Israele, mezzo milione di studenti a casa nelle prime settimane di lezione
Un avvio, una ripresa delle attività didattiche assai tormentata per i giovani israeliani che, a seguito di chiusure coattive degli istituti scolastici locali per scioperi durati oltre una settimana, si sono ritrovati tra le mura domestiche. Già la presenza sul territorio di un conflitto ancora in corso – i cui margini di risoluzione diplomatica sembrano assai distanti (così come si sta riducendo la pazienza dei cittadini israeliani) – ha comportato chiusure e la migrazione della didattica in etere nelle regioni settentrionali site al confine con il Libano, ora gli scioperi paralizzano un sistema scolastico già in crisi, prima di tutto finanziaria.
Difatti, l’indirizzo dei fondi pubblici alla difesa ha comportato un calo di qualità nell’erogazione dei servizi assistenziali di base, tra cui quelli educativi come la scuola: i docenti, difatti, scendono in piazza non solo per reclamare una retribuzione pari alle aspettative, ma soprattutto per ricevere le minime tutele
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