D’Aprile: “L’algoritmo non funziona, tornare alle nomine in presenza in attesa di perfezionarlo”
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Il sistema di reclutamento va rivisto. Precari raddoppiati in dieci anni. Negli ultimi otto anni, gli stipendi del personale della scuola italiana inferiori ai colleghi del Centro e Nord Europa.
Anche per quest’anno, a causa degli errori dell’algoritmo sulle supplenze, in diverse province ci ritroviamo di fronte a cattedre ancora non assegnate o, in alcuni casi, al rifacimento delle nomine. Il tutto a danno, come sempre, delle segreterie oberate di lavoro, dei dirigenti scolastici e soprattutto degli alunni.
Tornare alle nomine in presenza, in attesa di perfezionare il sistema informatico, rappresenterebbe la soluzione per garantire i legittimi diritti al personale della scuola. Lo ha affermato il Segretario Generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, nel corso della trasmissione radiofonica “Sportello Italia” (Radio 1 Rai).
In Italia e nel mondo emerge da tempo la carenza di personale nelle scuole – ha ricordato D’Aprile -E’ chiaro che ci troviamo di fronte a un sistema di reclutamento che, se pur avallato e sollecitato dall’Europa, mostra tutti i suoi limiti in particolar modo se applicato all’Italia che possiede delle peculiarità legate al mondo della scuola che altri paesi non hanno.
Oggi, nel nostro Paese, un docente su quattro è precario e la situazione negli ultimi anni si è ulteriormente aggravata se pensiamo che solo nel 2015-16, la percentuale di precari era solo al 13,8%. Oggi è superiore al 24%. Una piaga acclarata, che non riguarda solo i docenti, ma tutto il personale della scuola, ATA compresi.
La risoluzione della piaga del
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