Passata inosservata, il 31 luglio, la radicale riforma degli istituti tecnici e professionali?

In linea con la più inveterata delle tradizioni politiche italiane, anche quest’anno una legge di fondamentale importanza per l’istruzione è spuntata in piena estate, mentre gli italiani, più distratti del solito, cercavano refrigerio dal bollore sahariano in spiaggia o in montagna. È la riforma degli istituti tecnici e professionali, approvata dalla Camera il 31 luglio scorso (Legge 8 agosto 2024, n. 121) e passata pressoché inosservata sotto gli occhi degli italiani — talmente assopiti da non accorgersene nemmeno — nella quasi totale assenza di dibattito pubblico sui media maggiori.

Tuttavia, al risveglio dalla fornace estiva, vorremmo invitare il lettore a porsi alcune domande.

L’istituto tecnico: da Scuola a “filiera”

I toni del ministro Valditara nell’annunziare la riforma sono stati come sempre trionfali: «Con la nuova filiera tecnico-professionale costruiamo un canale di istruzione di serie A, in grado di dare una solida formazione ai nostri ragazzi, secondo programmi fortemente innovativi, che

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