Privacy e Ai-on-device, tutto quello che sappiamo sulla strategia di Apple
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Una intelligenza artificiale pratica, in grado di cambiare in meglio – poco o molto, si vedrà – la nostra vita quotidiana. È il succo di quello che Apple presenterà, in ambito AI, alla Worldwide Developers Conference, in base ai diversi rumor emersi sulle testate internazionali.
È anche un modo per Apple di recuperare il terreno perduto sull’IA. È la sola big tech a non avere presentato nulla in merito, finora, ma il suo stile, che confermerebbe in questa occasione, è di lanciare innovazioni che hanno raggiunto un certo livello di maturità e di utilità. Così Apple sceglie di non inseguire le altre big tech nel diluvio di annunci finalizzati a stupire ma apre un campo diverso. Altra particolarità: l’AI vivrà (in toto o per gran parte) sul dispositivo dell’utente, a tutela della privacy ma anche per accelerare l’elaborazione e permettere il servizio in assenza di internet (una via che in realtà Microsoft ha già inaugurato in ambito personal computer con gli annunci dei giorni scorsi).
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Che Apple avrà molto di IA nella Conference, poi, ci sono pochi dubbi.
Molteplici indizi portano a questa conclusione: dalle dichiarazioni del ceo Tim Cook, che ha promesso grandi novità nell’ambito dell’AI entro la fine dell’anno, ai chiari riferimenti al tema da parte del chief marketing officer Greg Joswiak, che ha descritto l’evento come “Absolutely Incredible” – un chiaro gioco di parole su AI (per l’acronimo).
Nome in codice, Project Greymatter, un insieme di strumenti di intelligenza artificiale che l’azienda integrerà nelle applicazioni principali come Safari, Foto e Note. La spinta include anche funzioni del sistema operativo come le notifiche migliorate.
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