potrà addentrarsi in un surreale elogio dei progetti più spericolati. L’evento è in collaborazione con Burgo Group. 

Lettura su carta e scrittura a mano. L’azione politica e sociale per la loro valorizzazione: Andrea Cangini (Fondazione Luigi Einaudi), Federico Mollicone (Commissione Cultura Scienza e Istruzione) e Simona Malpezzi (Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza) discuteranno di come la politica possa salvaguardare la lettura su carta e la scrittura a mano. L’evento si terrà alla Fondazione Corriere della Sera giovedì 16 novembre alle 11.00 ed è promosso da Federazione Carta e Grafica e Comieco.

Tra i luoghi di BCM23 anche BiM – dove Bicocca incontra Milano, il progetto di rigenerazione urbana del quartiere Bicocca, con una serata dedicata alla presentazione del primo libro di The Milaneser, con la rivista C41 e gli artisti di Specific. 

BCM23 nelle Scuole, nelle Università e negli spazi del Sociale 

Come da tradizione, il programma della manifestazione prevede tanti incontri anche per le tre sezioni BookCity per le Scuole, BookCity Università e BookCity per il Sociale.

Nel palinsesto BCM per le Scuole torna BCZeta. Istruzioni per l’autogestione delle manifestazioni culturali: quanto è difficile progettare un palinsesto culturale? Quali temi approfondire oggi? A rispondere a queste domande saranno 20 studenti e studentesse di due licei milanesi, che hanno accolto l’invito di BCM e del Sistema Bibliotecario di Milano a progettare e curare insieme il palinsesto della Biblioteca Oglio. Gli studenti si sono occupati di organizzare gli appuntamenti della sede, dalla scelta degli argomenti alla definizione del format, fino all’individuazione degli ospiti. Tra i temi scelti: politica e sicurezza, il successo del true crime, l’esplosione del romance, e poi musica, fotografia e intelligenza artificiale, con ospiti come Stefano Nazzi, Stefania Carini, Luca Marconi, Francesca Ponchielli, Edith Joyce, Francesca Cianfrocca, Patrizia Violi, Giuseppe Paternò Raddusa, Francesco Zendri di Rap Italiano Game Over. L’appuntamento è per le giornate di venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 novembre, alla Biblioteca Oglio.

Torna anche BookCity Università nelle accademie milanesi, che hanno raccolto l’invito di BookCity a riflettere insieme alle loro comunità e alla città sul tema dell’anno, il Tempo del sogno, declinandolo secondo le competenze specifiche e le materie d’indirizzo: la NABA si sofferma sulla relazione fra libri e film; in Università Luigi Bocconi, a partire dalla lettura del presente, verrà dato spazio alle scienze sociali. L’Università Cattolica propone riflessioni sul sogno di autoaffermazione femminile e sul potere della poesia, della cultura e dei libri di ingaggiare il lettore; il Politecnico di Milano anima i suoi spazi off campus con incontri che guardano al sogno in una prospettiva di trasformazione, delle persone e degli spazi; il palinsesto di Bicocca propone diverse parole chiave in associazione al tema dell’anno: memoria e futuro, reale e immaginato, aspirazioni individuali e delle comunità scientifiche, con riflessioni sui diritti e sul legame fra sogno e incubo. IULM concentra i suoi incontri sul rapporto fra analogico e virtuale, dal mondo del lavoro a quello della comunicazione, fino alla didattica. L’Università Statale indaga le aspirazioni a un futuro sostenibile, sia sul piano sociale sia su quello ambientale, proponendo inoltre un incontro multidipartimentale dedicato a Saffo e al sogno di una rosa. Questi e molti altri ancora sono gli spunti emersi dal palinsesto BookCity Università, che lavora tutto l’anno per coinvolgere gli studenti e realizzare iniziative anche al di fuori del palinsesto novembrino. 

Moltissime anche le realtà che partecipano a BookCity per il Sociale, che coinvolge le carceri di San Vittore, di Opera, Bollate, Minorile Beccaria e ICAM, l’ospedale di Niguarda, il Gruppo San Donato e il San Carlo Borromeo, Casa Jannacci, Fondazione Casa della Carità, Centro Ronda, Fondazione Culturale San Fedele, Fondazione Amici del Trivulzio, Martinitt e Stelline Onlus, con diversi incontri sul tema dell’anno, spettacoli teatrali e musicali, presentazioni e dialoghi, raggiungendo anche gli spazi dell’associazionismo sul territorio, come le Case delle Associazioni e del Volontariato, le Biblioteche di Condominio e gli spazi WeMi. 

I dati di BCM23 

Come da tradizione, BCM si rivolge al pubblico con un palinsesto ricco e variegato, che coinvolge l’intera filiera del libro, dagli scrittori ai fumettisti, editori grandi e piccoli ma anche saggisti e illustratori, blogger e librai, traduttori e bibliotecari, senza dimenticare studenti, insegnanti, lettori forti e occasionali. Sono 3.100 gli autori e le autrici ospiti della manifestazione, con più di 1.500 eventi e oltre 500 editori coinvolti; saranno oltre 390 i volontari nelle 300 sedi diffuse su tutto il territorio cittadino, tra cui 43 librerie e 27 biblioteche. BCM23 ospita inoltre 190 progetti dedicati alle classi di Milano e della Città Metropolitana all’interno di BookCity per le Scuole, 13 tra università e accademie milanesi nel palinsesto di BookCity Università, senza dimenticare i progetti di BookCity per il Sociale, che raggiunge carceri, ospedali, luoghi della carità e biblioteche di condominio.

Il programma, in costante aggiornamento, ed eventuali indicazioni per accedere agli appuntamenti, sono disponibili sul sito della manifestazione all’indirizzo www.bookcitymilano.it.

L’Associazione BOOKCITY MILANO è presieduta da Piergaetano Marchetti e diretta da un Comitato d’indirizzo di cui fanno parte Carlo Feltrinelli, Luca Formenton, Piergaetano Marchetti e Stefano Mauri. La coordinazione dell’edizione 2023 è stata affidata a Luca Formenton, Presidente della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, con il supporto di Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri. Ai lavori dell’Associazione partecipa, in rappresentanza del Comune di Milano, l’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi e, per l’Associazione Italiana Editori, il suo Presidente Ignazio Cipolletta. 

#BCM23www.bookcitymilano.itFB: BookCity Milano | IG: @bookcitymilano | X: @BOOKCITYMILANO | TikTok: @bookcitymilano 

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