Apple Intelligence, davvero è tutto qui?

L’intelligenza artificiale di Apple si chiama Apple Intelligence. Serve a riscrivere testi, riassumere mail e notifiche e anche a generare emoticon e (alcuni tipi di) immagini.

L’azienda di Cupertino prova dunque ad appropriarsi delle due lettere più “calde” del momento: AI. Ma la tecnologia non è solo marketing, Apple lo sa bene. Qualche giorno fa lo spot di un nuovo iPad, che doveva sottolineare la straordinaria potenza creativa del tablet, è stato brutalmente criticato dagli utenti e da numerosi artisti.

La WWDC di Apple, evento annuale dedicato agli sviluppatori, quest’anno era più attesa del solito. Per merito (o colpa) dell’amministratore delegato dell’azienda, Tim Cook, che nei mesi scorsi ha detto agli azionisti che “l’IA di Apple aprirà nuovi orizzonti”.

Nella corsa all’IA generativa, capace di comprendere il linguaggio naturale e di esprimersi come una persona in carne e ossa, Apple è stata considerata finora in ritardo. Da analisti, media e

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