Animal factory – Il design entra a scuola
A cosa serve giocare?
Luca Boscardin si è presentato ad ogni classe con questa domanda. Solitamente il gioco viene considerato qualcosa che si contrappone al lavoro mentre invece rimane una delle modalità principali con cui bambini e adulti cercano di imparare le cose del mondo: il desiderio di fare e capire, tentativi ed errori, sfide e cooperazione, materiali e strumenti… fanno parte del gioco dei bambini, dei designer, degli artisti, degli artigiani…
Possiamo giocare insieme partendo dal disegnare insieme?
Luca Boscardin ha proposto agli studenti e mostrato ai docenti alcuni giochi grafici cooperativi dove le intuizioni di ciascuno sostenevano la risoluzione della sfida grafica. Ma anche per allenare la propria creatività, per scoprire che se il punto di inizio è lo stesso, quello di arrivo può essere molto diverso: nascono varianti e il gruppo classe scopre tante possibili alternative di risultato.
Animal factory
Entriamo ora in una officina in cui si fabbricano animali: il design ci viene in soccorso per immaginare nuove composizioni a partire da forme conosciute, ma con la sorpresa di texture inaspettate.
Come arrivare a comunicare un animale trovando il punto minimo per farlo riconoscere? Quanti segni possiamo perdere, togliere, cancellare ma lui comunque rimane riconoscibile?
Questi animali compongono una Animal Factory, una prima opera d’arte collettiva che mette insieme in modo armonico il lavoro di gruppi e classi diverse.
Commissione di opera pubblica
Le classi di Paularo avevano appena scoperto il romanzo e il cartone animato Grogh, storia di un castoro, scritto dal maestro Alberto Manzi, di cui ricorre il centenario. Come festeggiare il rispetto per la natura, l’attenzione all’ambiente? Con un’opera pubblica, commissionata da ragazzi e ragazze. Con un lavoro di gruppo, gli studenti si sono messi ei panni di chi può prendere decisioni che riguardano la sfera pubblica e hanno dato linee guida a Luca Boscardin affinché creasse un animale totemico.
Tra linea e puzzle
Il lavoro che ha coinvolto gli studenti delle scuole dell’infanzia e primarie è partito con lo studio della linea. Una linea di cartone è servita come unico materiale per semplificare, stilizzare, disegnare animali.
Il mondo del design del giocattolo ha guidato l’azione didattica. In questo caso, i giochi disegnati da Luca Boscardin sono diventati i punti di riferimento del lavoro degli studenti. Possiamo, anche noi, immaginare una scatola gioco di animali in forma di puzzle? E come ci si accorda affinché le linee trovino punti di contatto?
Il memory del corpo
Il lavoro come designer di Luca Boscardin ha ispirato anche il “memory del corpo” a partire dal gioco “Siamo tutt* pari” edito da Corraini editore. Parlare e sentire il proprio corpo, soprattutto nell’adolescenza, rimane sensibile e il gioco del memory ha permesso di vederlo, tracciarlo, stilizzarlo con la dolcezza del giocare insieme.
E come si gioca quando non c’è nulla? Può il nostro corpo essere il primo strumento di design a disposizione? Anche in questo caso, Luca Boscardin ha portato la sua esperienza creando una situazione di inclusione, di possibilità di scoprire qualcosa che spesso troviamo solo nei “giochi di una volta”. Il designer li ha riproposti facendoli diventare dei giochi per stare insieme, magari da vivere al posto dei tanti minuti spesi davanti agli schermi dei propri smartphone.
Formazione insegnanti
L’esperienza fatta con bambini e bambine, ragazzi e ragazze, è stata poi condivisa con i docenti in un seminario di formazione, realizzato presso la biblioteca comunale di Tolmezzo, che aveva l’obiettivo di diffondere l’esperienza, mostrare gli strumenti, riflettere sui percorsi creativi degli studenti.
Istituti comprensivi coinvolti: IC Linussio Matiz e IC Val Tagliamento
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