Energia, il potenziale enorme del geotermico pulito
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Geretsried è una cittadina dell’Alta Baviera famosa per i paesaggi fluviali lungo l’Isar, un ecosistema unico in Europa. Da qualche mese, però, è diventata famosa in Germania anche per un altro motivo: un buco profondo 7mila metri, alla ricerca del Sacro Graal dell’energia. Si tratta della prima applicazione commerciale di una tecnologia geotermica innovativa, che promette di fornire energia pulita e illimitata sfruttando il calore delle profondità della Terra con un circuito chiuso e quindi senza emissioni.
Le nuove tecniche per sfruttare il calore della Terra
Gli impianti geotermici tradizionali funzionano sfruttando i serbatoi naturali di acqua calda sotterranea per alimentare turbine in grado di generare elettricità 24 ore al giorno. In Italia, i primi impianti per lo sfruttamento industriale dei soffioni boraciferi toscani furono inaugurati 200 anni fa dal francese François Jacques de Larderel, che lanciò le fortune dell’area di Larderello (ribattezzata nel 1846 con il suo nome), dove oggi si produce quasi metà dell’energia elettrica toscana. Tuttavia, sono pochi i siti che hanno le condizioni giuste per questo tipo di sfruttamento, tanto che il geotermoelettrico produce solo lo 0,2% dell’elettricità europea e lo 0,4% di quella americana.
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«Le rocce calde si trovano ovunque sotto la superficie della Terra, a varie profondità in funzione dell’età geologica del territorio, e non è più necessario trovare serbatoi naturali di acqua sotterranea per raccogliere quel calore. Utilizzando tecniche di perforazione avanzate è possibile immettere acqua in profondità e sfruttare questa riserva di calore con dei circuiti chiusi per produrre energia quasi ovunque», spiega Bruno Della Vedova, presidente dell’Unione Geotermica Italiana.
I piani ambiziosi della Germania
Il potenziale è enorme: la Germania stima che in quelle rocce ci sia abbastanza energia per soddisfare l’intero fabbisogno tedesco e ha lanciato un’iniziativa per sviluppare tecnologie innovative capaci di raccogliere quel calore, con incentivi generosi. Non a caso il cancelliere Olaf Scholz si è scomodato per far visita al cantiere di Geretsried, dove la canadese Eavor sta applicando la sua tecnologia a circuito chiuso, sperimentata in un progetto pilota vicino a Edmonton, nella provincia dell’Alberta.
L’impianto, che dovrebbe entrare in funzione parzialmente già quest’anno, avrà una capacità di 64 megawatt di potenza termica e 8,2 megawatt di potenza elettrica, per la cui produzione è stato scelto un impianto fornito da Turboden, leader mondiale negli impianti Orc. «Il nostro obiettivo è sfruttare quanta più energia geotermica possibile entro il 2030, per immettere nelle nostre reti di teleriscaldamento una quantità di calore dieci volte superiore a quella attuale», ha annunciato Scholz durante la visita. Con 42 impianti operativi, 12 in via di costruzione e altri 82 in progettazione, Berlino punta molto sulla geotermia profonda e in particolare sui circuiti chiusi a zero emissioni, che rendono gli impianti più facili da accettare per la popolazione locale. Per raggiungere i suoi obiettivi avrà bisogno di un centinaio di nuovi impianti nei prossimi 5 anni.
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