Il G7 della (d)istruzione: nelle nostre scuole troppe classi pollaio, si omette la sicurezza e punta a preparare giovani per il lavoro
Non arrivano solo consensi per il G7 dell’Istruzione, in corso di svolgimento a Trieste, al castello Miramare, fino a sabato 29 giugno: nel giorno di inizio dell’evento, contrassegnato da un discorso in inglese del nostro ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, un gruppo di manifestanti ha organizzato una mobilitazione per sostenere che le politiche attuali per l’istruzione non funzionano e vanno cambiate, altrimenti verrà compromesso il presente e il futuro della scuola.
Tra i manifestanti, sempre a Trieste, c’erano anche sindacati autonomi e di base, gruppi di insegnanti e di studenti: tutti insieme hanno espresso il loro dissenso per quello che considerano “il G7 della (d)istruzione”.
“Il vertice del G7 è centrato sull’idea che l’istruzione sia principalmente uno strumento per immettere le persone nella vita economica, nel mercato del lavoro, rispondendo alle esigenze delle aziende – ha detto Davide Zotti, di Cobas Scuola Trieste-Gorizia – , noi vogliamo invece