Che rapporto ha l’Invalsi con le scuole?
L’Invalsi si sente premiato dalla partecipazione pressoché totale alle rilevazioni sugli apprendimenti e valuta positivamente il suo rapporto con le scuole.
«Gran cosa sarebbe che il vero potesse avere così poco di luce, che nulla apparisse tra le tenebre di tanti falsi» [G. Galilei, Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo]
La Newsletter del MIM, n. 181 del 5 agosto, anche per questa settimana propone tra gli “approfondimenti” un saggio di provenienza Invalsi. Il titolo, «Il presente e il futuro della Scuola nella Rilevazione 2024», lascia prefigurare la possibilità di leggere qualcosa di interessante e intelligente.
Ma ecco l’inizio:
La Rilevazione nazionale 2024 ha coinvolto un numero di studenti e di studentesse dei tre livelli di scolarità davvero elevato, vicinissimo al totale della popolazione. […]
Il rapporto positivo e ormai consolidato tra scuole e INVALSI è senza dubbio reso evidente dai numeri sulla partecipazione alle Rilevazioni annuali, che raggiunge ormai la quasi totalità della popolazione scolastica complessiva, impegnata per la Scuola primaria nelle Prove in formato cartaceo e nella Scuola secondaria di primo e secondo grado nella somministrazione computer based.
L’Invalsi gioisce dunque per i numeri della partecipazione che raggiunge “la quasi totalità della popolazione scolastica”.
Sembra gioirne come se fosse un suo merito e non invece dovuto alle leggi e al sentito dovere di osservarle. L’approfondimento sembra progettato per far confondere o forse rivolto a chi non sa che, non da oggi, le prove Invalsi sono obbligatorie per legge e che, addirittura, sono requisito fondamentale
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