Signor Ministro, non elimini le parole dalle valutazioni!

Ill.mo Sig. Ministro Valditara,

sono un insegnante di scuola secondaria di I grado e ho appena concluso gli Esami di Stato di fine del primo ciclo dell’istruzione: un momento importante in cui il mio grado di scuola consegna alle scuole del secondo ciclo studenti che ha seguito per tre anni. Un momento, quindi, anche delicato e che mette in gioco il tema della valutazione più che negli anni e nei passaggi intermedi.

La valutazione è una delle questioni più difficili e sempre aperte (e probabilmente irrisolvibili) del percorso di istruzione: perché contenere uno studente dentro un’espressione (che sia numerica o verbale) è sempre un’approssimazione, e quindi una verità estremamente parziale – a maggior ragione se si usano sintesi numeriche. È un serio problema di comunicazione fra la scuola, lo studente, la famiglia e – nel caso del passaggio da un ciclo all’altro – anche fra scuole. Succede, per esempio, che

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