Ascolti tv, De Girolamo si prende il pomeriggio. Ore 14 sale all’8,5% di share

Ascolti tv ieri 18 giugno 2024: Ore 14 cresce a 837mila spettatori per l’8,5% di share

Estate in Diretta si conferma tra i programmi più visti del pomeriggio con 1.140.000 spettatori (16.4%) nella presentazione e 1.406.000 spettatori (18%) nella puntata. La coppia formata da Nunzia De Girolamo e Gianluca Semprini aveva iniziato la settimana con 1.288.000 spettatori (18%) nella presentazione e 1.450.000 spettatori (17.9%) nella puntata.

 

Pomeriggio Cinque News segue con 1.082.000 spettatori (15.6%) nella prima parte e 992.000 spettatori (13%) nella seconda parte (I Saluti a 869.000 e il 10.3%). Simona Branchetti aveva esordito con 1.137.000 spettatori (15.9%) nella prima parte e 1.135.000 spettatori (14.5%) nella seconda parte.

Si migliora invece Ore 14, che arriva a 837.000 spettatori (8.5%). Milo Infante nella precedente puntata aveva interessato 805.000 spettatori (8%).

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Vi racconto la Venere di Milo

La bellezza per antonomasia. La classità per definizione. Il capolavoro scultoreo per eccellenza.Questo (e tanto altro) è la Venere di Milo, l’eccezionale statua greca conservata al Louvre.
È una delle sculture più famose del mondo, un capolavoro di età ellenistica, ma non tutti ne conoscono la storia a luci e ombre e le infinite reinterpretazioni fatte dagli artisti.

Tutto ha inizio l’8 aprile del 1820 quando Yorgos Kentrotas, un contadino greco che abitava sull’isola di Milo, nell’arcipelago delle Cicladi, colpì con la sua pala qualcosa di molto duro.

Stava cercando pietre per rinforzare la recinzione del suo campo quando dal terreno spuntò fuori un busto di marmo pario senza braccia, del tutto inutile per le necessità del contadino.
Il caso volle che si trovasse da quelle parti anche Olivier Voutier, un giovane ufficiale della marina francese appassionato di archeologia, la cui nave Chevrette era ormeggiata sull’isola. L’uomo passeggiava tra i ruderi dell’antico teatro greco, incantato dagli innumerevoli frammenti di statue che emergevano dal terreno. Ma vedendo il contadino, a poca distanza da lui, fermo a osservare qualcosa nella buca che stava scavando, si avvicinò per curiosare.

Ecco come Voutier ricorda quel momento: “Aveva appena scoperto la parte superiore di un statua in cattive condizioni e, non potendo essere utilizzata per la sua costruzione, stava per ricoprirla di macerie. Con la punta di qualche piatto l’ho fatta invece uscire. Non aveva le braccia, il naso e il nodo di i capelli erano spezzati, erano terribilmente sporchi. Tuttavia, a prima vista, si riconosce un pezzo notevole. Ho esortato il mio uomo a cercare l’altra parte. Presto si è imbattuto in essa. Poi ho fatto assemblare la statua. Chi ha visto la Venere di Milo può immaginare il mio stupore!”.Ed ecco come ha disegnato quel ritrovamento.

La scoperta della statua suscitò grande entusiasmo anche nell’ammiraglio Jules Dumont d’Urville che si fece subito avanti per acquistarla. Ma Pierre-Henry Gauttier du Parc, il capitano della Chevrette, si oppose a quella trattativa rifiutandosi di trasportare un manufatto tanto fragile.

A quel punto il contadino pensò bene di cercare un nuovo acquirente in un monaco ortodosso che intendeva offrirla a un funzionario ottomano del sultanato di Costantinopoli. D’Urville allora scrisse immediatamente all’ambasciatore di Francia a Costantinopoli: non poteva lasciarsi sfuggire un pezzo così pregiato! L’ambasciatore acconsentì all’acquisto, anzi diede l’ordine di comprare la scultura a qualsiasi prezzo.

Il suo interesse però non era tanto di tipo artistico, ma smaccatamente politico. Quella statua, un raro esemplare greco originale e non una copia romana, alta poco più di due metri, avrebbe compensato lo smacco subito dalla Francia che, dopo il Congresso di Vienna, nel 1815, aveva dovuto restituire ai vari stati italiani la Venere Medici, l’Apollo del Belvedere e il Laocoonte, alcuni dei capolavori classici sottratti con le spoliazioni napoleoniche.
Grazie alla Venere di Milo, per altro, Parigi poteva tornare a competere con Londra – che da alcuni anni si era appropriata dei marmi del Partenone – e con Monaco di Baviera, la cui Gliptoteca conservava i preziosi frontoni provenienti dal tempio di Afaia, sull’isola greca di Egina.
Dopo estenuanti trattative con il monaco e con la comunità dell’isola di Milo i francesi finalmente si aggiudicarono la statua e la imbarcarono alla volta della corte di re Luigi XVIII che nel 1821 ne fece dono al Louvre.

L’azione di propaganda iniziò immediatamente: la statua, inizialmente attribuita a Fidia o a Prassitele (ma oggi datata al 150-125 a.C.) fu esposta al centro di una grande sala del Louvre e i calchi vennero inviati alle Accademie di Belle Arti affinché i giovani studenti potessero copiarla. Doveva diventare a tutti i costi un simbolo universale di bellezza.Per questo si aprì subito il dibattito sulla possibilità di completarla con due nuove braccia, come si usava fare all’epoca. Ma le ipotesi erano contraddittorie. Teneva una mela in mano? Scriveva su una lapide? Si guardava allo specchio?

Alla fine prevalse la decisione di lasciare la statua com’era (a parte l’aggiunta del piede sinistro, successivamente rimosso): la mancanza delle braccia, in fin dei conti, non ne diminuiva né il valore né la bellezza, anzi faceva convergere tutta l’attenzione sul raffinatissimo panneggio, sul busto levigato e su quel volto dall’espressione imperturbabile.

Per altro non era neanche certo che si trattasse di Venere: quell’identificazione era stata fatta da d’Urville e mai più rimessa in discussione. In verità una porzione di basamento originale, misteriosamente scomparso, portava delle iscrizioni collegabili forse alla statua di Poseidone ritrovata nello stesso luogo nel 1877, di cui la figura femminile avrebbe potuto essere la moglie  Anfitrite.

Ma è chiaro che una “Anfitrite di Milo” non avrebbe colpito l’immaginario collettivo come una “Venere di Milo” (che per essere precisi avrebbe dovuto chiamarsi Afrodite, alla greca). E d’altra parte la posa e la composizione somigliavano molto a quelle della Venere di Capua del Museo Archeologico di Napoli (copia romana di un originale greco rinvenuta nel XVIII secolo). Dunque, meglio lasciare tutto com’era…

La vera incoronazione come dea della bellezza arriverà poco tempo dopo, quando gli artisti iniziarono a prendere la Venere di Milo come modello per le loro opere d’arte. Il primo in assoluto è stato Eugène Delacroix: la sua Libertà che guida il popolo del 1830, infatti, si ispira alle Venere di Milo per quel busto nudo, per la gamba sinistra protesa in avanti e per il panneggio della veste.Questo omaggio però non bastò a fare apprezzare quella figura: le braccia robuste, le guance arrossate e i peli sotto le ascelle facevano somigliare la donna a una massaia piuttosto che a una dea!

Del 1841 invece, è questo dipinto intimista del danese Christoffer Wilhelm Eckersberg. È dedicato alla toilette del mattino ma quella schiena con i fianchi cinti dal tessuto è un esplicito riferimento alla Venere di Milo, come si può notare osservando il retro della statua.

Assieme alla fama purtroppo cominciano anche i pericoli. Nel 1870-1871, con l’infuriare a Parigi della guerra franco-prussiana, la Venere di Milo viene imballata in una cassa di legno e conservata in un luogo sicuro.

Al suo rientro a Louvre il curatore del museo iniziò degli studi approfonditi sulla statua scoprendo, tra le tante, che non si è spezzata in seguito a un incidente né è stata tagliata: la Venere è stata realizzata fin dall’inizio unendo due blocchi di marmo.
A partire dagli anni Ottanta viene ritratta più volte nella sala in cui era stata collocata, come presenza divina nella penombra del museo.

Intanto diventa oggetto di studio anche da parte degli artisti più insospettabili, come Cézanne e van Gogh.

La celebrità della scultura è testimoniata pure da alcuni dipinti che ne raffigurano delle miniature in ambienti domestici…

… o nell’atelier di una pittrice.

Ebbe grande diffusione anche il solo torso. Possiamo vederlo sia nello studio di uno scultore che in un soggiorno borghese.

Tutto cambia con l’arrivo del Surrealismo. Dopo cento anni dalla sua scoperta, quell’icona di bellezza, quel frammento di perfezione, perde per la prima volta la sua aura divina e diventa l’oggetto degli esperimenti espressivi più estremi.
Per primo inizia René Magritte con Les menottes de cuivre (Le manette di rame) del 1931. Si tratta di una copia della statua parzialmente ridipinta in rosa e blu, con la testa lasciata in bianco. Il titolo, ideato da André Breton, allude ironicamente all’assenza delle mani. È un’operazione dadaista simile ai baffi sulla Gioconda fatti da Duchamp nel 1919. E tuttavia Magritte ci aveva visto giusto: le statue greche erano colorate in modo da sembrare corpi veri.

Il 1936 è invece l’anno della Venere a cassetti di Salvador Dalì. Riprodotta in infinite varianti, è un’opera che si inoltra nel mondo della bellezza carnale, dell’eros e dei suoi segreti, rappresentati dai cassetti (un simbolo tratto dalla psicanalisi di Freud) aperti sul corpo della statua.

Nello stesso periodo si occupa della scultura anche Man Ray. La sua Venere restaurata del 1936 (un busto senza drappo sui fianchi) e la testa di Venere del 1937 sono una perfetta dimostrazione dello spirito iconoclasta che muoveva dadaisti e surrealisti. Stringere tra corde o catturare in una rete un pezzo di statua significa trattare quei capolavori come oggetti qualsiasi, oltre a suggerire simili fantasie erotiche sul corpo femminile.Ma in fondo non occorre cercare un significato. La testa di Venere dentro una rete da pesca è “bella come l’incontro casuale di una macchina da cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio”, per usare le parole del poeta Lautréamont tanto care ai Surrealisti.

Tuttavia la dissacrazione della Venere di Milo non è stata un’invenzione di questi artisti. Già a partire dagli anni Dieci ci avevano pensato i pubblicitari a trasformare la dea della bellezza in testimonial più o meno ironico dei nuovi consumi di massa. Dai corn-flakes all’aspirina, dai corsetti alle stilografiche, ogni occasione era buona per accostare il proprio prodotto alla suprema perfezione della dea greca.

Ma nel 1939 la Venere è di nuovo in pericolo. Con l’avanzata delle truppe tedesche verso la Francia occorreva svuotare il Louvre dai suoi capolavori e spostarli in un luogo sicuro. Il direttore Jacques Jaujard chiuse il museo il 25 agosto 1939 (ufficialmente per manutenzione) e organizzò il trasloco di oltre 4000 opere – sia dipinti che sculture – chiudendole dentro 1862 casse di legno trasportate da 203 camion diretti verso il castello di Chambord.

Il 16 agosto 1940 i nazisti entrarono al Louvre. Con grande disappunto scoprirono che era completamente vuoto. Ma furono lieti di trovare la Venere di Milo ancora al suo posto. Quello che non sapevano è che la statua che stavano ammirando era una volgare copia in gesso.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Venere, quella vera, torna al suo posto. E in poco tempo ritorna al centro dell’interesse degli artisti, in quella sorta di continuo ritorno al passato, specialmente quello classico, che caratterizza l’arte occidentale.

Nel 1962 se ne occupa Niki de Saint Phalle con una delle sue azioni artistiche da poco inaugurate: realizza una copia cava della Venere, fissa al suo interno dei sacchetti di vernice e poi la colpisce a distanza con un fucile. La statua a quel punto inizia a ricoprirsi di colore, ma in un modo che non può essere controllato dall’artista. È un attacco all’arte antica ma contemporaneamente è una rigenerazione, nata da un gesto di estrema violenza.

Intanto i traslochi non sono finiti. Nel 1964 la statua viene spedita addirittura a Tokyo, in occasione delle Olimpiadi. Ma il lungo viaggio di 33 giorni sul transatlantico francese Vietnam l’ha danneggiata: quattro frammenti del panneggio, all’altezza dello stinco sinistro, si sono staccati. Tre di questi erano pezzi in gesso di un vecchio restauro mentre il quarto era una scheggia di marmo, già staccata dalla statua all’atto del ritrovamento nel 1820.
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Dalì tornerà di nuovo sul tema della Venere negli anni Settanta, evidentemente ossessionato da questo simbolo così potente. In Torero allucinogeno la Venere di Milo si moltiplica in diverse posizioni e varie dimensioni dentro una delirante sovrapposizione di immagini. La dea diventa archetipo femminile inafferrabile, a tratti spaventoso. La sua figura ripetuta dà forma anche al volto del torero, in un gioco di interscambio tra figura e sfondo.

Negli stessi anni Dalì torna anche alla versione scultorea di Venere, ma abbandona i cassetti e inizia a mescolare le parti del volto con la Testa otorinologica di Venere. Naso e orecchio sono scambiati di posto: forse perché ‘sentiamo’ con entrambi?

Poi è stata la volta di Arman che, usando il suo linguaggio basato sulla trasformazione e accumulazione di oggetti comuni, ha iniziato ad affettare, frammentare, scomporre e riassemblare la Venere di Milo. Ma per quanto la si possa fare a pezzi, lei rimane sempre riconoscibilissima.

Quella posa sinuosa con le braccia mozzate si riconosce pure in silhouette, come nello specchio Venere disegnato dall’architetto Carlo Mollino nel lontano 1938 per Casa Miller a Torino (ma ancora in produzione)…

… oppure nella scultura sezionata di César del 1984.

Tra le versioni più recenti ci sono quelle di Jim Dine degli anni Ottanta e Novanta. Le sue Veneri sembrano regredire alla fase di blocco appena sbozzato: mancano della testa e appaiono spigolose e ruvide. Ma il colore, in tinta unita o a chiazze vivaci, rende questi oggetti quasi astratti, specialmente nelle dimensioni colossali che in alcuni casi assumono. Quando queste statue sono disposte in gruppi di tre la classicità raddoppia, attraverso un evidente richiamo al tema delle Tre grazie.

A fronte di tutto questo, di una passione sfrenata verso una dea venuta da una sperduta isola greca che pare non vedere mai flessioni, si può ben dire che l’azione di propaganda messa in atto dalla Francia abbia funzionato davvero alla grande! E però, per trasformare una statua in un’icona, qualcosa di speciale ci dev’essere.

Quella donna di marmo ci guarda da millenni, indifferente al succedersi dei giorni e delle stagioni, alle generazioni umane che, passando, la guardano negli occhi. Aspetta paziente senza aspettare nulla: la sua imperfetta perfezione le basterà per sempre.

Tabella Avvisi finalizzati al reclutamento docenti (OM 88/2024 – art. 13 – comma 23)

A partire dalla data odierna, 06/11/2024, è resa disponibile la presente pagina riepilogativa che riporta, per gli Istituti che ne fanno ricorso, i link agli avvisi in oggetto. Tramite l’utilizzo di suddetti link gli interessati potranno consultare, in tempo reale, gli avvisi di reclutamento pubblicati dalle singole Istituzioni Scolastiche.
Il riferimento principale per gli avvisi in oggetto rimane comunque il sito internet dell’Istituto di interesse; sito internet che gli aspiranti docenti devono consultare prioritariamente e quotidianamente, soprattutto in caso di eventuale malfunzionamento di uno o più dei link sottostanti.
Alcuni link riportano ad un applicativo che necessita dell’inserimento del codice meccanografico dell’Istituto di interesse.
I singoli codici meccanografici sono reperibili nella prima colonna della tabella. Cliccando su di essi, inoltre, si accede alla pagina con i dati generali e di contatto, del relativo Istituto, presenti all’interno del sito “Scuola in Chiaro”.
Eventuali richieste di chiarimenti inerenti gli avvisi di reclutamento devono essere inoltrate direttamente agli Istituti Scolastici di competenza.

CODICE
MECCANOGRAFICO

DENOMINAZIONE ISTITUTO

LINK SEZIONE “Avvisi finalizzati
al reclutamento docenti
(OM 88/2024– art. 13 – comma 23)”

TVIC81300T

IC PREGANZIOL

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC81400N

IC VOLPAGO DEL  MONTELLO

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TVIC81500D

IC CASTELFRANCO VENETO 1

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TVIC816009

IC CASTELFRANCO VENETO 2

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC817005

IC CAPPELLA MAGGIORE

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TVIC818001

IC FOLLINA E TARZO

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TVIC81900R

IC RESANA

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TVIC820001

IC VEDELAGO

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TVIC82100R

IC CAERANO DI SAN MARCO

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TVIC82200L

IC CASALE SUL SILE

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TVIC82300C

IC CASIER

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TVIC824008

IC LORIA E CASTELLO DI GODEGO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC825004

IC NIEVO  CORDIGNANO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC82600X

IC QUINTO DI TREVISO E MORGANO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC82800G

IC TREVIGNANO E ISTRANA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC83000G

IC ASOLO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC832007

IC SAN BIAGIO DI CALLALTA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC833003

IC PONZANO VENETO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC83400V

IC SILEA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC83500P

IC ZERO BRANCO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC83600E

IC MARENO DI PIAVE E VAZZOLA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC83700A

IC GIAVERA DEL MONTELLO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC838006

IC SPRESIANO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC841002

IC SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC84200T

IC “G. TONIOLO” PIEVE DI SOLIGO

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TVIC84300N

IC FARRA DI SOLIGO

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TVIC84400D

IC ALTIVOLE

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TVIC845009

IC RIESE PIO X

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TVIC846005

IC SAN FIOR

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TVIC847001

IC SAN VENDEMIANO

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TVIC84800R

IC CODOGNE’ E GAIARINE

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TVIC85000R

IC PEDEROBBA

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TVIC85100L

IC CORNUDA

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TVIC85200C

IC SUSEGANA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC853008

IC SANTA LUCIA DI PIAVE

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC854004

IC VITTORIO VENETO 2 A.ZANZOTTO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC85600Q

IC CARBONERA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC85700G

IC MASERADA SUL PIAVE

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC85800B

IC BREDA DI PIAVE

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC859007

IC VITTORIO VENETO 1 DA PONTE

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC86000B

IC SAN POLO DI PIAVE “L.LUZZATTI”

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC861007

IC PONTE DI PIAVE E SALGAREDA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC862003

IC SAN ZENONE DEGLI EZZELINI

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TVIC86500E

IC PIEVE DEL GRAPPA

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TVIC86600A

IC CONEGLIANO 3 “BRUSTOLON”

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TVIC867006

IC CONEGLIANO 2 “CIMA”

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TVIC868002

IC PAESE “C.CASTELLER”

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TVIC86900T

IC CONEGLIANO 1 “GRAVA”

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TVIC870002

IC TREVISO 1 “MARTINI”

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TVIC87100T

IC TREVISO 2 “SERENA”

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TVIC87200N

IC TREVISO 3 “FELISSENT”

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TVIC87300D

IC TREVISO 4 ” STEFANINI”

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC874009

IC TREVISO 5 “COLETTI”

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC875005

IC RONCADE

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC876001

IC VILLORBA E POVEGLIANO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC87700R

IC MOGLIANO 2 “M.MINERBI”

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC87800L

IC MOGLIANO 1 “N.MANDELA”

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC87900C

IC MONTEBELLUNA 2

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC88000L

IC GORGO AL MONTICANO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC88100C

IC MOTTA DI LIVENZA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC882008

IC VALDOBBIADENE

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC883004

IC MONTEBELLUNA 1

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIC88400X

IC ODERZO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIS00100Q

IS MARCO CASAGRANDE DI PIEVE DI SOLIGO

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TVIS00200G

IS G. MARCONI DI CONEGLIANO

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TVIS00300B

IS LEVI DI MONTEBELLUNA

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TVIS004007

IS VERDI DI VALDOBBIADENE

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TVIS00700P

IS VITTORIO VENETO CITTA’
DELLA VITTORIA DI VITTORIO VENETO

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TVIS00800E

IS CERLETTI DI CONEGLIANO

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TVIS00900A

IISS “MARCO FANNO” DI CONEGLIANO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIS01100A

IS A. SCARPA DI MOTTA DI LIVENZA

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TVIS01600D

IS F. BESTA DI TREVISO

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TVIS018005

IS SARTOR DI CASTELFRANCO VENETO

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TVIS019001

IS PALLADIO DI TREVISO

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TVIS021001

ISISS DA COLLO DI CONEGLIANO

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TVIS02200R

ISISS “C. ROSSELLI” DI CASTELFRANCO VENETO

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TVIS02300L

IS “GIORGI – FERMI” DI TREVISO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIS02400C

IS “EINAUDI – SCARPA” DI MONTEBELLUNA

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIS026004

IS GALILEI DI CONEGLIANO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIS02700X

IS “BARSANTI – GALILEI” DI CASTELFRANCO VENETO

Link avvisi di reclutamento docenti

TVIS02800Q

IS SANSOVINO-OBICI DI ODERZO

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TVPC01000R

LICEO CANOVA DI TREVISO

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TVPC02000B

LICEO GIORGIONE DI CASTELFRANCO

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TVPM010001

LICEO DUCA DEGLI ABRUZZI DI TREVISO

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TVPM02000G

LICEO VERONESE DI MONTEBELLUNA

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TVPS01000X

LICEO DA VINCI DI TREVISO

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TVPS04000Q

LICEO BERTO DI MOGLIANO VENETO

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TVRH01000N

IPSSEOA G. MAFFIOLI DI CASTELFRANCO VENETO

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TVRH06000P

IPSSEOA BELTRAME DI VITTORIO VENETO

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TVSD01000A

LICEO ARTISTICO BRUNO MUNARI DI VITTORIO VENETO

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TVSL01000R

LICEO ARTISTICO DI TREVISO

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TVTD04000G

IT MARTINI DI CASTELFRANCO VENETO

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TVTD09000L

ITC RICCATI-LUZZATTI DI TREVISO

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TVTF04000T

ISTITUTO PLANCK DI VILLORBA

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TVMM140004

CPIA “ALBERTO MANZI” DI TREVISO

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