F. Volo, Una vita nuova

Fabio Volo tra “i nuovi umanisti”

di Antonio Stanca

   Per conto di Mondadori Libri è uscita a Febbraio un’edizione speciale di Una vita nuova, romanzo di Fabio Volo pubblicato nel 2021. Era il suo dodicesimo, il primo, Esco a fare due passi, era comparso nel 2001 quando da tempo si cimentava con l’attività musicale e con quella di conduttore radiofonico e televisivo.

   Fabio Volo è lo pseudonimo di Fabio Luigi Bonetti. È nato a Calcinate, in provincia di Bergamo, nel 1972 e vive a Brescia con la moglie e i figli. Anche sceneggiatore, attore e doppiatore sarebbe stato: in molti sensi si sarebbe applicato, vasta e varia sarebbe risultata la sua produzione. Un personaggio noto era diventato quando aveva quarant’anni ed aveva venduto molte copie di suoi romanzi, di raccolte di racconti, era stato tradotto in molte lingue e gli erano stati attribuiti importanti riconoscimenti. Il suo è uno di quei casi dove difficile riesce stabilire con certezza quali siano i modi e i temi preferiti. Succede quando sono tanti e tutti sono praticati, tutti hanno una voce. È lo spirito dell’autore quello che in questi casi si fa sempre vedere o sentire anche se diverso è il genere dell’opera.  E per Volo parlare di spirito significa riconoscerlo nella tendenza, sua particolare, a cogliere, evidenziare quanto avviene in fondo all’anima, come si esce dal confronto con i nuovi ambienti che si sono creati e che sono assorbiti da interessi, valori completamente diversi, lontani da quelli tradizionali. È questa la battaglia che il Volo conduce nelle sue opere, qualunque sia il loro genere: è un personaggio della radio, della televisione, della comunicazione telematica, è immerso nell’attualità, nella vita, nella storia contemporanea. Non poteva sottrarsi al compito di rappresentarle, indagarle, confrontarle come autore, fosse di cinema, di teatro, di romanzi o di racconti o d’altro. Così succede anche in Una vita nuova, dove due amici di quarant’anni, Paolo e Andrea, fanno in macchina il viaggio di ritorno dalla Puglia alla Lombardia con molte soste ma soprattutto con molti argomenti dei quali parlano, discutono. Ampia e ben riuscita è la costruzione dell’opera, con facilità, con scioltezza accoglie nuovi problemi, vi fa rientrare situazioni diverse, si apre all’esterno di quello che poteva essere il rapporto, lo scambio tra i due. Saranno molte le deviazioni, le soste che si concederanno prima di rientrare a Milano e ogni volta riusciranno utili a quanto tra loro si stava dicendo, serviranno a confermare o negare ragioni, convinzioni dell’uno o dell’altro. Una storia diventa quel viaggio, la storia della loro vita e di altre vicine, quelle dei familiari, dei colleghi, o lontane, quelle di altre persone, del mondo. Di confronti, propositi, intenzioni, riflessioni sono formati i loro discorsi, estesi diventano, in un romanzo si trasformano dai risvolti sempre nuovi, sempre sorprendenti. Entrambi vivono in famiglia una situazione di crisi: dopo un inizio carico di affetto, passione, trasporto erano giunti a non capirsi più con le proprie mogli o compagne, ad evitarsi, a stare separati in casa e Paolo aveva pure un figlio. Anche suo fratello, Nicola, presso il quale si fermeranno per qualche giorno, si era lasciato con la moglie, anche lui aveva una figlia. In verità anche con i loro genitori, a loro tempo, i tre avevano avuto problemi. Di questi parleranno e di altri problemi di altri casi, di altre coppie incontrate, conosciute durante il viaggio. Tutto diventerà argomento dei discorsi che correranno tra Paolo e Andrea, tutto sarà più difficile da capire per Paolo, più facile per Andrea. A nessuno, però, sembrerà possibile un percorso comune, una maniera unica per uscire dalle loro e dalle altre crisi. I tempi nuovi, i tempi cambiati saranno addotti come causa di queste e delle loro difficili soluzioni. Quando, però, senza rimedio sembravano diventate, entrambi vedranno profilarsi un modo, un mezzo per risolverle: impegnarsi a recuperare quanto di bene c’era stato agli inizi della vita coniugale loro e degli altri, a rivivere i tempi che avevano preceduto i problemi, a coinvolgere in questa operazione tutti gli interessati riscoprendosi uniti, vicini.

    Ad una rivalutazione del bene perduto, qualunque sia stato il motivo, invita Volo, ad intraprendere “una vita nuova”. È un’aspirazione perseguita da molti autori contemporanei, è quella che rientra nel cosiddetto “nuovo umanesimo”, nella corrente di cultura, di arte sorta di recente e volta a promuovere, indicare i modi per uscire dalla crisi di valori che ha investito i costumi della moderna umanità. Anche quello dell’arte, della sua conoscenza, della sua pratica, è sembrato uno dei modi utili e Volo è tra gli artisti che vi hanno aderito.

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