BodyType, la mostra del guru pubblicitario Lorenzo Marini. “Omaggio a Ertè”

BodyType la mostra di Lorenzo Marini ispira l’estate di Forte dei Marmi dal 13 luglio al 31 agosto.

Uno dei più grandi guru della pubblicità italiana e mondiale (oltre 500 premi conquistati in una carriera quarantennale), ma con una formazione di studi artistici (e laurea in Architettura a Venezia) mette in mostra 16 opere sul corpo come linguaggio, 16 spunti di riflessione per chi passerà qualche momento tra cultura e arte all’Oblong Contemporary Gallery (in via Carducci 14).

“Marini, fondatore della TypeArt e autore del Manifesto per la liberazione delle lettere (2017), combina fotografia, grafica digitale e segno pittorico per creare “corpi-lettera”. Questi rappresentano la sedimentazione sociale del corpo fisico e la geometria del corpo che diventa segno, valorizzando la forma e la singolarità delle lettere al di là della loro funzione linguistica”, si legge sulla pagina della Oblong Contemporary Gallery. “Nella sua poetica, Marini riflette su come l’evoluzione tecnologica stia trasformando il linguaggio, rischiando di spostarlo verso una “non parola” in un mondo in cui la necessità di dialogo e comunicazione è fondamentale. Attraverso i suoi lavori, l’artista pone l’accento sull’importanza dei gesti, delle espressioni e della postura, interpretando i segnali del linguaggio del corpo come un nuovo mezzo di comunicazione”. E ancora: “Marini propone una riflessione sul linguaggio del presente e sul futuro della comunicazione, liberando le lettere dalla loro tradizionale funzione linguistica. Le sue opere suggeriscono, piuttosto che dichiarare apertamente, creando un gioco dialogante tra chi legge e chi compone, un’intimità condivisa e un gesto pittorico che richiama la scrittura calligrafica orientale. Bodytype è un’esperienza visiva in cui i corpi maschili e femminili diventano lettere-icone, passando dal luogo della lettura a quello della condivisione visiva, suggerendo una nuova prospettiva sul linguaggio e sull’arte”.

E su Affaritaliani.it ecco il.. “Marini pensiero” sul tema della BodyType

Un secolo. Sono passati cento anni da quando Ertè ha disegnato le sue lettere.

In piena Art Dèco questo raffinato illustratore russo (nato a San Pietroburgo ma naturalizzato a Parigi)

disegna le lettere dell’alfabeto con il mezzo che preferiva: la fantasia.

Disegni su carta, eleganti e floreali, con il fondo nero tipico del suo tempo.

Donne affascinanti, composizioni ardite, fuoco e vento, serpenti e giaguari, ma soprattutto l’idea di usare la geometria del corpo per ridisegnare la tipografia.

Nel suo mondo privilegiato (Romain de Tirtoff era nato in una famiglia dell’alta società della Russia imperiale) le immagini delle lettere sono una forma di elegante evasione, la narrazione perfetta degli anni ruggenti.

 

Per lui l’alfabeto è sempre stato oggetto di attenzione, una forma di scrittura combinato con la danza.

Ora, cento anni dopo, le lettere liberate possono essere ripensate con le tecniche che abbiamo a disposizione.

Ertè aveva solo china e tempere e acquerelli. Oggi i nuovi medium sono la fotografia, la grafica digitale, il segno pittorico.

Ed è proprio combinando questi tre medium che ho creato il nuovo linguaggio dei corpi-lettera.

Si chiamano Bodytype e sono opere su tela che convergono linguaggi e stili.

Sono un omaggio a Ertè, ma non alla sua società privilegiata. Sono la sedimentazione sociale del nostro corpo.

Il corpo. Quanta storia dell’arte lo ha rappresentato.

Ma il corpo alfabetico è recente.

lorenzo marini mostra
 

Passando dalla body art degli anni settanta, dove il corpo veniva usato come spazio di revisione sociale attraverso la sua liberazione, attraversiamo l’eccesso del corpo esibito nella pubblicità degli anni ottanta, che celebravano la scoperta del fitness e dell’uso orizzontale del corpo femminile.

La trasformazione linguistica dei corpi passa per l’armonia di fine secolo, con la riscoperta delle filosofie orientali e una nuova consapevolezza spirituale. La performance provocativa dell’uso del corpo fa parte del linguaggio distruttivo di certi artisti estremi, ma a me interessa più la geometria del corpo che diventa segno. Il suo messaggio e il suo linguaggio si fondono.

Nei miei Bodytype non ci sono parole da leggere, ma lettere da ammirare. I gesti diventano suggerimenti di type, accompagnati poi da segni tipografici incompleti. Suggerire è più interessante che dichiarare. La singola lettera o un intero alfabeto è un gioco dialogante tra chi legge e chi compone.

Un nascondino parziale, una intimità condivisa, un gesto pittorico per completare il legame con la scrittuta calligrafica, dove l’oriente fa capolino con i suoi ideogrammi secolarizzati.

Come i logotipi che circondano la nostra vita, anche questi corpi maschili e femminili diventano lettere icone, passando dal luogo della lettura a quello della condivisione visiva.

Una ibridazione tra corporeità vivente e calligrafia suggerita crea questa combinazione linguistica che Ertè non aveva a disposizione.

Ma che grazie ai nuovi mezzi digitali ora possiamo ripresentare, unendo oggetività a soggettività.

Lorenzo Marini

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