Araimo (Discovery): “Fiorello non arriva. Pier Silvio Berlusconi non è preoccupato? Giusto. Noi abbiamo un piano ampio e la tv è uno degli elementi”
Araimo (Discovery): “Fiorello non arriva. Pier Silvio Berlusconi non è preoccupato? Abbiamo un piano ampio e tv è uno degli elementi”
Pier Silvio Berlusconi alla presentazione dei palinsesti Mediaset ha spiegato che non è preoccupato per la concorrenza di Discovery…. “Perché non ha le Olimpiadi”, scherza Alessandro Araimo.
Poi il Managing Director di Warner Bros Discovery spiega: “Penso che lui, dall’alto della leadership del mercato di Mediaset, è giusto che non tema nessuno. Noi facciamo il nostro percorso, cerchiamo di fare il meglio di quello che ci consentono le nostre risorse e risultati. Abbiamo un piano molto ampio nel quale la televisione è uno degli elementi”
“Cerchiamo di fare il meglio in modo tale che l’intero sistema di Warner Bros Discovery cresca in maniera costante come è accaduto negli ultimi dieci anni, anche per i prossimi dieci”, sottolinea.
“Il mio metro di valutazione è dove porterò questo gruppo in Italia nei prossimi dieci anni”, le parole di Alessandro Araimo a margine della presentazione sull’offerta tv del gruppo in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 (con 3800 ore live e Discovery+ con copertura integrale dell’evento, una piattaforma italiana a garantirla). “Facciamo televisione, streaming, film, vendiamo prodotti, distribuiamo giochi. L’arena competitiva, dal mio punto di vista, è un po’ diversa probabilmente da quella che è la sua o di altri competitor, perché poi alla fine siamo in un mercato molto fluido. Di fatto i media group competono gli uni con gli altri su diversi livelli”
Nel futuro di Warner Bros Discovery, del Nove, c’è anche Fiorello? “No, lo abbiamo detto tante volte. Lui è un grandissimo artista, sicuramente uno dei più grandi in Italia. Oggi come oggi non abbiamo un progetto specifico per lui. E Fiorello ha sicuramente per se dei progetti. Io posso solo essere orgoglioso di essere stato avvicinato a lui come idea, ma nella realtà oggi come oggi non abbiamo un progetto comune insieme”
Warner Bros Discovery è sinonimo di sport con tantissimi eventi al di là delle Olimpiadi: dal ciclismo (Giro d’Italia, Tour De France Vuelta di Spagna e le classiche) al tennis (Australian Open e Roland Garros), basket (serie A) senza dimenticare la Coppa del Mondo di Sci alpino. Per fare qualche esempio.
Avete mai pensato a entrare nella competizione dei diritti tv legati al calcio (con il Mondiale per Club della Fifa che ancora deve essere assegnato)? “Come avete visto negli anni abbiamo sempre avuto un approccio coscienzioso sugli sport. Siamo stati bravi – e probabilmente anche fortunati – nel puntare su quelle che qualche tempo fa erano considerate discipline ‘second premium’ rispetto al calcio. Il tennis e il ciclismo in particolare sul periodo estivo e gli sport invernali. E sono cresciuti tantissimo: citare Jannik Sinner è ovvio, ma lo stesso ciclismo ha avuto una crescita molto importante. E quindi sono diventati da ‘second premium‘ a ‘quasi premium‘. Il tutto ancora a livelli di investimenti che ancora hanno un senso, perchè l’approccio coscienzioso è quello di dire ‘valuto l’investimento che faccio e quanto io riesco a farlo tornare rispetto al mio modello di business'”
E il modello di bussiness… “fino a poco tempo era quello di vendere dei canali televisivi. Adesso con una mia piattaforma di streaming devo calibrare quanti abbonati posso vendere e quanto guadagnare dalla mia piattaforma di distribuzione rispetto agli investimenti che faccio. Siamo rimasti in questo periodo in un equilibrio sano con un business che rende. E’ chiaro che il movimento verso il calcio richiede investimenti molto più importanti. Discorso che vale in genere sui premium sport – e quindi Formula 1-MotoGp per esempio su livelli di investimento più basso. Quello che dovrà essere il nostro ragionamento futuro sarà correlato a quanto questi sport possano essere funzionali al successo della nostra nuova piattaforma di streaming – Max – lanciata in vari Paesi europei, come la Spagna e in arrivo nel 2026 in Italia”.
“Nel momento in cui sarà sul mercato ci chiederemo se ha senso fare un ulteriore investimento sul calcio per sostenere ulteriormente questa piattaforma – sottolinea Alessandro Araimo rispondendo alla domanda posta da Affaritaliani.it – Inutile dire che serve tempo: fra due anni la lanciamo, i diritti tv della serie A sono assegnati (fino al 2029)… Se mai questa riflessione sarà per il prossimo ciclo, anche rispetto a quello che sarà, speriamo, il successo della piattaforma di streaming. E’ tutto molto logico e razionale, sicuramente non escludiamo niente, ci sono dei tempi chiari e non è una cosa che accade domani”
Già la piattaforma Max che arriverà in Italia… “A maggio dell’anno scorso è partita negli Stati Uniti. Si tratta di un prodotto in streaming, come Netflix, a livello di tipologia. Poi ci sono stati una serie di lanci sequenziali in Europa. E’ un prodotto globale che avrà una sua connotazione e localizzazione italiana, sostanzialmente legata alla lingua e ai contenuti, anche italiani, che andranno ad abbinarsi all’offerta globale
Le Olimpiadi di Parigi e la risposta del mercato pubblicitario… “Molto bene. In generale quest’anno lo sport ci sta dando soddisfazioni importantissime dal punto di vista della pubblicità. A partire da Australian Open e Roland Garros il cui driver non è stato solo Sinner, ma l’insieme del successo del tennis italiano. E’ continuato con il ciclismo e devo dire che anche sull’Olimpiade sta andando molto bene”
E Alessandro Araimo aggiunge: “E’ un momento d’oro per gli sport che copriamo dal punto di vista di interesse, dell’audience – su tutte le piattaforme sia digitali, che di streaming e lineari oltre a tutto il mondo social – Numeri sulla raccolta pubblicitaria? Senza entrare nello specifico, se prendo l’investimento sportivo e vedo quanto mi ha reso in termini di pubblicità, stiamo parlando più o meno del doppio rispetto agli anni passati. I settori merceologici che investono? Allargo il ragionamento: negli ultimi 12 mesi l’insieme del gruppo ha sicuramente attratto categorie che erano un po’ più lontane, in particolare l’automotive – che comunque è anche interessata al mondo sportivo – le istituzioni finanziare e le utilities (gas, elettricità…)”
A livello di pubblicità le percentuali crescita del gruppo sono consistenti. Un trend importante… “Sulla pubblicità stiamo crescendo del 20% in un mercato che sale del 4%. La crescita dell’audience non è stata solo quantitativa, ma anche qualitativa perché la nostra offerta va a prendere un target di qualità e questo inevitabilmente porta ad aumentare il tuo valore commerciale. E’ un percorso in atto, però stiamo vedendo dei movimenti anche in quella direzione: c’è un mercato che apprezza anche le scelte che nel complesso stiamo facendo sull’intero portfolio”
In generale per la televisione italiana “è un momento d’oro” a livello pubblicitario, “mercato sano in uno stato della tv nazionale sano. Perchè è un media che rimane nel nostro Paese preponderante nell’ascolto. E’ un momento che penso posa durare”.
L’impressione del manager di Warner Bros Discovery… “è che la stessa dicotomia ‘stressata‘ nel passato tra lineare, streaming, digitale è distinzione che dal punto di vista dello spettatore ha molto meno senso di quanta ne abbia per noi che lavoriamo nel settore”.
Perchè il viewer “accende la sua smart tv e salta tra Rai, il Nove spero (sorride, ndr), Discovery+ e Netflix. Non fa una distinzione tra piattaforma di straming, on demand e via dicendo, ma si chiede ‘Io che contenuto voglio vedere?’. E le smart tv ti permettono di saltare direttamente da un contenuto all’altro. Visto che il consumo che interessa agli investitori pubblicitari è quello sulla smart tv, il fatto che questo mezzo ti consenta questo accesso, aggiunto a un’offerta qualitativa di alto livello nel nostro Paese, aiuta a mantenere la centralità anche di quello che fanno i broadcaster”
E “se l’audience rimane lì, gli investimenti pubblicitari non vanno su altre piattaforme”, conclude Alessandro Araimo.
E INOLTRE…. Olimpiadi Parigi 2024? Araimo: “Tutte le gare integrali solo su Discovery+. 3800 ore live”. GUARDA IL VIDEO DI AFFARITALIANI.IT
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