Le “parole in eccesso” che svelano se un testo è stato scritto da un’IA
Ispirandosi all’impatto che il Covid ha avuto sulle “morti in eccesso” – rispetto a quelle verificatesi prima della pandemia – un gruppo di ricercatori dell’Università di Tubingen (Germania) e della Northwestern University (Illinois) ha studiato un metodo per riconoscere un testo generato da un’intelligenza artificiale.
In seguito alla diffusione su larga scala di strumenti di scrittura basati su LLM (Large Language Models), come ChatGpt e Gemini, i ricercatori hanno analizzato “le parole in eccesso” prodotte dall’IA. E hanno scoperto che “la comparsa dei LLM ha portato a un brusco aumento della frequenza di determinati stilemi”, un fenomeno “senza precedenti sia per qualità che per quantità”.
Nella bozza del loro paper scientifico disponibile sulla piattaforma arXiv – un archivio open source di articoli scientifici di varia natura – i ricercatori tedeschi e americani hanno raccontato di aver analizzato 14 milioni di abstract di articoli scientifici – pubblicati su PubMed tra il 2010 e
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